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Bertrand Piccard, il giro del mondo su un aereo a idrogeno

“Lo faccio soprattutto per dimostrare al mondo che possiamo agire contro il cambiamento climatico. Che la situazione attuale è complicata, certo, ma ci sono soluzioni e opportunità, e la gente spesso non è al corrente. Per esempio, in quanti immagino che è già tecnicamente possibile girare il mondo su un aereo a idrogeno, senza soste?”. L’ultima, sensazionale sfida di Bertrand Piccard è un’idea che parte da lontano: si concretizzerà nel 2028, ma lui – avitatore e psichiatra svizzero, ma soprattutto “esploratore seriale” (come ama definirsi), già non vede l’ora.

Volerà per nove giorni e nove notti su un piccolo velivolo che si chiama Climate Impulse e ha già nel nome il senso ultimo del progetto, una folle idea realizzata in partnership con SyensQo by Solvay. Piccard la definisce una idea spettacolare”, annunciata nei mesi scorsi da Green&Blue: ci sarà ancora da lavorare, due anni di test e di perfezionamento della tecnologia, ma la direzione è quella giusta.

Sarà un progetto spettacolare, in grado di dimostrare al mondo che possiamo andare lontani, se lo vogliamo, e che l’idrogeno verde è una delle soluzioni in grado di risolvere una delle grandi criticità del mondo contemporaneo, le emissioni prodotte dalle migliaia di aerei. E se le stesse aziende qualche anno fa sorridevano di fronte a progetti così ambiziosi, averle oggi in prima linea nella ricerca vuol dire che il paradigma sta cambiando. E che possiamo allontanarci, finalmente, da una visione ecopessimistica.

Dopo due anni di ricerca, sviluppo e progettazione (con il supporto di Airbus, Daher, Capgemini e Ariane G), la costruzione dell’aereo prenderà forma nei prossimi mesi in Francia, con il coordinamento dell’ingegnere e navigatore Raphaël Dinelli, che parteciperà alla sfida salendo sull’aereo insieme a Piccard. Non mancano le difficoltà, una su tutte: “La sfida principale, spiega l’aviatore svizzero, consiste nel mantenere l’idrogeno liquido a -253°C per tutti i nove giorni di volo. Questo richiederà innovazioni rivoluzionarie nella creazione di serbatoi termici adattati, ben isolati, aprendo nuovi orizzonti nella tecnologia aeronautica”

L’itinerario di viaggio si svilupperà a 3000 metri di altitudine lungo il Tropico del Cancro, il tropico terrestre situato nell’emisfero boreale, il più settentrionale dei paralleli: i due piloti potranno riposarsi su una piccola panchina ribaltabile e avranno a diposizione una mini-toilette, saranno attrezzati per consumare cibi e bevande e, naturalmente, si alterneranno alla guida dell’aereo.

“Sì, ancora una volta mi sento il pioniere di un grande cambiamento, un cambiamento epocale”, spiega Bertrand. E di potenziale cambiamento epocale parla anche la Ceo di SyensQo, Ilham Kadri: “Si tratta di una grande avventura umana, scientifica ed ecologica che ci aiuterà a dimostrare, grazie al coinvolgimento dei nostri 13.200 dipendenti, la potenza delle innovazioni sostenibili che porteranno alla neutralità carbonica e faranno avanzare l’intera umanità. Abbiamo sempre creduto nei sogni di Bertrand Piccard, sentendoci architetti di un mondo sostenibile, provando a rendere possibile l’impossibile”.  

La sua è, del resto, la storia di una famiglia leggendaria di esploratori in grando di conquistare la stratosfera e gli abissi: il nonno Auguste, pilota di mongolfiere, progettò e realizzò un pallone con cabina stagna in grado di raggiungere per la prima volta quote stratosferiche; il padre Jacques è stato il primo ad immergersi con il batiscafo Trieste nella celebre fossa delle Marianne (il varo avvenne nel 1953 nei cantieri navali di Castellammare di Stabia). “Mi hanno insegnato a non avere limiti, l’esplorazione non si deve mai fermare”, dice Bertrand. Che ha aggiunto agli avventurosi slanci di papà e nonno un forte messaggio ecologista, sintetizzato nell’attività della sua Solar Impulse Foundation.

L’auspicio è che con questa azione si contribuisca a mobilitare le persone, a favorire un cambiamento. Mostreremo in modo spettacolare che la decarbonizzazione è possibile: sarà, in fondo, una risposta a chi non crede possibile un paradigma che salvi il pianeta, consentendoci un modello di sviluppo che non sprechi risorse naturali ed energia, che impatti il meno possibile, che non produca rifiuti o, per lo meno, punti con forza all’economica circolare. 

Con la sua fondazione, Piccard porta avanti con appassionata convinzione l’idea che un approccio sostenibile non sia antieconomico. “Per troppo tempo si è sviluppata una narrazione pessimistica, favorita dall’estremismo degli attivisti green: come se scegliere percorsi verdi e poco impattanti significasse, a prescindere, una riduzione del comfort, della mobilità e, in ultimo, dello sviluppo economico. Noi promuoviamo una visione differente, facendoci agenti di un’idea di cambiamento che ha già individuato, attraverso l’opera della Solar Impulse Foundation, 1500 soluzioni green, dalla mobilità alla risorsa idrica, dal trattamento dei rifiuti all’adattamento delle nostre città. Siamo convinti che uno dei grandi problemi dell’Occidente sia la produzione di energia non pulita, attraverso tecnologie e infrastrutture vecchie, che finiscono con lo sprecarne circa il 75%.

Modernizzare i sistemi, puntare sulle energie pulite e rinnovabili, rimpiazzare ciò che crea inquinamento – a cominciare dalle lampadine – e individuare soluzioni industriali che recuperino il calore perso, non utilizzato: abbiamo soluzioni alla portata, perché dunque non puntare con sempre maggiore convinzione a un approccio volto all’economia circolare, con l’utilizzo del materiale di scarto al posto di quello vergine in settori come l’edilizia?”.

Piccard è stato alla Cop28 di Dubai, che ha raccontato anche per Green&Blue: “Politici e decision maker sono sempre più interessati al cambio di paradigma, purché economia ed ecologia viaggino di pari passo. Anche per questo portiamo avanti un approccio concreto, fatto di piccole soluzioni concrete, come che hanno dato vita a “Prêt à Voter”, un’iniziativa di stimolo alla politica per favorire, partendo dalle nuove tecnologie verdi, la modernizzazione del quadro giuridico e normativo in Svizzera. Azioni spettacolari come Climate Impulse, invece, aiutano a creare un’attenzione che intriga anche la politica: i riflettori servono, e piacciono. Anche per questo salirò su quell’aereo. E non vedo l’ora”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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