in

Linda Maggiori: “Vivere senz’auto perché si può”

Linda Maggiori, giornalista freelance educatrice e scrittrice, vive con suo marito e i loro tre bambini a Faenza, in provincia di Ravenna, dove da alcuni anni sperimentano uno stile di vita sostenibile senz’auto e a rifiuti (quasi) zero. È volontaria in varie associazioni che si battono contro l’uso degli inceneritori e a favore della mobilità sostenibile. Promuove inoltre progetti di educazione ambientale nelle scuole.

“Fin da piccola – racconta Linda Maggiori – amavo gli animali e li difendevo, facevo piccole ricerche sull’inquinamento, mi piaceva stare nell’orto con mia nonna e passeggiare in montagna. Un rinnovato interesse è iniziato dopo la nascita dei miei figli, che mi hanno messo davanti una questione imprescindibile: che mondo volevo lasciare loro? Migliore o peggiore di quello che avevo trovato? Intorno a me vedevo il suolo cementificarsi, sempre meno alberi e aria inquinata. Da un istinto naturale di protezione è nato un forte impegno che ha proprio cambiato la nostra vita. Anche mio marito ha condiviso con me questa urgenza di fare la nostra parte, almeno provarci. Ho conosciuto in questi anni tante altre mamme preoccupate per la salute dei loro figli in ogni parte d’Italia e, insieme a loro, abbiamo fondato la rete delle Mamme da Nord a Sud“.

Dal 2011 Linda Maggiori e la sua famiglia non usano più l’automobile nei loro spostamenti e nel 2019 pubblica il suo libro Vivo senz’auto (Macro Edizioni, Cesena 2019) in cui racconta la sua esperienza. “Inizialmente – continua Maggiori – non è stata una scelta perché l’auto si era rotta in seguito ad un incidente. Poi è diventata una scelta di vita e ormai ci siamo abituati. Ovviamente se serve accettiamo passaggi. Per fortuna a Faenza c’è la stazione e per i piccoli tragitti usiamo la bici. I ragazzi grandi vanno a scuola, sport da soli, i più piccoli ancora li accompagniamo, ma ognuno in famiglia ha la sua bici e la usa quotidianamente. E questo dà ai ragazzi grande autonomia. Abbiamo anche due cargo bike, una elettrica e una muscolare per trasportare le cose più pesanti. Anche per andare in vacanza usiamo i mezzi pubblici, in genere il treno, tanto che ho scritto un altro libro dal titolo Guida per viaggiatori senza auto, con tutte le ferrovie d’Italia e i nostri racconti di viaggi, dalle Alpi alla Sicilia. Siamo il Paese più motorizzato del mondo secondo solo agli Usa con 65 auto ogni 100 abitanti, siamo anche uno dei Paesi con l’aria più inquinata e con alto tasso di incidenti”.

Le auto colonizzano ogni spazio, ridurre le auto di proprietà e incentivare l’uso dei mezzi pubblici è sempre più necessario”.

Alla nascita del suo primo figlio Linda Maggiori fonda un’associazione di aiuto sull’allattamento e sull’uso dei pannolini lavabili (Gaaf), riduce al minimo i rifiuti e adotta nel quotidiano uno stile di vita sostenibile. “Ora – sottolinea Maggiori- non ne faccio più parte ma è stato il mio primo impegno per l’ambiente. Le mamme fanno fatica ad allattare soprattutto per sfiducia o mancanza di sostegno e passano troppo facilmente al latte artificiale. Così, insieme ad altre mamme, abbiamo fondato il gruppo di aiuto sull’allattamento, frequentando anche un corso Oms-Unicef per “mamme alla pari”, e poi da lì è venuto naturale creare anche la “pannolinoteca” per incentivare l’uso dei pannolini lavabili, che io ho usato per tutti e quattro i miei figli, riducendo così i rifiuti, sono anche molto salutari per i bebè. Cerchiamo di ridurre a monte i rifiuti, anche se non ci riusciamo del tutto, soprattutto con quattro figli che crescono e non vogliamo essere troppo rigidi. Compriamo frutta e verdura nei mercatini diretti biologici e cereali o legumi bio con i gruppi di acquisto locale. Abbiamo ristrutturato il nostro appartamento sganciandoci totalmente dal gas, con pannelli fotovoltaici, pompa di calore ed elettrificando i consumi finali. Siamo soci di una cooperativa che produce solo energia rinnovabile. Faccio il pane in casa e compriamo solo cibo bio. Sono vegetariana, quasi vegana, mio marito lo stesso, mentre i figli sono onnivori ma compriamo solo carne da piccoli allevamenti locali, conosciuta e certificata bio. Abbiamo anche un piccolo orto in affitto dal comune che coltiviamo in modo sinergico. Zappiamo poco e capita che nell’orto ci spunta qualche piccola quercia, a tempo debito la trapiantiamo dove possibile, così diamo il nostro piccolo contributo per “forestare” la città. Ci battiamo contro il consumo di suolo e recentemente siamo riusciti a fermare una lottizzazione che avrebbe cementificato un bellissimo prato, in zona peraltro alluvionata. In famiglia abbiamo da poco comprato ‘pizza box’, contenitori per pizza d’asporto per evitare gli ingombranti cartoni e risparmiare sulla carta. Abbiamo inoltre inventato la ‘stoviglioteca’, un kit di piatti e bicchieri lavabili da prestare a chi organizza feste a zero waste“.

Linda Maggiori è inoltre impegnata nei progetti di educazione ambientale nelle scuole. “Mi chiamano – aggiunge Maggiori – le scuole per presentare i miei libri, come il mio ultimo libro Mamme Ribelli (Terra Nuova Edizioni, 2023), che tratta delle lotte femminili nelle zone contaminate d’Italia. I ragazzi sono molto appassionati, spesso non basta il tempo per rispondere a tutte le loro domande. Di solito presento una mappa muta d’Italia, con le zone SIN più contaminate e relative sorgenti. È anche un nuovo modo di pensare la geografia, i ragazzi scoprono che dietro il velo del benessere portato dall’industrializzazione si nascondono interi territori sacrificati e ingiustizie indicibili”.

Lo scorso marzo ha inoltre ottenuto il ”Premio nonviolenza”, nato nel 2016 a Monteleone di Puglia per onorare le donne che hanno dedicato la loro vita alla pace ma non è ottimista sul tema del cambiamento climatico. “Sul nostro futuro – conclude Maggiori – sono molto pessimista. Siamo in una grave crisi climatica ed ecologica e non è detto che riusciremo a uscirne, soprattutto perché chi ci governa non fa abbastanza per invertire la rotta, anzi si regalano miliardi di euro al fossile e agli armamenti. Purtroppo anche la guerra ha un impatto ambientale devastante, non solo laddove si scatena, ma anche dove si prepara. Presto andrò a trovare le mamme di Warfree che lottano contro la fabbrica di armi RWM, che, oltre a fabbricare ordigni di morte, ha devastato l’ambiente con il suo ampliamento. Ma questo pessimismo non blocca l’azione, non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto, finché ci sono le forze bisogna lottare. Lo dobbiamo ai nostri figli”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

Così la stella marina potrebbe salvare gli ecosistemi marini

Gli scarti del caffé: da rifiuti difficili da smaltire a risorsa