4 Giugno 2024

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consigliato per te

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    Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente: perché si festeggia?

    Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Ma come è nata e perché si festeggia? Nel 1972, durante la conferenza di Stoccolma sull’Ambiente umano, le Nazioni Unite scelsero questa data per incoraggiare la consapevolezza e l’azione a livello mondiale a favore dell’ambiente. Un’altra risoluzione, adottata dall’Assemblea generale lo stesso giorno, ha portato alla creazione […] LEGGI TUTTO

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    Dal 2015 superati sei dei nove limiti planetari

    Che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di tentare? Questa è la famosa domanda che nel secolo scorso si era posto Van Gogh. Anche oggi come allora, rimane vero che una quotidianità vissuta come un sistema accettato è il primo passo verso un futuro che non sarà come vogliamo. Ma il 5 giugno, nella Giornata mondiale dell’ambiente, tanti alzano la mano per ricordare che, pur non potendo far tornare indietro il tempo, possiamo ancora far rivivere le foreste, ravvivare le fonti d’acqua, riportare la fertilità nei suoli sfruttati, cercare di stabilizzare il clima. Come afferma il Wwf Italia, non si può vivere in prosperità, né essere felici, in un Pianeta malato: la nostra salute, dipende anche da quella del Pianeta. Ma per fare ciò serve un cambiamento da parte di ognuno di noi. Perché siamo noi la specie a rischio di estinzione.Nel mondo, secondo uno studio pubblicato su Bmj Oncology, negli ultimi tre decenni il numero di nuovi casi di tumori negli under 50 è aumentato quasi dell’80%. Gli studi in corso cercano di individuare le cause di questo aumento: nella gamma di potenziali fattori primeggiano lo stile di vita, l’alimentazione troppo ricca di carne e l’esposizione a sostanze inquinanti nell’ambiente e nel cibo. Anche in Italia l’incidenza della maggioranza dei tumori continua a crescere: +1,4% nei maschi e +0,7% nelle femmine solo tra il 2022 e il 2023 e la più elevata mortalità per cancro si registra là dove è maggiore l’inquinamento (atmosferico e ambientale). Non solo ci ammaliamo di più, siamo anche meno felici.

    L’appello

    Senza azioni radicali rischiamo il collasso per caldo, mancanza di cibo e acqua dolce

    di Sara Carmignani

    25 Ottobre 2023

    Con la campagna “Our Future”, il Wwf rilancia l’appello: è fondamentale comprendere la complessità e l’importanza dell’interconnessione tra sostenibilità e felicità delle persone. È indispensabile imparare a vivere entro i limiti del Pianeta, dettati dalla disponibilità delle risorse e dalla capacità degli ecosistemi di sostenere la vita. Il concetto di limiti planetari non ci dice di preferire la Natura a noi, ma evidenzia come senza un rispetto profondo per l’ambiente non ci sia futuro nemmeno per noi, che ne siamo parte legittima e integrante. Siamo all’altezza di questa grande sfida, serve però cambiare il nostro stile di vita, così predatorio verso l’ambiente, elaborare una consapevolezza dei limiti e rafforzare il senso d’urgenza.Nell’arco di una vita umana, dal 1945 al 2024, la popolazione umana globale è più che triplicata: da circa 2,3 miliardi a oltre 8 miliardi e più o meno nello stesso lasso di tempo abbiamo riscaldato la Terra di oltre +1°C. La nostra economia del “prendi-produci-scarta” ha portato a un diffuso esaurimento delle risorse. Il ritmo con cui stiamo degradando il suolo minaccia la sicurezza alimentare globale; molti dei minerali e dei metalli comunemente utilizzati nella produzione di moltissimi oggetti, vengono sprecati e smaltiti con gravi conseguenze ambientali; abbiamo convertito metà delle terre emerse in campi coltivati o allevamenti di bestiame; 9 persone su 10 nel mondo respirano aria malsana.Sappiamo non solo che la Terra ha dei confini che non devono essere superati, ma anche che dal 2015 almeno sei lo sono già stati: il cambiamento climatico, l’integrità della biosfera (perdita di biodiversità), il cambiamento d’uso del suolo, i flussi biogeochimici e – più recentemente nel 2022 – l’umanità ha superato il confine planetario relativo alle entità inquinanti, inclusa la plastica, a minaccia degli ecosistemi marini e terrestri. Nel 2023, è stata la volta dell’utilizzo di acqua dolce. Questo preoccupante trend non si sta fermando perché è alimentato dai nostri attuali modelli frenetici di sviluppo e di consumo.

