Giugno 2025

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    Al G&B Festival Laurel Halo, l’incantatrice dell’elettronica e dei dettagli nascosti

    La critica americana la definisce “un’incantatrice dell’elettronica”. Laurel Anne Chartow, detentrice della sigla Laurel Halo, è nata a Ann Arbor, una contea del Michigan. Compositrice, produttrice, musicista e DJ, nella definizione del suo stile ha attinto a una vasta gamma di tradizioni musicali: la sua produzione è varia ma al tempo stesso singolare, con uscite […] LEGGI TUTTO

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    “Europa leader nel cleantech ma non basta”

    Affrontare la crisi climatica e promuovere la sostenibilità ambientale. Nel panorama degli investimenti europei, il settore del Climate Tech, sta emergendo sempre più come un driver chiave della trasformazione economica e tecnologica del Continente. Abbiamo fatto il punto con Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti, che sarà ospite del G&B Festival di Milano il 7 giugno alle ore 16:30.

    Nonostante le turbolenze economiche globali, si parla di crescita del mercato cleantech. Vigliotti, a che punto siamo?
    “L’Europa è oggi leader nel cleantech, grazie a politiche climatiche ambiziose e a un ecosistema innovativo che genera il 30% dei brevetti mondiali. Nel 2024, gli investimenti hanno superato gli 8,8 miliardi di euro, pari al 22% dei flussi globali. È la fase di scale-up che resta un nodo critico: servono strumenti finanziari più forti e mirati per trasformare le tecnologie verdi in industrie su larga scala. Per questo il ruolo degli attori pubblici è essenziale per attrarre capitali e rafforzare la fiducia del mercato”.Il cleantech europeo sta guadagnando slancio. Qual è il vostro ruolo?
    “Negli ultimi 5 anni, tramite il FEI, abbiamo investito 2,7 miliardi in 75 fondi specializzati di cleantech, ai quali si aggiungono i circa 18 miliardi di euro investiti dalla BEI in progetti che hanno una forte componente climatica-tecnologica. Tuttavia, notiamo che molte delle startup più promettenti faticano a trovare capitali adeguati per crescere in Europa e finiscono per essere acquisite da investitori esteri. Per invertire questa tendenza, abbiamo creato la European Tech Champions Initiative: un programma che punta a sostenere la creazione di 10-15 grandi fondi VC – ciascuno con almeno un miliardo di euro – per finanziare la crescita dei talenti tecnologici e ad assicurarsi che questi abbiano le risorse per crescere e restare in Europa”.In Italia emergono segnali incoraggianti. Qual è la scena Cleantech?“Secondo i dati di Cleantech for Italy, i finanziamenti sono cresciuti negli ultimi 5 anni, toccando un picco nel 2023 e restando solidi anche nel 2024 con circa 230 milioni di euro raccolti. L’Italia vede le sue startup cleantech nascere soprattutto nei settori agrifood, chimico e dei materiali. Per valorizzare questi punti di forza, è cruciale supportare spin-off universitari e partnership industriali, favorendo la scalabilità e l’adozione delle tecnologie pulite. Con la maturazione dell’ecosistema, crescerà anche il bisogno di finanziamenti per la fase di scale-up e commercializzazione: servono equity late-stage di massa critica e soluzioni di debito per sostenere investimenti industriali più consistenti”.

    Quali sono le iniziative di BEI per l’innovazione del clima?
    “In uno scenario geopolitico complesso, con il clima ormai ai margini dell’agenda internazionale, BEI ribadisce il suo ruolo di banca del clima Ue: lo scorso anno abbiamo destinato il 60% della nostra attività – oltre 50 miliardi di euro – a favore della transizione verde. E stiamo sviluppando nuovi pacchetti finanziari per sostenere i produttori europei di reti elettriche, oltre che gli investimenti delle PMI in efficienza energetica. Inoltre, a breve lanceremo TechEU: il più grande programma europeo a favore dell’innovazione tecnologica che mira ad attivare investimenti per 250 miliardi di euro entro il 2027, con un forte focus su investimenti in intelligenza artificiale, cleantech, healthtech”.

    In che altro modo supportate il climate tech?”Abbiamo avviato partnership pubblico-private per finanziare tecnologie climatiche, tra cui Breakthrough Energy Catalyst di Bill Gates. Inoltre, un esempio di successo finanziato tramite questa partnership è Energy Dome, startup milanese che ha sviluppato una batteria basata sulla conversione della CO?: i 25 milioni in Venture Debt della BEI e i 35 milioni in sovvenzioni Breakthrough Energy Catalyst stanno contribuendo alla costruzione del primo impianto su larga scala in Sardegna”.

