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La nuova sfida di Alex Bellini in Alaska su bici in plastica riciclata per raccontare gli impatti del clima

Questa volta negli azzurrissimi occhi di Alex Bellini non ci sarà il riflesso dei fiumi inquinati dalla plastica ma quello dei ghiacci che nell’Artico scompaiono e si trasformano. Ventuno anni fa l’esploratore italiano ha lasciato “un pezzo di cuore” in Alaska in una delle sue prime spedizioni: a febbraio, accompagnato dall’amico e atleta Alessandro Plona, tornerà negli Stati Uniti per percorrere quasi 2000 chilometri a bordo di una bicicletta prototipo, realizzata da ingegneri ed esperti italiani, fatta con materiale e plastica riciclata.

(Credits: Giacomo Meneghello) 

Dopo aver indagato i fiumi dell’Asia più colpiti dall’inquinamento, l’esploratore e divulgatore nel 2024 inizierà infatti un nuovo progetto della durata di tre anni, chiamato “Eyes on ice”. Il 13 febbraio di quest’anno inizierà a pedalare in Alaska da Anchorage fino al villaggio di Nome; nel 2025 sarà invece la volta della Groenlandia sciando da sud a nord per un percorso di 2600 chilometri e infine nel 2026 tappa nell’Oceano Artico per tentare di diventare il primo esploratore italiano a raggiungere il Polo Nord geografico sciando per 1000 chilometri in Canada.

“L’obiettivo è osservare nei poli i cambiamenti, climatici e non solo e diffonderli a quante più persone possibili”, spiega Bellini a pochi giorni prima della sua partenza. “L’idea è quella di raccontare i temi delle regioni polari, quelle che influenzano anche gli altri luoghi del mondo e sono le sentinelle dei cambiamenti climatici. L’Alaska è uno degli stati del globo che si riscalda più velocemente e, a mio modo, spero di contribuire alla conoscenza di questi cambiamenti narrando quanto sta accadendo a causa della crisi del clima. Tornerò dove 21 anni fa ho lasciato un pezzo di cuore: allora, durante quel magico percorso, scattai centinaia di fotografie che intendo confrontare con quelle che farò a febbraio per rendermi conto ancora meglio dei cambiamenti in atto. Sarà anche un viaggio comparativo”.

(Credits: Giacomo Meneghello) 

La durata prevista per la nuova esplorazione è di quasi un mese pedalando lungo terre ghiacciate fra temperature che possono arrivare anche a -35 gradi. Bellini e Plona dormiranno “scavando rifugi nella neve con la stessa tecnica dei cacciatori dell’Alaska” e mangiando per lo più cibi liofilizzati. La vera particolarità del viaggio però è il mezzo: pedaleranno su “Impact”, una fatbike (bici dalle grandi ruote adatta a vari terreni, ndr) che è stata realizzata da un team di ingegneri lombardi e testata in Valtellina. Il prototipo è stato realizzato con stampa 3D e il telaio è tutto in plastica riciclata.

“Si tratta di un prototipo in policarbonato, testato per resistere a condizioni estreme e fatto su misura per noi. L’idea è anche, promuovendo questo mezzo, quella di stimolare l’uso futuro di plastica riciclata per la produzione di bici o altri oggetti, un messaggio a sostegno dell’ambiente e delle possibilità di riciclo” spiega Bellini.

Senza sapere ancora cosa l’aspetta, Bellini racconta poi come il progetto “Eyes on ice” nasca anche da “due bisogni distinti ma vicini. Uno è quello della comunità scientifica di svecchiare una comunicazione poco efficace fatta in passato su determinati temi. Oggi anche scienziati e climatologi hanno infatti bisogno di cambiare la narrativa per aiutare le persone a comprendere cosa sta accadendo con il nuovo clima. L’altra necessità è dare valore all’avventura, qualcosa che credo restituisca all’uomo un ruolo marginale in un contesto naturale ampio, misterioso e potente. Per me è un impegno che porto avanti con partner scientifici e collaborazioni (come il Cnr, ndr): insieme vogliamo usare l’avventura come mezzo per comunicare la crisi del clima, della biodiversità e tanto altro”.

Avventure che Bellini racconterà sui suoi social e su vari canali grazie al sostegno di sponsor come il Consorzio della Valtellina e di diversi partner tecnici.

Ogni spedizione dall’Alaska in cui la crisi del clima con temperature più elevate ha portato contemporaneamente opportunità e rischi per le comunità locali, sino al ghiaccio dell’Oceano Artico che è sempre più giovane e instabile, sarà per me una doppia sfida: quella di affrontare le difficoltà dei percorsi e allo stesso tempo di divulgare, in modo semplice ed efficace per tutti, i cambiamenti in atto nel nostro Pianeta, in modo da generare maggiore consapevolezza dei problemi.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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