Pfas nel vino 100 volte superiori rispetto all’acqua potabile
Tra i filari che disegnano le colline toscane, sui terrazzamenti che accompagnano le anse della Mosella, nelle vigne ordinate distese nelle pianure del Tokaj, il vino racconta da secoli una storia fatta di terra, cultura, memoria. A gettare un’ombra sul comparto enologico è ora il report Message from the bottle del Pesticide action network (Pan) Europe, che ha analizzato 49 vini, di cui 10 antichi, cioè commercializzati prima del 1988, e 39 recenti, prodotti tra il 2021 e il 2024, dei quali cinque biologici. Le bottiglie esaminate provengono da dieci Paesi europei, ovvero Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Spagna e anche Italia.
I vini austriaci sono i più contaminati
Se nei vini più vecchi non sono stati rintracciati contaminanti, in quelli immessi sul mercato negli ultimi anni è stato rilevato acido trifluoroacetico (Tfa), un composto derivante dalla degradazione di pesticidi contenenti Pfas (Perfluorinated alkylated substances, sostanze perfluoroalchiliche) e di gas fluorurati, utilizzati nei refrigeranti industriali. La concentrazione media delle sostanze si è attestata a 122 microgrammi per litro, con un picco di 320 microgrammi, un valore circa cento volte superiore rispetto ai livelli medi, già elevati, presenti nelle acque potabili.
I vini più contaminati sono risultati quelli austriaci, con una media di 156 microgrammi di Tfa per litro, seguiti nell’ordine da quelli francesi e belgi. Non sfuggono alle impurità alcuni vini della nostra penisola, tra cui il Chianti con 120 microgrammi di Tfa per litro, il Prosecco con 69 microgrammi e il Kalterersee, con 43 microgrammi. E non sono esenti da contaminazione neppure le bottiglie biologiche, visto che tutte contengono il composto.
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La ricerca precedente
Il nuovo report ha, di fatto, confermato e aggiornato uno studio condotto nel 2017 dai ricercatori del Laboratorio del Cvua (Chemisches und Veterinäruntersuchungsamt, Ufficio di ricerca chimica e veterinaria) di Stoccarda, in Germania, per conto della Commissione europea. All’epoca furono analizzati 27 vini, nei quali venne rilevata una concentrazione mediana di 50 microgrammi di Tfa per litro, con un picco di 120 microgrammi.
Danni anche per la salute
Sin dall’introduzione del Tfa in ambito industriale, le imprese hanno strenuamente sostenuto che fosse innocuo sia per l’ambiente sia per la salute. Un mito sopravvissuto per decenni, ma ora infranto da alcune analisi che evidenziano gli effetti negativi sul pH del suolo e sulle piante, soprattutto considerando la sua persistenza e l’accumulo a lungo termine. Inoltre, una ricerca pubblicata nel 2021 ha dimostrato che questo contaminante ha causato gravi malformazioni nei feti di coniglio, che hanno colpito sia lo scheletro sia gli occhi. Da allora, il sospetto è che possa rappresentare un rischio anche per la riproduzione umana.
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Nel 94% dei vini sono presenti pesticidi
Nel documento sul Tfa compare anche un approfondimento sui pesticidi in generale. Ebbene, nel 94% dei vini prodotti tradizionalmente sono stati trovati fino a otto antiparassitari, mentre l’insieme delle analisi ha identificato 18 principi attivi distinti. Va meglio per i vini biologici: quattro su cinque erano, infatti, privi di agrofarmaci.
Helmut Burtscher-Schaden, chimico ambientale dell’organizzazione Global 2000 e ideatore dello studio, definisce i risultati “allarmanti”, mentre Salome Roynel, responsabile delle politiche di Pan Europe, aggiunge: “I dati sono preoccupanti, perciò le sostanze che rilasciano Tfa devono essere ritirate dal mercato senza indugio”.
Rincara la dose Cristina Guarda, eurodeputata di Europa Verde, che commenta: “La grande industria chimica sta avvelenando anche il vino, oltre al cibo che arriva sulle nostre tavole. E dato che il nostro Paese è il primo produttore di vino a livello globale, dovremmo considerarla un’emergenza nazionale. Chiediamo, inoltre all’Unione europea azioni urgenti per proteggere gli agricoltori, la nostra salute e quella dei consumatori di tutto il mondo”. LEGGI TUTTO