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    Scuola, arriva la sanatoria sul sostegno: corsi di specializzazione light per i precari, anche per chi ha ottenuto il titolo all’estero

    di Ilaria Venturi

    Introdotti percorsi di specializzazione paralleli a quelli delle università affidati a Indire e aperti anche agli 11mila docenti in causa col ministero per il riconoscimento del titolo conseguito non in Italia. Il pedagogista Dario Ianes: “L’ennesima pessima scorciatoia” LEGGI TUTTO

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    Valditara, troppe bocciature alle sue proposte: e così il ministro si blinda aumentando i “suoi” nel Consiglio superiore della pubblica istruzione

    Troppe bocciature sulle proposte relative alla scuola del ministro Valditara. E così l’esecutivo propone un decreto (il decreto Scuola) che modifica gli equilibri “politici” tra componente elettiva e componente di nomina ministeriale del Cspi, il Consiglio superiore della pubblica istruzione. L’organismo collegiale più importante della scuola italiana che al suo interno ospita la rappresentanza di docenti, dirigenti scolastici personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) e che esprime pareri obbligatori o facoltativi su quasi tutti i provvedimenti ministeriali (decreti, ordinanze ed altro) prima che questi diventino definitivi.
    La possibile modifica
    A dare notizia della possibile modifica due giornali online specializzati: Orizzontescuola e Tecnica della scuola. Nella bozza del decreto Scuola visionato dai due giornali la componente di nomina ministeriale salirebbe e supererebbe quella di nomina elettiva, per altro rinnovata con l’elezione dello scorso 7 maggio. Un intervento che modificherebbe gli equilibri politici dell’organismo a vantaggio del governo della scuola nazionale.
    La composizione dell’organismo
    Dagli attuali 36 componenti, 18 di nomina ministeriale e altrettanti elettivi, la composizione dell’organismo salirebbe a 45 componenti: 27 di nomina ministeriale mentre resterebbero 18 quelli elettivi. A questo punto, diventerebbe più difficile bocciare i provvedimenti sottoposti a parere da parte di viale Trastevere. Gli attuali 36 componenti rappresentano tutti gli ordini di scuola (infanzia, primaria, I grado e secondo grado), i dirigenti scolastici e il personale Ata, per la componente elettiva. Esponenti del mondo della cultura, dell’arte, della scuola, dell’università, del lavoro, delle professioni e dell’industria, dell’associazionismo professionale e delle scuole paritarie, per la componente di nomina ministeriale. A quest’ultima, stando alle ultime indiscrezioni sulle intenzioni di modifica da parte del ministero, si aggiungerebbero 9 componenti, sempre di nomina ministeriale: 3 designati dal Forum nazionale delle associazioni dei genitori (Fonags), 3 designati dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e 3 dal Cnel, riporta Tecnica della scuola.
    La proposta legislativa
    “La proposta legislativa – si legge nella bozza di relazione tecnica allegata al provvedimento – prevede l’innalzamento del numero complessivo dei componenti del Consiglio, al fine di perseguire una duplice finalità: da un lato, assicurare un maggiore pluralismo culturale in seno al Cspi, ampliando il numero dei componenti nominati dal ministro dell’istruzione e del merito tra personalità significative dei settori più rilevanti della società; dall’altro, coinvolgere nell’attività del Cspi i genitori degli studenti”.
    Le bocciature
    L’ultima bocciatura del Consiglio superiore della pubblica istruzione arriva lo scorso 12 aprile. Il ministero dell’Istruzione e del merito sottopone all’organismo collegiale lo schema di ordinanza ministeriale sulle Procedure di aggiornamento delle graduatorie provinciali e di istituto. Lo schema iniziale del provvedimento, che per questa ragione viene respinto, prevedeva “la possibilità, per gli aspiranti in possesso di un titolo di accesso conseguito all’estero non ancora riconosciuto, di stipulare contratti a tempo determinato”. A dicembre, il Cspi boccia anche lo schema di Disposizioni concernenti le modalità di valutazione dei percorsi di formazione incentivata per il personale docente introdotti dalla Buona scuola bis del governo Renzi. Troppe le “criticità e le problematicità evidenziate” sulla possibilità di premiare economicamente i docenti che si sottopongono a periodi di formazione volontaria.
    E ancora prima l’organo esprime parere negativo su una riforma a cui il ministro Giuseppe Valditara tiene parecchio: lo schema di decreto concernente il progetto nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale. Siamo a ridosso delle iscrizioni al nuovo anno scolastico, il 7 dicembre 2023, e “secondo il Cspi occorre modificare significativamente il testo dello schema di decreto sottoposto al parere, al fine di superare le criticità evidenziate anche in relazione alle problematiche connesse ai tempi di attuazione della sperimentazione che non consentirebbero l’indispensabile informazione alle famiglie, le dovute azioni di orientamento per le studentesse e per gli studenti”. Una bocciatura in piena regola. LEGGI TUTTO

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    Pnrr Scuola, Pd all’attacco: “Fallimento del governo”. Il ministro Fitto: “Non ci sono ritardi”

    Chi parla di “fallimento” come la Gilda degli insegnanti. Chi “di occasione che rischia di essere sprecata”. Con il Pd che attacca il governo reclamando un’operazione trasparenza. I dati diffusi dal Rapporto della Fondazione Agnelli e della Fondazione Astrid sul ritardo nella spesa dei fondi Pnrr – 3,3 miliardi sui 20 assegnati – fanno discutere. LEGGI TUTTO