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Il Trentino-Alto Adige si affida all’ediliza green: riuso e risparmio per adattarci al clima che cambia

In principio fu un’intuizione. Perché CasaClima è stata una realtà visionaria. Tra le primissime in Italia, tra le prime in Europa, a puntare con forza sulla sostenibilità edilizia e sulla necessità di certificazioni energetiche per un settore che può essere protagonista della transizione. Nei primi anni Duemila, il settore immobiliare percorreva altre strade: di climate change, di impronta dell’uomo sul Pianeta, si parlava ancora troppo poco. Nel 2002 quella che è oggi l’Agenzia per l’Energia Alto Adige – CasaClima, con sede operativa a Bolzano, rilasciò il suo primo certificato energetico a una famiglia di Bolzano. La strada si è rivelata quella giusta: oggi l’Agenzia è un ente strumentale della Provincia Autonoma di Bolzano e, come struttura pubblica, si occupa della certificazione energetica degli edifici (in Alto Adige la certificazione CasaClima è obbligatoria per le nuove costruzioni dal 2004), della formazione e della comunicazione. Più di 24mila i certificati già rilasciati, su tutto il territorio nazionale: la media è di 1400 all’anno e qui – mettono subito le cose in chiare – non si attesta solo la prestazione energetica, ma un mondo fatto di qualità, comfort abitativo, salute e sostenibilità.

Il claim è “costruire bene”. Solide radici in un territorio, l’Alto Adige, culturalmente attento agli effetti del global warming, fenomeni climatici estremi in primis. “Anche per questo siamo arrivati ben preparati alle direttive che l’Unione Europea ha diramato a partire dal 2010, anticipandone i contenuti e comprendendo, in fondo, che l’efficienza energetica fa bene all’ambiente ma anche al portafogli”, spiega Uwe Staffler, responsabile del settore Eventi di CasaClima.

“Quel che ci qualifica – aggiunge Staffler – è la verifica costante dell’intera filiera di una costruzione o di un risanamento, dal progetto alla sua realizzazione, con audit energetici in cantiere e con una verifica in presenza di ciascun passaggio, dalla posa in opera del cappotto termico ai singoli ponti termici. Ogni errore può costare caro. Anche per questo, al netto della corretta idea di partenza, il sistema di ecoincentivi statali si è rivelato, nella sua applicazione, un’occasione sprecata. Ha avuto il merito di riavviare un settore immobiliare in crisi, ma la qualità dei progetti portati a termine, in media, è stata insufficiente”.

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CasaClima punta con forza sulla formazione diffusa (anche di ditte artigianali) e su un’architettura sostenibile alla portata di tutti i segmenti di utenza, trasversalmente. “Chi è ricco – sottolinea Staffler – non ha problemi a costruire una villa iper-efficiente, ma è a chi ha meno disponibilità economica che vogliamo far comprendere che un’abitazione efficiente può non costare di più di una tradizionale. Come? Evitando il superfluo. Per i risanamenti energetici di edifici vecchi, proponiamo per esempio anche piccoli migliorie, in grado di incidere però sui consumi. Ma non certifichiamo risanamenti che non affrontino l’edificio o l’appartamento nella sua interezza. È poi importante capire che una pompa di calore rende al meglio in un edificio efficiente: spesso si rivela deludente cambiare solo l’impianto”.

I protocolli proposti da CasaClima sono ClimaHotel, CasaClima Wine e CasaClima Work&Life: aiutano a “ripensare”, rispettivamente, strutture ricettive, cantine e spazi di lavoro. Con CasaClima School, invece, si supportano le pubbliche amministrazioni nel complesso compito della riorganizzazione del patrimonio collettivo.

“I protocolli di sostenibilità di un edificio si legano al benessere abitativo, legato all’impatto ambientale dei materiali utilizzati nella costruzione, a un uso efficiente della risorsa idrica, all’elevata qualità dell’aria e dei materiali a basse emissioni, alla protezione da gas radon, alla luce naturale e al comfort acustico”.

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E la filosofia di CasaClima si traduce in tutti i settori della vita: il portale ufficiale fornisce suggerimenti su riduzione dei rifiuti, mobilità e risparmio energetico, alimentazione sostenibile e riscaldamento efficiente. “Ma una delle più importanti sfide del futuro, per l’edilizia, è nel riuso e nel corretto smaltimento dei materiali”, spiega Staffler. E non a caso il tema ha ispirato una dell’ultima edizione di Klimahouse, la fiera dell’edilizia sostenibile organizzata da CasaClima a fine gennaio: 33.000 visitatori e 2.800 partecipanti, che ha passato in rassegna 17 startup con soluzioni innovative proprio nella valorizzazione del legno, nell’ottica di fornire una risposta alle pressanti domande sulla tutela dell’ambiente.

“Anche il riutilizzo di materiale proveniente da casolari drammaticamente abbandonati nell’arco alpino inizia a dar vita a soluzioni interessanti. In generale, spingiamo verso edifici flessibili, che già in fase di progettazione consentano di essere poi ripensati nel corso del tempo. Anche sostituendone i materiali”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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