Luglio 2024

Monthly Archives

consigliato per te

  • in

    Pergola bioclimatica, c’è l’ecobonus al 50% per installarla

    Più ombra in casa e meno spesa per il climatizzatore grazie alle pergole bioclimatiche che hanno l’obbiettivo di limitare l’ingresso del sole in casa e garantire un clima più confortevole in maniera del tutto naturale, e ora si possono installare senza la necessità di richiedere permessi al Comune. Le novità grazie agli emendamenti approvati al decreto Salva casa, che entro il 28 luglio sarà definitivamente convertito in legge, e che fa rientrare a pieno titolo queste strutture nell’edilizia libera. Oltre all’installazione semplificata, poi, di qui fino a fine anno è possibile approfittare dell’ecobonus al 50% quando sono rispettati i requisiti richiesti dall’Enea per le schermature solari.
    Più ombra e meno calore interno
    Tecnicamente le pergole bioclimatiche sono strutture fisse, di legno o altro materiale, che fungono da sostegno per una copertura costituita da lamelle frangisole orientabili. Le lamelle, cioè, esattamente come nel caso delle tende veneziane, si possono orientare in modo da garantire un riparo ottimale dal sole nel corso dell’intera giornata. In sostanza quando sono installate davanti alle porte finestre le pergole bioclimatiche sono in grado di svolgere la stessa funzione delle tende solari a braccio, ma rispetto a queste garantiscono una performance complessivamente migliore in termini di capacità di ombreggiatura, dal momento che le lamelle possono essere regolate in maniera più efficiente e anche per singoli comparti. Ed è proprio questo il motivo per cui questa tipologia di strutture viene considerata in grado di garantire un risparmio energetico in termini di uso dei sistemi di raffrescamento, e quindi può usufruire dell’ecobonus al 50%.

    Strutture sempre ancorate alla casa

    Il decreto Salva casa da parte sua ha reso più semplice l’installazione delle pergole bioclimatiche proprio per favorire la riduzione dei consumi energetici, limitando le semplificazioni alle sole strutture che rispettano specifici requisiti. Per rientrare nell’ambito dell’edilizia libera, infatti, le pergole bioclimatiche devono presentare caratteritiche tali da poter essere qualificate dall’Enea come “schermature solari mobili”. La struttura che sorregge la copertura deve quindi essere necessariamente addossata alla casa, ossia ancorata e non autoportante come un gazebo, e deve fornire riparo ad una superficie vetrata, finestra o porta finestra che sia. In ogni caso le pergole non possono determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso, e devono avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente nel rispetto delle caratteristiche architettoniche dell’edificio.
    Le regole per l’ecobonus

    Quanto invece all’agevolazione fiscale, per ottenere l’ecobonus del 50% sulla spesa occorre che siano rispettati anche gli altri requisiti stabiliti dall’Enea ai fini del risparmio energetico. L’agevolazione è ammessa, quindi, solo se le pergole bioclimatiche sono installate sulle pareti della casa con orientamenti da Est a Ovest passando per Sud. Il bonus non spetta, invece, se le strutture sono installate sulle pareti esposte a Nord, Nord-Est e Nord-Ovest, in quanto in questo caso la funzione di riparo da sole è eccessivamente limitata. In aggiunta a questo è richiesta la certificazione dei risultati. Complessivamente, infatti, la struttura deve possedere un valore del fattore di trasmissione solare totale che, accoppiato al tipo di vetro della superficie alla quale funge da copertura, deve essere inferiore o uguale ai minimi prefissati dall’Enea in riferimento alla specifica zona climatica di installazione. LEGGI TUTTO

  • in

    Cellulari vietati in classe, le reazioni. “Decisione a metà, le superiori sono il momento più critico”, “Sconfitta per i genitori”, “Non si insegna a colpi di divieti”

    Iniziativa condivisibile, quella del ministro Valditara sul divieto dei cellulari a scuola e sull’uso del corsivo. Ma poco coraggiosa. Ecco le reazioni alla circolare pubblicata ieri dal ministero dell’Istruzione e del merito su due argomenti oggetto di studio ormai da anni da parte di neuroscienziati, pedagogisti, psicologi e addetti ai lavori. LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, stop ai cellulari in classe e ritorno dei diari cartacei. Valditara: “Smartphone sono fonte di distrazione”