    Ambiente

    Oggi è l’Earth Overshoot Day, ecco le soluzioni per aiutare il Pianeta

    di Giacomo Talignani

    02 Agosto 2023

    Contemporaneamente il grado di felicità degli italiani sta diminuendo. Nel ranking stilato dal World Happiness Report quest’anno, l’Italia continua a perdere posizioni (ben 8 dall’anno scorso in cui eravamo al 33° posto!), attestandosi al 41° posto nella graduatoria generale. Tra le fonti di felicità, per gli italiani, la salute pesa per il 65% delle persone. È di fatto il fattore più importante a fianco alle relazioni sociali e sentimentali e al tempo libero.A conferma dell’allarme lanciato dal Wwf, “non può esserci salute in un ambiente malato”, la ricerca sottolinea che oltre a investire in campo sanitario e di salute mentale, le istituzioni dovranno creare condizioni socio-ambientali che incoraggino cittadine e cittadini a adottare stili di vita salutari, perseguendo gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, anche per assicurare il benessere delle future generazioni.”Vivere felici entro i limiti non è solo una questione di ridistribuzione delle risorse, ma anche di riduzione dei consumi complessivi e di trasformazione dei sistemi di approvvigionamento. È necessario limitare le attività dannose, e intraprendere azioni che ci consentano di rimanere all’interno di questi confini, perché quando grandi cambiamenti diventano irreversibili, poi non si possono più evitare – afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia -. Sono molti i benefici di uno stile di vita sostenibile, a partire dal benessere personale, con una migliore qualità della vita, una dieta più sana, meno stress e più tempo per attività all’aperto e in famiglia; un risparmio economico che deriva da eliminare gli eccessi e ridurre gli sprechi”.Siamo arrivati ad un punto in cui c’è bisogno di strutturare l’intero modello economico e sociale intorno alla sostenibilità e lasciare che sia il pianeta a guidare le nostre azioni. La priorità immediata è quella di abbattere le emissioni di gas serra, con sistemi energetici completamente fondati sulle energie rinnovabili, e stabilizzare la temperatura globale. La transizione energetica implica una vera rivoluzione culturale non solo nel modo di produrre e consumare (meno) energia, ma ci offre l’opportunità di avere molti co-benefici anche dal punto di vista della salute e dell’adattamento agli impatti della crisi climatica già in atto. Può quindi portarci a vivere in un mondo più giusto, più equo e più pacifico.”La seconda priorità – riprende Eva Alessi – è ridurre gli impatti del settore produttivo che maggiormente pesa sulla perdita di biodiversità e di ecosistemi. Ãê necessaria una transizione globale verso un sistema alimentare sostenibile. Lato produzione serve garantire alimenti nutrienti in quantità sufficienti e a prezzi accessibili, dimezzare l’uso di pesticidi e fertilizzanti, aumentare la superficie coltivata con metodo biologico, ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, migliorare il benessere degli animali. Lato consumi, serve mettere al primo posto della propria dieta cibi sani, nutrienti e a base vegetale, eliminando perdite e sprechi. Il consumo di carne, storicamente limitato ai Paesi ad alto reddito, è infatti in forte aumento nelle economie emergenti”.

    Infine, conclude Eva Alessi: “Per vivere entro i limiti ambientali, serve un’altra transizione: quella dall’economia lineare all’economia circolare, basata su un impiego più limitato, più consapevole e più efficiente delle risorse, su una minore produzione di rifiuti e sul loro recupero per creare nuove risorse”. C’è forse da aggiungere a queste raccomandazioni una quarta transizione, forse la più complessa ma anche quella che aprirebbe le porte a tutte le altre: per ridurre le disuguaglianze in tutto il mondo è indispensabile una transizione culturale dal consumismo alla sobrietà, in cui ognuno possa dare attenzione non solo alle proprie esigenze personali, ma a quelle della collettività e così, nelle azioni di tutti i giorni, ridurre al minimo la propria impronta sulle risorse, attraverso la riduzione degli sprechi, il riciclo e il riuso dei prodotti, l’impiego di energie sostenibili. Serve un contagio sociale positivo, dal basso. Servono consumatori felici di cambiare i propri acquisti al supermercato e di lasciare sugli scaffali i prodotti dannosi per noi e l’ambiente. In una economia sostenibile la qualità della vita è migliore e non peggiore. C’è più salute, c’è più tempo, c’è una migliore qualità sociale e ambientale. Sostenibilità fa rima con felicità. LEGGI TUTTO

