Dall’aloe al photos, le piante che assorbono l’umidità
Muffe, acari, cattivi odori, macchie nelle pareti, allergie, asma e problemi respiratori. Questi sono solo alcuni degli effetti provocati dall’umidità eccessiva, criticità comune che mina la salubrità degli ambienti, incidendo negativamente sulla salute e compromettendo strutture e materiali negli immobili. A determinarla sono una serie di fattori combinati quali ad esempio ventilazione esigua, condensa, infiltrazioni esterne, difetti strutturali dell’edificio o degli impianti e vapore generato dalle attività domestiche. Per evitare che l’umidità impatti sui nostri spazi è importante mettere in atto strategie mirate: tra le soluzioni naturali più efficaci spiccano alcune piante specifiche, utili quindi non solo a scopo decorativo, ma anche per ripulire l’aria, assorbendo l’umidità.
Quali sono le piante che assorbono più umidità
Giglio della pace
Tra le piante alleate per ridurre i livelli di umidità spicca il giglio della pace, contraddistinto da fiori bianchi, che in realtà sono brattee, e foglie eleganti: sono proprio queste ad assorbire l’umidità, facendo sì che la pianta sia particolarmente adatta per rendere l’ambiente più salubre. Privo di steli, chiamato a livello scientifico spathiphyllum e appartenente alla famiglia delle Araceae, il giglio della pace è semplice da coltivare e richiede poche cure. Per quanto riguarda l’esposizione, ama il sole, ma non i raggi diretti, e i suoi nemici sono i luoghi angusti, dovendo arieggiare regolarmente la stanza dove si colloca, stando però attenti alle correnti d’aria e agli sbalzi di temperatura improvvisi. In estate è consigliato spostare questa pianta sempreverde all’esterno, sistemandola all’ombra. Il substrato deve essere leggermente acido e mantenuto umido e le irrigazioni devono essere abbondanti in estate, evitando i ristagni d’acqua, e moderate in inverno. In merito alla concimazione, l’operazione va eseguita una volta al mese dalla primavera all’autunno, mentre la potatura non è richiesta, se non solo rimuovere le foglie appassite o secche, fonte di attacchi di parassiti e malattie.
Aloe vera
Altra pianta mangia umidità è l’aloe vera, succulenta appartenente alla famiglia delle Liliaceae, che abbellisce gli ambienti con le sue foglie carnose, contenenti una sostanza gelatinosa ricca di proprietà benefiche. La pianta predilige un terreno ben drenato, sabbioso e calcareo, un clima caldo e un luogo soleggiato, prestando però attenzione al sole diretto in estate, che se eccessivo rende le sue foglie rossastre. L’aloe vera necessita di irrigazioni esigue, evitando tassativamente i ristagni idrici. Se le foglie si seccano è la spia di annaffiature troppo esigue, dovendo aumentarle mentre, al contrario, qualora diventino gialle e morbide, bisogna ridurre le irrigazioni. In estate e primavera si deve darle da bere ogni 2 settimane, mentre in inverno circa una volta al mese. Da concimare tra la primavera e l’autunno, l’aloe vera non richiede potature particolari, dovendo limitarsi a rimuovere le foglie secche oppure danneggiate.
Pothos
Per combattere l’umidità un prezioso alleato è il pothos, talmente semplice da curare da essere adatto anche ai principianti del giardinaggio. Questa splendida pianta d’appartamento, dal portamento rampicante, fa parte della famiglia delle Aracee: a contraddistinguerla sono le sue suggestive foglie verdi a forma di cuore e con screziature gialle e la notevole resistenza. Per quanto riguarda la sua esposizione, il pothos richiede molta luce ma evitando i raggi solari diretti, che possono bruciare le sue foglie, pur crescendo anche in mezz’ombra o in ombra. Le correnti d’aria sono mal tollerate dalla pianta, che non deve essere quindi posta nei pressi di una finestra. Le irrigazioni vanno effettuate ogni 5 giorni d’estate e una volta alla settimana in inverno, verificando sempre prima che il terreno sia asciutto ed evitando i ristagni d’acqua. Per quanto riguarda la potatura questa non è richiesta, se non per accorciare i rami più lunghi a inizio primavera.
