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    Tra le materie lo studio le aziende italiane e i prodotti falsi: ecco il Liceo Made in Italy che piace a Meloni

    ROMA – Il Made in Italy, marchio anglista così poco rampelliano. Il Liceo del Made in Italy, che piace alla presidente Giorgia Meloni, figlia, lei, di scuole tecnico-professionali (diploma con 60 su 60 all’Alberghiero Amerigo Vespucci, Tiburtina, Roma Est, indirizzo linguistico). La premier ha annunciato la nuova scuola oggi a Vinitaly, affiancata dalla ministra del […] LEGGI TUTTO

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    Istituti tecnici, chi li ha distrutti davvero? Fact checking delle parole della ministra Santanchè

    ROMA – È un topos della destra, un argomento dialettico e retorico, quello che la sinistra contemporanea guardi dai suoi salotti ai licei e sulla scuola si dimentichi dei ceti popolari e delle loro necessità lavorative. Giorgia Meloni e Daniela Santanchè a Vinitaly – la presidente del Consiglio e la ministra di un Turismo vecchia maniera – vanno oltre quello che in questi primi sei mesi ha detto sul tema il pur loquace Giuseppe Valditara, che sugli istituti tecnici e “la scuola del lavoro” dovrebbe avere la regia.

    “In un mondo in cui è stato detto che se avessi scelto il liceo avresti avuto un grande sbocco nella tua vita, e se invece avessi scelto un istituto tecnico avresti avuto opportunità minori…”, ha detto Meloni, che si è diplomata con 60 sessantesimi all’Istituto professionale alberghiero Amerigo Vespucci di Roma, dove ha frequentato l’indirizzo linguistico. “In Italia in questi anni è stato un po’ distrutto quello che era l’istituto tecnico”, dice Santanchè. “abbiamo avuto una sinistra che ha invogliato i giovani a fare i licei. Questo governo vuole invece mettere al centro le scuole tecniche”. Lei, Santanchè, il liceo lo ha frequentato da ragazza per poi prendere una laurea in Scienze politiche a Torino.

    Meloni vuole il liceo del Made in Italy: “Non c’è nulla di più profondamente legato alla nostra cultura dell’istituto agrario”

    a cura della redazione Politica

    03 Aprile 2023

    La liceizzazione dell’Italia moderna, intanto, è opera della Riforma Moratti, anno 2003, legge numero 53, con Letizia Moratti ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del Governo Berlusconi II: esattamente “la destra” del nascente millennio. Il decreto legge numero 226 portò, due anni dopo, a quota otto i licei esistenti all’interno della riconosciuta organizzazione tripartita della scuola italiana (licei, istituti tecnici e istituti professionali). Al Classico, allo Scientifico e all’Artistico se ne aggiunsero cinque: il Liceo economico, il Musicale, il Tecnologico, il Liceo delle scienze umane e il Coreutico. Fu una riforma tipicamente gentiliana, la “Moratti”, con una netta separazione tra istruzione alta da una parte e tecnico-professionali dall’altra. Grazie alla spinta della Lega Nord, provò – senza riuscirci, in verità – a spostare l’istruzione professionale sulle fragili spalle delle Regioni. Non a caso, la Riforma Moratti (che abolì la Legge Berlinguer di sole tre stagioni prima) fu fortemente criticata dalla stessa Confindustria, che vedeva marginalizzata l’istruzione tecnica e professionale.

     

    I tagli di Gelmini a istituti tecnici e licei: “Con la cultura non si mangia”

    Ancora più feroce sul fronte dell’apprendimento lavorativo è stata la Riforma Gelmini, avviata per le superiori nel 2010-2011 e andata a pieno regime quattro anni dopo. A fronte di un riordino dei licei, che da otto diventarono sei, la compressione della scuola italiana voluta dal ministro delle Finanze Giulio Tremonti e applicata dalla ministra dell’Istruzione Maria Stella Gelmini (entrambi di Forza Italia) pianificò un taglio delle ore negli istituti tecnici e professionali degli insegnamenti “di indirizzo”. Per esempio, la materia “Tecnologie e disegno tecnico” ha visto ridurre di un terzo le ore di lezione e, conseguentemente, le relative cattedre, il personale docente.