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    Alexa e Legambiente contro le fake news sul cambiamento climatico

    Dalla crisi climatica alle energie da fonti rinnovabili, passando per la tutela di specie e habitat a rischio: sono tante le inesattezze e le fake news che proliferano su web e social network riguardo i temi ambientali, bufale e falsi miti che non fanno altro che farci arretrare rispetto alle sfide globali poste dal cambiamento climatico. È per invertire questa tendenza e diffondere una corretta informazione, supportata da dati scientifici, che Alexa, l’assistente vocale di Amazon, lancia una campagna contro le fake news sull’ambiente grazie al supporto di legambiente, la storica associazione ambientalista italiana. Lo riportano amazon e legambiente, in un comunicato.Una giusta informazione può generare consapevolezza nelle persone e, soprattutto, smuovere le loro coscienze. In occasione della giornata mondiale dell’ambiente, alla richiesta “Alexa, qual è il fatto sull’ambiente del giorno?”, l’assistente vocale di Amazon risponderà con una serie di informazioni scientifiche e attendibili fornite da Legambiente. Inoltre, al “buongiorno” dei suoi affezionati utenti, il 5 giugno Alexa risponderà ricordando l’importante ricorrenza e invitando gli utenti a chiederle di più su come prenderci cura della nostra casa più preziosa.Si tratta di diverse pillole d’informazione ambientale elaborate sulla base di dossier, report e studi scientifici realizzati da Legambiente e che affrontano una vasta gamma di temi su cui nell’immaginario collettivo c’è una concezione errata per via della continua diffusione di fake news. Grazie a queste informazioni, Alexa sfaterà tante miscredenze, ad esempio, sul cambiamento climatico: “il cambiamento climatico esiste tanto per cause naturali quanto per cause antropiche, ma queste hanno una scala dei tempi diversa, migliaia di anni nel primo caso, decine di anni nel secondo”. In altre occasioni l’utente riceverà dati e numeri come: “dal 2010 al 2023, secondo l’osservatorio città clima di Legambiente, sono stati 1947 gli eventi meteo estremi in tutta italia, con una crescita accentuata a partire dal 2018 e 382 eventi nel solo 2023″.Alexa svelerà anche tante curiosità su specie animali iconiche, come le tartarughe marine e i delfini e su come Legambiente, anche attraverso progetti europei come Life Turtlenest e Life Delfi, se ne prende cura. Non mancheranno consigli e buone pratiche per adottare comportamenti sostenibili nella nostra quotidianità per dare il proprio contributo alla tutela del Pianeta, il bene più prezioso che abbiamo.”Non c’è più tempo da perdere, occorre mobilitarsi per affrontare e vincere le sfide globali che la crisi climatica ci pone davanti- dichiara giorgio zampetti, direttore generale legambiente – il nostro impegno sul territorio per la tutela dell’ambiente con diverse campagne è noto; grazie all’aiuto di alexa, potremo contrastare la disinformazione sulle tematiche ambientali e promuovere stili di vita sostenibili. Questa campagna è anche un modo per attivare direttamente i cittadini perché per contrastare la crisi climatica c’è bisogno di stili di vita consapevoli”. LEGGI TUTTO

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    Da Federica Pellegrini a Piero Angela, i programmi Rai per la Giornata Mondiale dell’Ambiente

