Giugno 2024

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    Valditara: “Il nozionismo non interessa alla nuova maturità: l’importante è saper fare connessioni”

    “Un grande in bocca al lupo agli studenti che stanno per affrontare la maturità e soprattutto serenità nel momento in cui si affronta questo esame. Quello che è importante è l’elasticità di riflessione. Cosa vuol dire? Possedere ciò che gli anni di scuola vi hanno lasciato, aver capito e compreso, saper fare delle connessioni. Non […] LEGGI TUTTO

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    Ritrovata dopo decenni la Quest, l’ultima nave del grande esploratore Ernest Shackleton

    A 390 metri di profondità, in fondo al mare del Labrador, giace l’ultima nave di quello che gli americani considerano “il più grande esploratore di tutti i tempi”. Un team guidato dalla Royal Canadian Geographical Society (RCGS) nelle scorse ore ha infatti individuato il relitto della nave chiamata “Quest”, localizzato al largo della costa di Terranova, piroscafo affondato nel 1962 e considerato l’ultima imbarcazione su cui il famoso esploratore polare sir Ernest Shackleton tentò di raggiungere per l’ultima volta il cuore dell’Antartide. 

    I resti della nave, un piroscafo lungo 38 metri, sono stati individuati grazie ai sonar: il legame con l’esploratore, che secondo un sondaggio negli Stati Uniti è da molti considerato il più grande di tutti i navigatori, conferisce alla nave “un grande significato storico” ricordano dalla RCGS. L’avventuriero irlandese è da sempre celebrato per le sue imprese e anche per la capacità di prendersi cura del suo equipaggio, avventure che avvenivano in un periodo storico in cui raggiungere i poli era estremamente proibitivo e improntate soprattutto sul continuo (ma mai davvero centrato) tentativo di esplorare l’Antartide. Ernest Shackleton era nato nel 1874 a Kilkea House, in Irlanda, e dopo essersi arruolato a sedici anni su una nave della marina mercantile britannica e aver solcato per anni gli oceani si aggregò alla spedizione antartica della Royal Geographical Society guidata da Robert Falcon Scott, considerato fra i grandi esploratori dei poli. Eccellente navigatore, per tre volte Shackleton tentò di sfidare il Polo Sud senza mai arrendersi. Una delle sue navi finì stritolata fra i ghiacci, salvò decine di membri del suo equipaggio e in alcuni casi arrivò molto vicino al cuore dell’Antartide. Sembrava sempre capace, narra la storia, di sfidare l’impossibile: a lui si deve il campo base sull’Isola di Ross ma anche la storica traversata del continente antartico.  LEGGI TUTTO

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    Gli attivisti lanciano un appello ai leader di AVS: “Date un seggio ai giovani che si battono per il clima”

    Un appello affinché il mondo del giovane attivismo ambientale italiano possa entrare finalmente in Europa. Nell’ultima tornata elettorale delle Europee in corsa per un seggio c’erano diversi giovanissimi provenienti da Fridays For Future Italia e da quell’onda verde che, soprattutto a partire dal 2019, tra cortei e impegno politico a più riprese è scesa in prima linea per l’ambiente.Ma se fra questi c’è chi non è riuscito a passare soprattutto per gli scarsi risultati del partito con cui si è candidato – come per esempio l’ex portavoce di Fridays Giacomo Zattini che ha corso con M5S – per altri giovani in lizza, candidati con Alleanza Verdi e Sinistra, partito che ha incassato un ottimo 6,8%, la corsa si è fermata in teoria a un soffio dal seggio.