    No all’uso dei cellulari in classe anche per le attività educative e didattiche in vista dell’avvio dell’anno scolastico 2024-2025, perché distraggono e un loro uso eccessivo può incidere negativamente sul naturale sviluppo cognitivo dei ragazzi. Sì a pc e tablet, ma sotto la guida dei docenti. E’ quanto si legge nella circolare del ministero dell’Istruzione e del Merito, a firma del ministro Giuseppe Valditara, che fornisce alle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione indicazioni finalizzate a introdurre il divieto dell’uso dello smartphone a scopo didattico.
    Il rapporto Unesco
    “Importanti studi internazionali hanno rilevato la diretta correlazione fra l’uso del cellulare in classe, anche a scopo educativo e didattico, e il livello degli apprendimenti degli alunni. – si legge nella circolare – In particolare, merita di essere richiamato il Rapporto Unesco ‘Global education monitoring report, 2023: technology in education: a tool on whose terms?’ nel quale si evidenzia che i dati delle valutazioni internazionali su larga scala, come quelli forniti dal ‘Programma per la valutazione internazionale degli studenti’ (Pisa), mettono in luce un legame negativo tra l’uso eccessivo delle TIC e il rendimento degli studenti. In 14 Paesi è stato infatti riscontrato che la semplice vicinanza a un dispositivo mobile distrae gli studenti provocando un impatto negativo sull’apprendimento”.
    Minore livello di attenzione
    “Più nello specifico nel Rapporto Ocse Pisa 2022 (Volume II) Learning during – and from – disruption, si evidenzia come gli smartphone siano fonte di distrazione per gli studenti che lo usano con maggior frequenza a scuola facendo diminuire il livello di attenzione, in particolare durante le lezioni di matematica e, quindi, mettendo a rischio il rendimento nella materia. – evidenzia la circolare del Mim – È stato altresì rilevato che l’uso continuo, spesso senza limiti, dei telefoni cellulari fin dall’infanzia e nella preadolescenza incide negativamente sul naturale sviluppo cognitivo determinando, tra l’altro, perdita di concentrazione e di memoria, diminuzione della capacità dialettica, di spirito critico e di adattabilità. Recenti analisi, inoltre, hanno dimostrato un aumento preoccupante anche in Italia di minori affetti dalla sindrome dell’Hikikomori, ossia il fenomeno dell’isolamento sociale volontario che comporta il ritiro dei giovani nel chiuso delle proprie case rinunciando ai rapporti con il mondo esterno”.
    Consentito l’uso di pc e tablet
    “Alla luce delle considerazioni che precedono, a tutela del corretto sviluppo della persona e degli apprendimenti, si dispone il divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, anche a fini educativi e didattici, per gli alunni dalla scuola d’infanzia fino alla secondaria di primo grado, salvo i casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato, come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per documentate e oggettive condizioni personali. – spiega la circolare – Potranno, invece, essere utilizzati, per fini didattici, altri dispositivi digitali, quali pc e tablet, sotto la guida dei docenti.
    Restano fermi, dunque -si legge nel documento- il ricorso alla didattica digitale e la sua valorizzazione, cosi come l’impegno a rendere edotti gli studenti sul corretto ed equilibrato uso delle nuove tecnologie, dei telefoni cellulari e dei social e sui relativi rischi, come previsto anche dal DigComp 2.2”.
    Le sanzioni per gli studenti
    “Le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione provvederanno, pertanto, ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa, anche prevedendo, nella scuola secondaria di primo grado, specifiche sanzioni disciplinari per gli alunni che dovessero contravvenire al divieto di utilizzo in classe dello smartphone”, conclude la circolare.
    Il ritorno dei diari cartacei
    Dall’anno prossimo compiti scritti anche sul diario cartaceo di ogni ragazzo, non solo sul registro elettronico che spesso richiede l’intervento di genitori per le password, allo scopo di sviluppare la responsabilità e l’autonomia degli alunni nella gestione dei propri compiti. E’ quanto prevede la circolare del ministero dell’Istruzione e del merito, a firma del ministro Giuseppe Valditara, che evidenzia come “negli ultimi anni si è diffusa la consuetudine, tra i docenti, di assegnare i compiti da svolgere a casa esclusivamente mediante notazione sul registro elettronico”.
    Una modalità questa, spiega la circolare, che “comporta, di fatto, che gli alunni consultino sistematicamente il registro elettronico attraverso dispositivi tecnologici, pc, smartphone e tablet, per verificare quali attività debbano essere svolte a casa e per quale giorno, spesso con la mediazione dei genitori, titolari delle password di accesso. Al fine di sostenere, fin dai primi anni della scuola primaria e proseguendo nella scuola secondaria di primo grado, lo sviluppo della responsabilità degli alunni nella gestione dei propri compiti dosando, al contempo, il ricorso alla tecnologia, si raccomanda di accompagnare la notazione sul registro elettronico delle attività da svolgere a casa con la notazione giornaliera su diari/agende personali”.
    “In questo modo, e tenendo conto delle scadenze assegnate dai docenti nello svolgimento dei compiti, ciascun alunno potrà acquisire una crescente autonomia nella gestione degli impegni scolastici, senza dover ricorrere necessariamente all’utilizzo del registro elettronico”, conclude la circolare. LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, Invalsi: gli studenti migliorano in Inglese. Bene Italiano solo in quinta superiore. Il grande buco della Matematica al Sud

    ROMA – La curva che segnala il livello di apprendimento di oltre 7 milioni di studenti italiani torna a salire: i picchi negativi segnati dal biennio della pandemia da Covid iniziano ad essere assorbiti. La rilevazione annuale che Invalsi presenta basandosi sui test di cinque classi – seconda e quinta elementare, terza media, seconda e […] LEGGI TUTTO

  • in

    Scuola, Valditara ribadisce: stop ai cellulari in classe fino alla terza media

    ROMA – Dallo stop ai cellulari in classe anche per scopi didattici fino al ritorno al diario cartaceo per riabituare i ragazzi a scrivere. E’ quanto indicano nero su bianco le circolari firmate dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, illustrate mercoledì 10 luglio nel corso di un convegno a Palazzo San Macuto, a […] LEGGI TUTTO

  • in

    Le migliori università d’Europa: 4 italiane fra le prime cento, ma neanche una nella top ten

    Le università italiane superano collettivamente la media europea, eccellendo in particolare nella ricerca. E’ quanto emerge dalla classifica mondiale delle università Qs Europa 2025 pubblicata oggi. Il punteggio medio delle pubblicazioni scientifiche per membro della Facoltà, una misura della produttività della ricerca, è pari a 56,9, quasi il doppio della media europea. Tuttavia, l’impatto di […] LEGGI TUTTO