    Proclamata nel 1972 dalle Nazioni Unite per diffondere e promuovere in tutto il mondo una maggiore consapevolezza delle problematiche ambientali, il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Una ricorrenza che Rai ricorda con una programmazione televisiva, radiofonica e sul web volta a sensibilizzare sulle tematiche ambientali e sull’importanza di salvaguardare gli ecosistemi.Grande attenzione, in particolare, da parte delle testate giornalistiche, a partire dallo Speciale Tgr Legambiente in onda alle 18 su Rai 3, in diretta dal centro di produzione Rai di Torino. Realizzato dalla Tgr Piemonte, con il contributo delle sedi regionali, e condotto da Martino Villosio, lo speciale ripercorre la situazione climatica di un anno, segnata dall’alternanza di fenomeni estremi, dalle piogge in Lombardia e Veneto al tragico bilancio di quelle in Brasile, fino alla siccità della Sicilia dove avanza l’incubo della desertificazione. Approfondimenti saranno trasmessi nelle principali edizioni dei telegiornali, con ampi contributi delle redazioni di Abruzzo e Puglia.Rai Cultura sul suo canale Rai Storia ricostruisce l’istituzione della Giornata Mondiale dell’Ambiente a “Il giorno e la Storia” in onda a mezzanotte e dieci e in replica 8.30, 11.30, 14.00, 20.15, mentre il Portale Rai Scuola propone un articolato percorso didattico online.Sulla piattaforma RaiPlay saranno disponibili numerosi contenuti come il docufilm in esclusiva “Time to Change”, di Emanuele Imbucci, un viaggio intorno al mondo attraverso gli scatti fotografici di Stefano Guindani per illustrare i 17 obiettivi comuni dell’Agenda 2030. Protagonista l’attrice Rocío Munoz Morales, con la partecipazione di Marco Montemagno, Davide Oldani, Federica Pellegrini. Tra gli altri doc “Paradisi da salvare”; “Riparare il tempo”, in esclusiva; “Esuli. L’ambiente”; “Montagne di energia”; “Mediterraneo”; “Controcorrente”.Nella sezione film “Pacifiction – Un mondo sommerso”; “Semina il vento”; “Il vegetariano”; “La pelle dell’orso”; “Veleno”; “Chloe & Theo”; “Indio 2 – La rivolta”.  Nella sezione Teche, l’antologia “Una sola Terra” raccoglie inchieste realizzate negli anni ’60, ’70 e ’80 da importanti giornalisti Rai – tra cui Gianni Bisiach e Piero Angela – che anticipano i temi ambientali di oggi. Sarà, inoltre, disponibile in Home Page e nella sezione Learning la collezione “Madre Terra”, con contributi e documentari selezionati da programmi Rai quali “Quark Atlante”, “SuperQuark+”, “Kilimangiaro”, “Sapiens” e “Geo”.Ricca l’offerta di RaiPlay Sound. Tra i documentari e le serie audio si segnalano “Piccola storia dell’ambientalismo”, “Antropocene”, “Le città del futuro”, “La lista rossa”, “Museo dei Futuri”, “Ghiaccio sottile”.Per Radio Rai, si segnala su Radio 2 “Caterpillar” che alle 18.00 sarà in diretta dal Festival Pianeta 2030. Radio Kids manderà in onda una puntata di “Big Bang”, con Armando Traverso e i pupazzi dal titolo, “Un aiuto per la terra”. Un’adeguata copertura, infine, sarà garantita attraverso i canali social e all’interno di Kids Magazine. LEGGI TUTTO

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    Cultura, dati e infrastrutture: costruire una città accessibile

    “Troppo spesso quando si parla di città intelligenti viene tralasciato il ruolo che la tecnologia può giocare nel prendersi cura di esigenze specifiche. Da anni raccontiamo la trasformazione intelligente dei territori, obiettivo che raggiungeremo soltanto mettendo al centro le persone”. Così Domenico Lanzilotta ha commentato il tavolo di lavoro organizzato a Udine il 30 maggio in collaborazione con Willeasy all’interno del programma di Accessibility for Future, la due giorni di eventi nel comune friulano dedicata a tematiche quali inclusione, diritti, ma anche dati e tecnologie.

    Come per ogni tappa del roadshow di City Vision – programma di Blum e Padova Hall – chi ha partecipato come speaker al tavolo di lavoro ha portato progetti concreti e best practice che raccontano di Comuni attenti alle esigenze delle persone, da quelle con disabilità (motorie e cognitive) agli anziani fino a chi non padroneggia la lingua. In altre parole, turismo accessibile non significa occuparsi di un segmento di cittadini, ma ampliare lo sguardo per non lasciare indietro nessuno.

    “L’accessibilità è un tema trasversale e deve coinvolgere tutte le politiche in una Pa”, ha sottolineato Ivano Marchiol, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Udine, presente al tavolo di lavoro. “Abbiamo avviato un piano di mappatura dell’accessibilità di circa 400 luoghi del territorio urbano – ha proseguito – Essere mappati significa aprirsi a nuove opportunità di mercato, quelle del turismo inclusivo”.