    I risultati

    Elezioni europee, chi porterà l’ambiente a Bruxelles

    di Fiammetta Cupellaro

    12 Giugno 2024

    In “teoria” perché se AVS avesse “il coraggio di osare”, scrivono in due lettere appello alcuni rappresentanti dei movimenti verdi, per Giovanni Mori (ex portavoce di Fridays), Benedetta Scuderi e Cristina Guarda ci sarebbe ancora la possibilità di essere eletti.Tutti appena trentenni, rispettivamente 31, 32 e 34 anni, i tre giovani candidati con Alleanza Verdi e Sinistra hanno incassato tantissimi consensi, con  Mori che è arrivato a sfiorare le 20mila preferenze e Scuderi che le ha superate.Nella lista in cui sono stati eletti per esempio Ilaria Salis, Mimmo Lucano o Ignazio Marino –  certi di rientrare nei 6 seggi a disposizione – alla fine dei conti i giovani rappresentanti dell’ambientalismo candidati con Alleanza Verdi e Sinistra nonostante i tanti voti ricevuti molto probabilmente non diventeranno europarlamentari a meno che non vengano fatte specifiche scelte legate alle circoscrizioni. Se infatti i vertici di Alleanza Verdi e Sinistra dovessero optare per scelte politiche differenti rispetto a quelle attualmente previste, per alcuni di loro potrebbe esserci ancora una chance. Per questo un gruppo di attivisti climatici, fra cui Agnese Casadei, ex portavoce di Fridays For Future Italia, Sofia Pasotto, attivista per il clima e divulgatrice, Clara Pogliani, portavoce di Ci sarà un bel clima o Roberto Mezzalama, fondatore di Torino respira, hanno deciso di diffondere un appello – ormai sottoscritto da circa 10mila persone – per chiedere ad Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di dare spazio ai giovani verdi nell’Europarlamento.”Giovanni Mori, Benedetta Scuderi e Cristina Guarda sono tre giovani leader della politica climatica italiana candidati nelle liste di Alleanza Verdi Sinistra che hanno fatto il pieno di voti nelle circoscrizioni Nord-Est e Nord-Ovest in cui sono stati candidati. Si tratta di un entusiasmo che è stato premiato in Italia, quando la situazione in altri grandi Paesi in Europa è stata completamente diversa. Ora c’è la concreta possibilità che vengano tutti e tre eletti all’Europarlamento, ma tutto dipende dalle scelte dei vertici di Alleanza Verdi Sinistra (AVS), chiamati a scegliere dove eleggere i candidati proposti in più circoscrizioni” si legge nell’appello diretto leader dei due partiti dell’alleanza per chiedere “una soluzione per portare candidati giovani e portatori di istanze sociali e climatiche a Bruxelles”. “Crediamo che AVS abbia un’opportunità storica di portare fino in fondo quel coraggio di osare che è stato lo slogan della sua campagna elettorale” si legge infine nella lettera  che sottolinea poi come “l’ottimo risultato di AVS, il partito che è cresciuto di più in percentuale rispetto alle scorse politiche, è indubbiamente legato in buona parte alla presenza di numerosi attivisti dei movimenti per il clima. Gli under 35 candidati nell’Alleanza hanno ottenuto un totale di oltre 140mila preferenze, che potrebbero rappresentare circa il 30% dei nuovi voti raccolti. Inoltre, la percentuale di AVS tra l’elettorato giovane (18-29 anni) è del 16% e sale al 40% tra gli studenti e studentesse fuori sede. Questi numeri non possono che spingere i dirigenti di AVS ad una riflessione profonda, per cogliere un’occasione storica che loro stessi hanno avuto il merito di contribuire a rendere possibile”. LEGGI TUTTO

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    Sviluppo sostenibile: l’Università di Bologna tra i 100 atenei green

    Per il sesto anno consecutivo l’Università di Bologna è al primo posto in Italia nel Times Higher Education Impact Rankings, la classifica che valuta le azioni e il contributo degli atenei di tutto il mondo per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile tracciati dall’ONU. La nuova edizione del ranking include 2.031 università, 406 in più rispetto all’anno scorso: […] LEGGI TUTTO

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    Islanda, salta la svolta storica: si potranno ancora cacciare le balene

    In Islanda si potrà ancora continuare a cacciare e uccidere le balene, almeno per quest’anno. Per la precisione 128 grandi cetacei potranno essere cacciati nella regione tra la Groenlandia e l’Islanda occidentale (99 esemplari) e fra l’Islanda orientale e le Farore (29). Doveva essere un giorno storico per la protezione dei grandi mammiferi marini: dopo una lunga campagna portata avanti da attivisti e animalisti ci si aspettava uno stop, da parte del governo inslandese, alla richiesta di rinnovo della licenza da parte dell’ultima e unica compagnia baleniera rimasta a operare in Islanda, la Hvalur Hf. Quando però il ministro dell’Alimentazione del paese, Bjarkey Olsen Gunnarsdóttir, è uscita da una lunga riunione poco dopo l’ora di pranzo, si è scoperto il verdetto: la ministra ha concesso ancora la licenza  per quest’anno. 