    Altri esempi di sostegno in Italia?“L’anno scorso abbiamo investito in BeDimensional, startup genovese nata dall’IIT che sviluppa cristalli bidimensionali con proprietà termiche ed elettriche avanzate, e in Tau Group, startup torinese attiva nella produzione di filo ecosostenibile ad alte prestazioni per l’automotive. Inoltre, grazie agli investimenti FEI nei fondi MITO e Linfa Ventures, abbiamo sostenuto indirettamente i-Foria — che ricicla prodotti in cellulosa con soluzioni innovative – e Soplaya, che digitalizza e aggrega ordini per i ristoranti, riducendo sprechi alimentari ed emissioni di CO?”. LEGGI TUTTO

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    Maturità 2025, i compensi per presidenti e commissari sono fermi dal 2007

    Il ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’elenco dei commissari d’esame e dei presidenti di commissione della Maturità 2025. Un lavoro extra che viene retribuito. Ma quella somma è ferma dal 2007: diciotto anni durante i quali non c’è stato alcun adeguamento all’inflazione o al costo della vita. Una immobilità che desta perplessità e malumori tra i […] LEGGI TUTTO

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    Se la geopolitica dimentica di salvare la Terra

    La Giornata dell’Ambiente, dedicata quest’anno alla lotta contro l’inquinamento della plastica, vede l’impegno per la difesa del clima indebolito dal duello strategico fra Usa e Cina. Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, violando per la prima volta i limiti al surriscaldamento dell’atmosfera stabiliti dall’Accordo di Parigi, con una serie di eventi estremi — dai grandi incendi ai cicloni tropicali — che hanno causato il più alto numero di senzatetto dal 2008, secondo le stime dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo).

    Questa onda di devastazioni dovute al surriscaldamento del clima avrebbe dovuto portare le maggiori potenze industriali ad accrescere gli impegni presi per la riduzione dei gas nocivi, fino all’obiettivo di azzerarli. Ma quanto sta avvenendo sul terreno è l’esatto opposto.

    Le promesse della Cina di arrivare a “quota zero” nel 2060 e dell’India nel 2070 si allontanano nel tempo con un percorso parallelo agli Stati Uniti, che il presidente Donald Trump ha portato fuori dagli Accordi di Parigi. Mentre l’Unione Europea, pur mantenendo l’obiettivo di “zero emissioni” del 2050, si avvia ad una delicata revisione della tappa intermedia del 2040 destinata ad avere conseguenze di lungo termine, con l’allentamento di molti parametri. Si tratta di una chiara inversione di rotta rispetto al “Green Deal” firmato da Ursula von der Leyen durante il primo mandato da presidente della Commissione europea.

    Per comprendere la genesi di questa globale inversione di tendenza bisogna partire dalla guerra dei dazi che oppone anzitutto Washington e Pechino. Le decisioni di Trump di uscire dall’intesa di Parigi, bloccare i “fondi verdi” alle banche previsti dall’“Inflaction Reduction Act” di Joe Biden, sospendere le autorizzazioni ai nuovi progetti di energia rinnovabile e di espandere l’estrazione dei carburanti fossili nascono dalla convinzione che le politiche per lo sviluppo dell’energia “verde” costituiscono una “minaccia alla sicurezza nazionale” per via del fatto che implicano l’aumento dell’importazione di materiali e tecnologia dalla Cina. È un timore che nasce dalla supremazia di Pechino in alcuni mercati strategici, dai pannelli solari alle batterie verdi, e la scelta di Xi Jinping è stata di rilanciare su questo terreno immaginando, attraverso alcuni suoi consiglieri, un “Piano Marshall per la tecnologia pulita” destinato a creare una coalizione internazionale di Paesi sempre più legati, sul piano strategico, alla Cina.

    Come ben riassume Huang Yiping, rettore dell’Istituto di cooperazione e sviluppo Sud-Sud dell’Università di Pechino, “il piano di Xi può stimolare la domanda per manifatture cinesi sostenendo la trasformazione verde a livello globale”. Diplomatici cinesi sono stati nelle ultime settimane in missione nelle isole del Pacifico per declinare singole versioni del “Piano Marshall” e Pechino ha iniziato un pressing anche sulle capitali della Ue per offrire l’accelerazione dei legami commerciali proprio sulla base della convergenza sulla difesa dell’ambiente. Poco importa che Pechino ha la responsabilità di un terzo delle emissioni nocive del Pianeta e, assieme a New Delhi, guida all’interno del G20 un fronte di “falchi” convinto che il Sud Globale ha una sorta di diritto storico nell’usare più a lungo i gas serra perché i Paesi occidentali “colpevoli della colonizzazione” avrebbero accumulato un vantaggio nello sviluppo che ora deve obbligarli a frenare prima sulle emissioni rispetto a Paesi asiatici, africani e latinoamericani.

