Olimpiadi di Parigi, rischio ondate di calore estreme: fino a 4 gradi in più rispetto al 2003

Le Olimpiadi di Parigi, che si terranno dal 26 luglio all’11 agosto di quest’anno si avvicinano. Ed è ancora vivido il ricordo dei precedenti giochi estivi, che hanno avuto luogo a Tokyo nel 2021 e che sono stati definiti dai media come “i giochi olimpici più caldi di sempre”. In quei giorni, infatti, Tokyo era stata colpita da un’ondata di calore con picchi di 34°C e umidità al 70-80%, e gli organizzatori si erano visti costretti a spostare alcune delle competizioni in località che si trovano a centinaia di chilometri a nord della capitale.

E proprio per mettere in guardia organizzatori e policymaker dal ripetersi di situazioni simili, un gruppo di scienziati, guidato da Pascal Yiou del Laboratorio di scienze del clima e dell’ambiente dell’Istituto Pierre Simon Laplace di Gif-sur-Yvette (Francia), ha condotto delle simulazioni con l’obiettivo di anticipare le ondate di calore estreme che potrebbero verificarsi quest’estate nella capitale francese.

I risultati, pubblicati su Npj Climate and Atmospheric Science, indicano che il record di temperature registrato in Europa occidentale nell’estate del 2003 – quando in alcune città italiane, portoghesi, francesi e spagnole si verificarono picchi di temperature oltre i 40°C, in alcuni casi protratte anche per diversi giorni di seguito – potrebbe essere superato di oltre 4°C nell’area di Parigi da qui al 2050.

Lo studio, sottolineano gli autori, non fornisce una previsione meteorologica per l’estate parigina, ma offre piuttosto una valutazione del rischio di ondate di calore estreme nell’attuale contesto di cambiamento climatico. Per metterlo a punto gli autori hanno applicato un rare-event algorythm, basato sulla fisica statistica e pensato per anticipare “la peggiore delle ipotesi”, cioè per valutare il rischio di eventi climatici estremi ma fisicamente plausibili, ai dati di simulazione climatica CMIP6, gli stessi utilizzati nell’ultimo report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). In pratica, è come se l’algoritmo fosse pensato per “spingere” i modelli climatici verso le situazioni più estreme che hanno senso dal punto di vista fisico.

“In 20 anni il clima è cambiato e l‘idea era quella di avvisare i policymaker che qualcosa di peggiore del 2003 potrebbe accadere, che questo è possibile”, spiega Yiou ad Afp. D‘altra parte, senza andare lontani, ormai è accertato che il 2023 è stato l‘anno più caldo mai registrato. Secondo i dati del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), lo scorso anno la temperatura media di suolo e oceani terresti ha superato di 1,18°C quelle registrate nel corso del XX secolo. Il campo di applicazione del tipo di simulazione messo a punto nello studio, si legge nelle ultime righe dell‘articolo, va oltre le Olimpiadi di Parigi del 2024. Si tratta infatti di un approccio che potrebbe essere adattato ad altre regioni del mondo, o utilizzato nell‘ambito della comunicazione sugli eventi estremi, in un contesto di clima in continuo cambiamento.

Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml