Lunga vita alle batterie. È il caso di dirlo, ma soprattutto di metterlo in pratica, visto che nel mondo della transizione energetica, le batterie per accumulare l’energia prodotta da fonti rinnovabili, saranno un bene indispensabile. Infatti, i sistemi di accumulo sono strumenti strategici già oggi, e lo diventeranno sempre più negli anni futuri. Virtuoso, in questo caso, è l’esempio dell’aeroporto internazionale di Fiumicino, il più importante d’Italia, uno dei principali scali europei, dove ADR, l’azienda che lo gestisce ed uno dei big player globali dell’energia, Enel, hanno messo insieme forze e competenze per promuovere la decarbonizzazione seguendo i principi di economia circolare, con due progetti innovativi: Solar Farm e Pioneer.
Il primo è il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo realizzato in uno scalo europeo, posizionato lungo il lato orientale della Pista 3, è stato progettato da Aeroporti di Roma e realizzato da Enel in collaborazione con Circet, e si compone di 55mila pannelli fotovoltaici per quasi 2.5 km, che sviluppano una potenza di 22 MWp e consentiranno di produrre ogni anno più di 30 milioni di kWh di energia elettrica.
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Ma se Solar Farm costituisce un importante passo in avanti nella sostenibilità energetica, il secondo progetto, Pioneer, è complementare e per certi aspetti rivoluzionario, perché utilizza le batterie usate delle auto elettriche, dismesse dall’industria dell’automotive ma ancora molto efficienti. Una seconda vita dunque. “È un’esperienza di innovazione quella che stiamo facendo a Fiumicino, e virtuosa perché si riutilizzano materiali e componenti che sono ancora buoni per lo stoccaggio di energia”, ci spiega Nicola Rossi, Responsabile Innovation di Enel, perché “un’auto per poter essere performante ha bisogno di batterie che siano in grado di rilasciare molto velocemente l’energia che contengono, quindi deve avere prestazioni molto alte. Invece per lo stoccaggio dell’energia in applicazioni stazionarie, anche una batteria usata in un’auto, che viene dichiarata finita, può avere ancora una seconda vita”.
Infatti una batteria con una capacità residua intorno all’85% andrebbe sprecata, invece, questo adattamento con l’impianto fotovoltaico dell’aeroporto, rappresenta un modello virtuoso di riutilizzo per l’elettrificazione che potrebbe essere replicato su larga scala.Soprattutto perché quando i numeri dei veicoli elettrici saranno molto elevati, altrettanto elevata sarà la presenza di batterie da riutilizzare. Nello specifico di Pioneer, l’accordo prevede di realizzare e avviare entro l’anno in corso, uno tra i più grandi sistemi di stoccaggio energetico con batterie second life ibride a livello europeo, utilizzando circa 700 pacchi batteria grazie alla collaborazione di tre differenti case automobilistiche, che hanno ceduto le batterie delle loro auto, consentendo di realizzare un Battery Energy Storage System in grado di aggiungere una capacità complessiva di 10 MWh per gestire l’energia rinnovabile prodotta dai pannelli installati a bordo pista.
“Abbiamo integrato pacchi di batterie usate, prelevati dai pianali delle auto di diversi brand, modelli e con diverse caratteristiche di invecchiamento per realizzare un sistema di stoccaggio di dimensioni industriali con l’obiettivo di stoccare l’energia nei picchi di produzione e rilasciarla quando si ha necessità di consumo, ad esempio nelle ore serali quando il fotovoltaico non è in funzione. L’innovazione sta proprio in questa integrazione, perché a differenza di batterie nuove che sono sostanzialmente simili, in questo caso stiamo parlando pacchi di batterie che hanno tutti avuto storie diverse nella loro vita passata”, spiega ancora il manager di Enel.
Ma il sistema messo a punto per l’aeroporto di Fiumicino non servirà solo ad accumulare energia e rilasciarla allo scalo per coprire gli eventuali picchi serali, ma potrà fornire anche servizi alla rete. Il progetto si è aggiudicato un finanziamento da oltre 3 milioni di euro dall’Innovation Fund della Commissione Europea, con l’obiettivo di ridurre le emissioni del più grande hub aeroportuale italiano, migliorando la sostenibilità della filiera delle batterie. Tra l’altro, un sistema di machine learning sviluppato da Enel analizza i fabbisogni energetici dell’aeroporto e stima i prezzi dell’energia così come la produzione dell’impianto fotovoltaico, in modo da massimizzare il ritorno finanziario del sistema di accumulo.
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Il modello romano – che nei prossimi 5 anni vedrà aumentare la potenza installata di 60 MWp, utile per soddisfare il fabbisogno energetico di 30.000 famiglie italiane per un anno intero – potrebbe essere esportabile anche ad altri aeroporti del paese.
“Nel momento in cui la mobilità elettrica crescerà, le batterie di seconda vita saranno più disponibili, ed è chiaro che questa sarebbe un’applicazione interessante e scalabile, ma è altrettanto evidente che oggi siamo ancora agli inizi, perché le macchine elettriche sono giovani, quindi il tutto va visto in prospettiva, anche se non troppo lontana” spiega ancora Nicola Rossi di Enel. D’altronde portare ad esaurimento le batterie, costituite da materie prime preziose, significa anche avviare un lungo percorso virtuoso che può, anzi deve, concludersi con un corretto smaltimento che passi dal recupero e riciclo del materiale tecnologico. LEGGI TUTTO