    Parlare di turismo accessibile significa anche confrontarsi sull’offerta rispetto ai grandi eventi, come quelli sportivi ad esempio. “Un’esperienza nuova su cui stiamo lavorando è l’audiopista – ha spiegato Marco Panieri, sindaco di Imola – Oltre alle mappe tattili, trasmettiamo l’esperienza dell’autodromo con racconti sonori che permettono anche a chi non riesce ad accedere all’autodromo di vivere l’esperienza della pista”.

    Con l’obiettivo di riunire storie e best practice di grandi e piccoli comuni, i tavoli di City Vision si compongono sempre di amministratori e amministratrici che spesso, sui territori, fanno i conti con difficoltà nel reperire risorse. “Una comunità deve prima di tutto star bene nei luoghi comuni, e per farlo deve avere a disposizione luoghi accessibili a tutti – ha sottolineato Mariarosa Barazza, sindaca di Cappella Maggiore – E se questi luoghi sono accessibili, lo sono anche nella fruizione dei percorsi turistici”.

    Una riflessione emersa a Udine è stata quella che intende i turisti come cittadini temporanei, con i propri diritti e le proprie esigenze. Turismo accessibile non significa occuparsi soltanto di persone con disabilità motorie o cognitive, ma anche di coloro che hanno difficoltà con la lingua, delle famiglie con bambini e di molti altri gruppi. Ciascuno di questi target necessita di un’accoglienza su misura. Lanzillotta l’ha riassunto così: “Come dice il professore Alberto Vanolo, dobbiamo puntare alla città autistica”.

    William Del Negro, presidente di Willeasy e dell’associazione di promozione sociale ‘Io ci vado’, ha dichiarato: “Abbiamo voluto fortemente portare per la prima volta in Friuli Venezia Giulia i format City Vision e #masterclass, integrandoli insieme e realizzando Accessibility for Future, una due giorni che vede l’accessibilità come filo conduttore di temi sempre più attuali e sfidanti: le città intelligenti, il turismo e i dati aperti. Una prospettiva in cui l’accessibilità non si limita solo ad essere un dovere civico, ma rappresenta un elemento chiave per lo sviluppo dei territori”.

    Al tavolo di lavoro di Udine ha preso la parola Alessia Saleri, Area Manager North east, Sicily and Malta di Booking.com, che ha affrontato il tema del turismo accessibile dal punto di vista delle strutture ricettive: “Da una nostra ricerca su 12mila persone abbiamo rilevato che l’80% degli intervistati si è sentito in qualche modo non accolto”. Segno che c’è ancora molto da fare in termini di formazione, educazione e cultura. L’accessibilità è un obiettivo che raggruppa tutti questi aspetti.

    Non poteva poi mancare il tema delle infrastrutture. “Gli aeroporti italiani sono luoghi accessibili, inclusivi, che mettono il passeggero al centro – ha detto Mark De Laurentiis, director of the Passenger Rights Protection Department – Enac ha creato la divisione dedicata ai diritti dei passeggeri”. Ha aggiunto elementi alla riflessione Giovanni Rebecchi, direttore commerciale di Trieste Airport. “Il polo intermodale è accessibile per definizione,progettato e testato assieme a Criba. Una volta progettato però c’è da gestire e la complessità sta qui”.

    City Vision prosegue il suo roadshow 2024 a Siracusa il 12 giugno sul tema energia. Gli Stati Generali delle città intelligenti sono in programma il 21 e 22 ottobre a Padova, dove si terrà l’appuntamento annuale, che quest’anno raddoppia con più contenuti dedicati alla community. City Vision è un progetto di Blum e Padova Hall in collaborazione con A2A e in partnership con Anm, Eav, Open Fiber, Rubner, Volksbank. I community partner sono Anfov, Data Valley, Entopan, Istituto EuropIA.it, indig communication, Innovation Hub South Europe, InnovUp, Living Future Europe, Milano Smart City Alliance, NAStartup, Pa Social, Rete dei Comuni Sostenibili, Smart Communities Tech. Il progetto ha il patrocinio di Anci, Istituto Nazionale di Urbanistica e Associazione nazionale degli urbanisti e dei pianificatori territoriali e ambientali. LEGGI TUTTO

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    Il cambiamento climatico sta “spostando” gli alberi su suoli meno ospitali

