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Crisi climatica ed effetti di El Niño, figlie in cambio di cibo nell’Africa meridionale

Figlie in cambio di cibo. C’è anche questo, fra gli effetti della terribile e devastante siccità che ha colpito l’Africa meridionale tra il 2023 e il 2024. Lo scorso febbraio è stato il più secco degli ultimi 100 anni e in zone come lo Zimbabwe, lo Zambia, il Malawi e altri stati è piovuto circa il 70% in meno del solito, una crisi idrica terribile legata sia agli effetti del fenomeno naturale di El Niño (che ora si è esaurito), sia alla riscaldamento globale in corso, quello innescato dalle attività dell’uomo.

Il risultato della siccità è una terra dove non cresce più nulla

I raccolti da mesi sono estremamente compromessi. Per questo, fra 68 milioni di persone dell’Africa meridionale colpite dalla siccità, ci sono famiglie costrette a passare per la pratica dei matrimoni combinati: figlie che vengono “vendute” in cambio di beni alimentari, altre che vengono fatte sposare affinchè siano i mariti ad dover trovare forme di sostentamento e alimentazione.

A denunciare questa pratica, collegata appunto agli effetti di El Niño e del riscaldamento globale, è Action Aid, associazione che ha dedicato un focus all’argomento in vista del vertice del Sadc, la Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale che di recente in Zimbabwe ha riunito diversi capi di stato e politici africani proprio per parlare di sicurezza alimentare.

Lo stesso SADC, durante il summit, ha definito come “tragica” la siccità in corso nel sud dell’Africa: c’è un forte calo della produzione agricola e zootecnica, mancano diversi alimenti e le piogge tardive non sono state sufficienti a risollevare le pessime condizioni dei campi e dei raccolti.

Le comunità rurali che abbiamo incontrato sul campo ci dicono di non aver mai visto niente del genere. Sono estremamente preoccupate per il loro futuro” ha spiegato inoltre Reena Ghelani, coordinatrice delle Nazioni Unite per la crisi climatica. Parole che corrono parallele a quelle di Antonio Guterres, il segretario generale dell’Onu, che solo poche settimane fa ricordava come caldo e crisi climatica stanno “sempre più devastando le economie, ampliando le disuguaglianze, minando gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e uccidendo persone”.

L’allarme

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Per ActionAid: “Non si può più restare in silenzio”

“Davanti a ciò che sta accadendo negli stati del sud non si può restare immobili. È tempo di dare priorità alla protezione delle giovani donne di fronte agli impatti devastanti della siccità in corso indotta da El Niño” ha detto ActionAid proprio in vista del vertice Sadc. Nelle interviste effettuate sul campo dai volontari alcune famiglie africane hanno raccontato di aver usato tutti i loro risparmi per comprare il poco cibo a disposizione.

Joan, giovane donna dello Zambia, ha spiegato come a volte si “dorme a stomaco vuoto a causa della mancanza di cibo. Molti pozzi si sono prosciugati, dobbiamo camminare per lunghe distanze per trovare l’acqua”.

In altri casi le ragazze vengono date in sposa proprio nel tentativo di sfamarsi. “La siccità sta colpendo in modo significativo le giovani donne e le ragazze che spesso vengono date in sposa per assicurarsi le risorse alimentari” ha detto Emily, una ragazza di 19 anni del villaggio di Siamuluwa in Zambia.

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Matrimoni precoci e forzati: la terribile strategia di sopravvivenza

“In molti casi ci si aspetta anche che queste ragazze facciano affidamento sui loro mariti per il cibo e per tutti i bisogni di base, il che potrebbe renderle vulnerabili alla violenza di genere. Tutti gli sforzi che abbiamo fatto per tenere le ragazze a scuola stanno andando a rotoli”.

“Se la situazione rimane così, come sopravviveranno le giovani donne?” si chiede Nyaradzo, una giovane donna di 24 anni dello Zimbabwe intervistata da ActionAid.

L’organizzazione umanitaria, preoccupata per l’aggravarsi delle condizioni a cui molte giovani sono oggi sottoposte e in un contesto generale in cui la crisi climatica colpisce soprattutto donne, bambini e persone vulnerabili, ha chiesto ai decisori politici di agire immediatamente per affrontare il problema. L’invito ai leader africani è quello di “elaborare, rispettare, monitorare e riferire sui principi e sulle disposizioni concordati in materia di uguaglianza di genere e di emancipazione femminile per garantire la protezione delle giovani donne e delle ragazze da crisi come la siccità”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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