Orchidea
Per donare un tocco di eleganza agli spazi e al contempo contrastare il problema dell’umidità, l’orchidea è una scelta perfetta, visto che le sue radici la catturano dall’ambiente circostante, cosa che determina anche una sua crescita ottimale. Questa pianta tropicale ha fiori colorati, e un profumo avvolgente: appartenente alla famiglia delle Phalaenopsis, è piuttosto delicata, ma se curata con i giusti accorgimenti è molto longeva. L’orchidea predilige un substrato ben drenato e una posizione luminosa, purché non riceva i raggi solari diretti. Il substrato deve essere sempre mantenuto umido, quindi le irrigazioni sono fondamentali, ma queste devono essere moderate e mai eccessive per scongiurare il marciume radicale. In estate è consigliato annaffiare la pianta dalle 3 alle 4 volte alla settimana, mentre in inverno ridurle a una. Per mantenere le orchidee in salute è necessario potarle di solito dopo la fioritura, rimuovendo i fiori appassiti e danneggiati e le foglie malate e morte.
Filodendro
Resistente, vigoroso, decorativo e facile da coltivare, il filodendro assorbe l’umidità mediante le sue grandi foglie lucide dalla forma a cuore oppure ovale. Parte della famiglia delle Araceae, questa pianta d’appartamento è molto apprezzata sia per la sua bellezza, sia per la sua facilità di coltivazione. Il filodendro predilige un substrato drenato e ricco di sostanza organica, un ambiente umido e luce abbondante, ma deve evitare i raggi solari diretti: resiste comunque se l’illuminazione è scarsa, ma in questo caso cresce con fusti allungati e con foglie più piccole. In estate è consigliato spostare la pianta esternamente, per esempio sotto un porticato, premurandosi che non sia esposta a correnti d’aria. Il filodendro richiede in estate irrigazioni ravvicinate e consistenti, da diminuire durante l’inverno, va concimato ogni 4-6 settimane durante il periodo di crescita e per mantenerlo in salute deve essere potato dopo la sua stagione vegetativa, a fine inverno o inizio primavera, eseguendo inoltre al bisogno interventi per rimuovere le foglie secche e danneggiate.
Falangio
Per assorbire l’umidità negli ambienti domestici, il falangio è un’altra valida soluzione, con cui abbellire anche gli spazi. Molto decorativo, è chiamato nastrino e pianta ragno, appartiene alla famiglia delle Agavaceae, presenta fiorellini bianchi, fusti allungati e un fogliame variegato e arricchito da strisce bianche verdastre. Facile da curare e coltivare, il falangio preferisce un’esposizione soleggiata, tenendolo però lontano dai raggi solari diretti in estate. Per quanto riguarda la sua cura deve essere irrigato regolarmente, verificando sempre prima che il terreno sia asciutto. Se la pianta presenta le punte secche significa che bisogna aumentare le annaffiature, non tagliandole mai per non stressarla.
Aspidistra
Chiamata anche pianta di piombo, l’aspidistra è estremamente efficace per rimuovere l’umidità. Molto resistente, si adatta alle diverse condizioni atmosferiche e fa parte della famiglia delle Asparagaceae. La sua robustezza la rende una pianta semplice da coltivare e per questo adatta per chi è alle prime armi. Per quanto riguarda la sua manutenzione, non richiede molta acqua e predilige la luce indiretta, tollerando però anche l’ombra. Resistente ai parassiti, la pianta di piombo potrebbe soffrire in caso di esposizione solare eccessiva, che può bruciare le sue foglie, come anche per via dei ristagni d’acqua, causa del marciume radicale. Il suo terreno deve essere sempre mantenuto drenato e umido, ma mai zuppo. LEGGI TUTTO