    Homo sapiens, animali non umani, vegetali: tantissime specie viventi sono oggi soggette al fenomeno delle migrazioni forzate. Quello che le induce o le costringe a spostarsi dall’habitat di origine alla ricerca di condizioni di vita migliori. Una delle cause più pressanti è il cambiamento climatico, che sta rendendo invivibili o inospitali gli ecosistemi di origine di molte specie: un fenomeno – ormai ampiamente documentato – che spesso comporta ulteriori squilibri negli habitat e nuovi pericoli per la sopravvivenza, dal momento che non tutte le specie si spostano in maniera “sincrona” e quindi l’habitat di arrivo è inevitabilmente molto diverso da quello di partenza. È il caso, per esempio, di parecchie specie di alberi, in particolare quelle che vivono nelle regioni più settentrionali del pianeta, le cui migrazioni forzate li stanno conducendo a radicarsi su terreni non abbastanza fertili per assicurare loro la sopravvivenza, perché nel suolo non si è sviluppata la vita fungina necessaria a sostentare gli alberi. Lo ha appena documentato un’équipe di scienziati della Society for the Protection of Underground Networks (Spun) e di altri istituti di ricerca in un articolo pubblicato sulla rivista Pnas.

    Biodiversità

    I boschi italiani di faggio hanno imparato ad adattarsi alla siccità

    di Fiammetta Cupellaro

    05 Aprile 2024

    In generale, la sopravvivenza della maggior parte delle piante dipende molto dalla “collaborazione” con gli ospiti del suolo in cui vivono, soprattutto con i cosiddetti funghi micorrizici, che forniscono alle piante nutrienti essenziali in cambio di carbonio. La maggior parte dei grandi alberi di conifere che crescono alle latitudini più settentrionali stringono rapporti simbiotici con un particolare tipo di funghi micorrizici, chiamati ectomicorrizici. “Esaminando queste relazioni simbiotiche”, spiega Michael Van Nuland, ecologo alla Spun e primo autore del lavoro, “ci siamo resi conto che il 35% di esse sono influenzate negativamente dai cambiamenti climatici”. I pini, per esempio, sembrano essere particolarmente sensibili alla biodisponibilità di funghi ectomicorrizici – a una presenza più diversificata di funghi è risultata essere correlata una maggiore sopravvivenza degli alberi – il che indica, secondo gli scienziati, che questa simbiosi potrebbe essere fondamentale per aiutare gli alberi a resistere agli effetti del cambiamento climatico.

    Biodiversità

    La palma super resistente che ha invaso il Nord Italia

    di Fabio Marzano

    11 Maggio 2024

    Il problema, come dicevamo all’inizio, sta nel fatto che non sempre le migrazioni forzate (o più in generale i cambiamenti indotti dal cambiamento climatico) di queste specie, che necessitano le une delle altre per sopravvivere, avvengono in sincronia. “I funghi ectomicorrizici hanno una relazione diversa con il clima rispetto a quella che hanno gli alberi ectomicorrizici”, spiega Clara Quin, un’altra degli autori dell’articolo. “E il cambiamento climatico sta modificando questo rapporto simbiotico. Anche se pensiamo che le migrazioni forzate dovute al clima siano legate solo a fattori abiotici, come la disponibilità di spazio a latitudini e altitudini più elevate, dovremmo tener conto anche di fattori biotici, come per l’appunto la disponibilità di partner simbiotici”. Fattori che al momento non sono stati ancora studiati e compresi a sufficienza: “È assolutamente fondamentale”, conclude Van Nuland, “continuare a lavorare per comprendere con precisione quali siano gli effetti dei cambiamenti climatici sulle simbiosi micorriziche. Queste simbiosi sono alla base di tutta la vita sulla Terra. È importantissimo proteggerle”. LEGGI TUTTO

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    G&B Festival 2024, Taddia e Palazzi con un “Bignami climatico” che sbugiarda i negazionisti