    E’ un dato di fatto che con queste premesse, e i tagli gelminiani votati sull’onda “con la cultura non si mangia” (ancora ministro Tremonti, che di recente ha negato quella paternità linguistica), gli istituti professionali – in particolare – sono diventati luoghi scarsamente frequentati: dal 2003 (Riforma Moratti, appunto) al 2019 le iscrizioni in questo settore si sono dimezzate passando dal 27,4 per cento del totale al 14,4 per cento. Gli istituti tecnici, invece, hanno retto nel tempo: continuano ad accogliere un terzo degli studenti del Paese.

    In Italia i professori meno pagati d’Europa. E il primo stipendio sfiora la soglia di povertà

    di Antonio Fraschilla

    28 Gennaio 2023

    Nel 2017, con una delega della Buona scuola (Governo Renzi, centrosinistra, seguito poi dall’esecutivo Gentiloni, centrosinistra), il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi provò a cambiare ancora il settore professionale. Prima del 2011, i settori erano cinque con ventisette indirizzi. Con la Gelmini ministra, furono accorpati in due macrosettori con sei branche. La Riforma Toccafondi riallargò gli indirizzi, da sei a undici, agganciandoli alle attività economiche di rilevanza nazionale.

    Questo intervento, fatto a costo zero, non fu sufficiente per ridare un senso forte a un comparto che in altre aree del mondo – a partire dalla Germania – è da sempre al centro dell’istruzione. Da noi, nelle ultime stagioni gli istituti professionali sono sempre più spesso teatro del bullismo degli studenti nei confronti dei professori. Nell’ultima stagione si è iscritto a un istituto professionale il 12,1 per cento dei quattordicenni: un adolescente su otto. Gli istituti tecnici – al contrario di quanto sostengono Meloni e Santanchè – tengono.

    L’esperienza di successo degli Itis

    Poi va detto che, in questi tentativi (poco riusciti) di professionalizzazione della scuola italiana, è stato un governo di centrosinistra (ancora Renzi con Stefania Giannini ministra) a rendere obbligatoria l’Alternanza scuola lavoro nel triennio delle superiori. E nascono nella fase finale del Governo Prodi bis, gennaio 2008, gli Istituti tecnici superiori, i due anni di Itis post-Maturità (si chiama offerta formativa post-secondaria non universitaria professionalizzante) che si sono dimostrati subito un’idea di successo, mutuata dalle Fachhochschule tedesche.  

    Sondaggi: i giorni neri del governo, fiducia a picco per Piantedosi e Valditara

    di Antonio Noto

    02 Marzo 2023

    Con Mario Draghi premier, infine, la scuola che porta al lavoro si è affidata alle inedite risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

    Ecco, il topos “la sinistra vuole licealizzare tutto” non regge. Anche perché il futuro Liceo del Made in Italy di ispirazione meloniana sarebbe altra acqua portata a questo fiume. LEGGI TUTTO

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    In Italia i professori meno pagati d’Europa. E il primo stipendio sfiora la soglia di povertà

    ROMA – Se il concetto di costo della vita e salari messo sul tavolo dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara è vago e indefinibile, un secondo concetto è invece chiaro: i docenti italiani sono quelli che guadagnano meno in Europa. La metà dei loro colleghi in Germania e Olanda. E il confronto è […] LEGGI TUTTO

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    Carfagna: “Dal ministro Valditara una proposta pericolosa. Il problema vero sono i concorsi per gli insegnanti”

    ROMA – Mara Carfagna, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha sollevato solo un polverone o ha qualche fondamento la proposta di stipendi differenziati agli insegnanti del Nord e del Sud?“È una proposta priva di senso e pericolosa perché può aprire una spirale di provocazioni che rischiano di dividere il Paese. Dire che […] LEGGI TUTTO

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    “Più soldi a tutti i prof”. Il Pd ha un piano per la scuola che vale otto miliardi

    ROMA – Pd e M5S chiedono di aumentare i salari degli insegnanti, tutti, da Nord a Sud. Ma la Lega insiste: gli stipendi dei docenti della Lombardia si possono ritoccare all’insù tramite accordi decentrati, a livello locale. Così come ha proposto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, nominato in quota Carroccio, con successiva mezza marcia indietro, […] LEGGI TUTTO