    Il caso

    Isole Faroe, gli ambientalisti chiedono all’Europa di fermare la mattanza delle balene pilota

    di Giacomo Talignani

    08 Maggio 2024

    Una decisione che scontenta tutti: in primis gli animalisti, che speravano in una bocciatura tale da poter porre fine alla caccia delle balene in Islanda, e in secondo luogo anche gli stessi balenieri dato che da mesi lamentano estremi ritardi per una decisione, quella arrivata oggi, che è giunta quando in teoria il periodo di caccia è già iniziato (da fine maggio sino a settembre). Al grido di #EndWhalingForever diversi gruppi e associazioni ambientalisti, ma anche star di Hollywood come Leonardo DiCaprio, negli ultimi mesi si sono battuti per chiedere all’Islanda (e non solo) di fermare per sempre la caccia alle balene, una pratica che continua ancora oggi anche in Giappone e Norvegia. L’Islanda, sostengono gli attivisti, non rinnovando la licenza a Hvalur Hf avrebbe avuto la possibilità di interrompere per sempre una pratica oggi non più necessaria per il sostentamento, come avveniva in passato. 

    L’intervista

    “Until the end of the world”, il lato oscuro dell’industria ittica. “Negli allevamenti di pesce c’è poco di green”

    di Marino Midena

    16 Febbraio 2024

    Nonostante Bjarkey Olsen Gunnarsdóttir abbia dichiarato che si tratta di “una decisione che non necessariamente concorda con le mie opinioni”, ha motivato la scelta come fattore in ottemperanza alle “leggi e i regolamenti da seguire”. Il sito del governo islandese afferma inoltre che la decisione sul volume di pesca “rientra nei limiti dei consulenti dell’Agenzia norvegese per la ricerca marittima del 2017” e tiene anche conto “dei fattori conservativi dell’ecosistema della Commissione baleniera internazionale”.
    We are outraged to hear that Iceland has issued a license to Hvalur hf., the nation’s only whaling company, to kill 128 whales in the 2024 hunting season. This decision is unacceptable and inhumane.Read our full statement here: https://t.co/T2Xl8yLcWp pic.twitter.com/XRAGM61e9i— World Cetacean Alliance (@WorldCetacean) June 11, 2024

    A livello di opinione pubblica un recente sondaggio aveva rilevato come ormai il 51% degli islandesi si dica contrario alla caccia e solo il 29% favorevole, soprattutto fra gli over 60. Durissima, a commento della decisione presa dal governo islandese, la nota di World Cetacean Alliance (Wca) che parla di scelta “inumana”. 

    Biodiversità

    Il canto delle balene e come l’uomo rischia di zittirle

    di Sandro Iannacone

    21 Febbraio 2024

    “Wca è indignata dalla notizia odierna. Questa decisione, che consente a Hvalur di uccidere 128 balene nella stagione di caccia del 2024, avrebbe potuto rappresentare un punto di svolta cruciale per la caccia alle balene in Islanda” spiegano dall’associazione ricordando come sarà necessario lavorare insieme, fra più attori, per “porre fino al massacro. Il divieto di questa pratica orribile e obsoleta è atteso da tempo, con i sostenitori dei diritti degli animali e gli ambientalisti che chiedono la fine della caccia alle balene da molti anni, anche all’interno della stessa Islanda. Esortiamo il governo a riconsiderare e dare priorità alla conservazione dei nostri oceani e della vita marina, riconoscendo il loro inestimabile contributo all’equilibrio ecologico e al benessere del nostro Pianeta”. LEGGI TUTTO

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    Cambiamenti climatici, il 95% dei bimbi italiani soffre di eco-ansia

    Preoccupati per il futuro del Pianeta, i bambini italiani soffrono di eco-ansia. È quanto emerge dallo studio nell’ambito del progetto “A scuola di acqua – Sete di futuro”, in collaborazione con TriplePact, il laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia. Coinvolti 973 alunni tra i […] LEGGI TUTTO