    Il nostro è un ripassone scientifico trasformato in uno spettacolo con musica, storie ed esempi pratici”, spiega Elisa Palazzi, docente di fisica del clima, che ha portato a Milano al Festival di Green&Blue lo spettacolo “Dieci cose (più una) da spiegare al negazionista della porta accanto” il 5 giugno alle ore 18 a IBM Studios Milano. Insieme a lei, sul palco, Federico Taddia, giornalista e divulgatore scientifico televisivo e la giovane musicista e catautrice Gea.”La prima cosa da capire quando parliamo di climate change è la complessità del tema – continua Palazzi – ma questo non significa che sia complicato, ma che è determinato da tanti diversi fattori: noi siamo abituati ai sistemi lineari, alle scelte binarie, qui invece bisogna abbracciare anche un certo grado di impredicibilità”. Proprio per questo un altro punto fondamentale del “bignamino climatico” passa per il concetto di “incertezza”. “Sia chiaro non è un alibi per rimanere immobili, aspettando le risposte giuste, ma piuttosto un modo per capire i nostri limiti e sfidarli: i modelli climatici, per esempio, sappiamo che possiamo perfezionarli sempre di più”.La scienza del clima comunque è inequivocabile (il climate change è responsabilità nostra e del consumo sfrenato di fonti fossili), ma il futuro è ancora tutto da scrivere: tracciando i progressi, migliorando lo studio degli indicatori, aumentando la capacità di prevedere gli effetti oggi più imprevedibili. Elisa Palazzi e Federico Taddia raccontano da quasi dieci anni questa storia in divenire. Si sono conosciuti una decina d’anni fa grazie a un programma tv che curava il giornalista.”Da quella volta cerchiamo di fornire nuovi strumenti di “grammatica” del clima – spiega Taddia – la nostra è una ricerca perché vogliamo raggiungere soprattutto i giovanissimi, gli studenti e studentesse che vediamo quasi ogni giorno scendere in piazza o darsi da fare per l’ambiente oppure i ragazzi bloccati dall’eco-ansia. Per parlare con loro bisogna continuamente aggiornare il linguaggio, contaminarlo con riferimenti cinematografici, letterari e digitali”.Nel 2019, con l’arrivo dell’ondata Greta Thunberg e del movimento globale Fridays for Future, hanno firmato il libro Perché la terra ha la febbre? E tante altre domande sul clima (Editorale scienza). Poi è arrivato il podcast “Bello mondo”, prodotto da Spotify e finito nelle classifiche degli audio più ascoltati, diventato anche un libro (Einaudi). Un manuale delle giovane marmotte climatiche. “Non è mai troppo tardi per informarsi e cambiare le cose”, ripetono i due all’unisono. Come si fa? Prendendo consapevolezza del ruolo dei combustibili fossili nella produzione di emissione di gas serra e capendo l’importanza della transizione energetica verso fonti rinnovabili. “Installiamo pannelli fotovoltaici, riduciamo i consumi di materiali inquinanti, facciamo attenzione ai rifiuti ma anche ai propri risparmi, scegliendo quelle banche che usano i loro fondi per finanziare la green economy”.La crisi climatica va affrontata con sprint e maratone: bisogna avere la forza di agire tanto, ma anche a lungo. Da soli, consapevoli dei limiti dell’azione individuale; e insieme, perché questa grande sfida si affronta su scala globale.Con lo spettacolo presentato al G&B Festival Palazzi e Taddia cercano di alzare ancora di più l’asticella, sfidando proprio quei negazionisti che di solito scelgono di non ascoltare la scienza e che negli ultimi anni invece di diminuire sono aumentati. “Bisogna provare a convincerli invece che respingerli. Possiamo partire da alcuni argomenti controintuitivi per attirare i più scettici – ha raccontato Palazzi nello spettacolo – c’è chi dice, per esempio, che l’aumento di temperatura solo di 1,2°C sia pochissimo negli ultimi due secoli, ma la verità è che mai nella storia il clima è cambiato così velocemente. E c’è chi confonde ancora meteo e clima: il clima è un trend che si studia nell’arco di decenni”.Nella classifica delle bufale climatiche più famose compare sempre quella della Groenlandia, che significa “Terra verde”: “Ci fa pensare che un tempo fosse più calda e coperta di vegetazione invece che di ghiacchio, ma non di certo ai tempi dei vichinghi”. Ogni concetto scientifico si arricchisce di storie e di futuri. Perché l’umanità non è spacciata e il futuro non è già determinato, anzi è tutto ancora da scrivere.”Oggi le parole giuste sono importantissime – conclude Elisa Taddia – “Chi parla male, pensa male e vive male”, diceva Nanni Moretti in Palombella Rossa. 35 anni dopo vale il contrario: “Chi pensa e parla bene, vive bene””. Con se stesso e con il Pianeta. LEGGI TUTTO