    Ciò che tiene assieme i tasselli del mosaico del Dragone è la scelta strategica di trasformare la difesa del clima in un tassello della sfida globale alle democrazie, per separare gli Usa dall’Europa, ed accelerare la corsa verso la leadership del pil del Pianeta. Anche per questo gli investimenti sulla collaborazione “green” di Xi guardano anzitutto ai Paesi con cui condivide la “Nuova Via della Seta”, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai ed il forum delle economie “Brics”: Russia, Brasile, India e Sudafrica.

    La commistione che si viene a creare fra decarbonizzazione e geopolitica spiega perché due senatori repubblicani vicini alla Casa Bianca, Bill Cassidy e Lindsey Graham, propongono il “Foreign Pollution Free Act” per sostenere l’esistenza di un “legame fra le azioni legislative su clima, sicurezza nazionale, economia ed energia” legittimando la politica di tariffe contro la Cina anche per difendersi dallo sviluppo di tecnologie rinnovabili “importate”.

    È questo scenario che pesa sull’Unione Europea impegnata da una parte a negoziare sui dazi con Washington per arrivare ad un’intesa entro inizio luglio e dall’altra a difendere quanto possibile il “Green Deal”. Senza per questo essere obbligata ad entrare nella sfera d’influenza del “Piano Marshall” del Dragone. Insomma, la geopolitica ruba il palcoscenico del clima a ciò che resta delle manifestazioni di Fridays for Future mentre il surriscaldamento dell’atmosfera accelera. LEGGI TUTTO

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    Il glaciologo Felix Keller: “Così possiamo salvare i ghiacciai”

    Nel cuore delle Alpi svizzere, dove le cime si specchiano nei laghi cristallini e il silenzio è interrotto solo dal sussurro del vento, si racconta una storia di resistenza e speranza. Proprio qui Felix Keller, docente del dipartimento di Scienze dei sistemi ambientali al Politecnico di Zurigo, ha dato vita, con la passione di un artigiano e la determinazione di un custode del tempo, il progetto MortAlive per proteggere i ghiacciai. Un piano audace, un gesto d’amore verso la montagna, un tentativo di preservare un patrimonio prezioso, che rischia di scomparire a causa del progressivo innalzamento delle temperature globali.
    Un’idea nata per caso
    L’idea gli balenò sette anni fa. Il naturalista stava pranzando con un collega, che gli disse: “Dato che sei un glaciologo, dovresti impegnarti per salvare i nostri ghiacciai”. “Scordatelo, non c’è modo di farlo”, fu la risposta. Ma il giorno dopo, mentre pescava in un torrente, Keller iniziò a pensarci su. Appassionato di violino, era solito trascorrere mezz’ora ogni mattina a esercitarsi. “Suonare apre la mente”, sostiene. “Mi aiuta a trovare nuove soluzioni”. LEGGI TUTTO

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    Tutti i numeri della crisi climatica

    Giornate cononde di calore e anomalie mediedi temperatura
    2024, anno dei record. Spicca l’ennesimo record di temperature globali registrato dal programma europeo Copernicus che indica il 2024 come l’anno più caldo da inizio registrazioni con, per la prima volta, il superamento della soglia di 1,5 °C sopra i livelli pre-industriali.

    Il mese di novembre 2024 è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo il novembre 2023, con una temperatura media dell’aria superficiale di 14,1°C, +0,7°C al di sopra della media di quel mese del periodo compreso tra il 1991 e il 2020. Il novembre 2024 è stato di 1,6°C al di sopra del livello pre-industriale ed è stato il 16° mese in un periodo di 17 mesi in cui la temperatura superficiale media globale dell’aria ha superato di 1,5°C i livelli pre-industriali. Anche la temperatura superficiale media marina per il mese di novembre 2024 ha registrato livelli record, con 20,6°C, il secondo valore più alto registrato per il mese, e solo 0,13°C al di sotto del novembre 2023. LEGGI TUTTO

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    Maturità 2025, pubblicati i nomi dei commissari esterni, oltre 500 mila gli studenti coinvolti

    L’attesa è terminata. Dopo giorni di trepidazione, di indiscrezioni e di presunte date, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato i nomi dei docenti e dei dirigenti scolastici che esamineranno oltre mezzo milione di studenti dell’ultimo anno delle superiori. A questo punto, sarà possibile conoscere tutti i nominativi dei commissari esterni e dei presidenti di commissione collegandosi all’apposito motore di ricerca predisposto da viale Trastevere: (https://matesami.pubblica.istruzione.it/). E le famiglie potranno avviare la caccia al professore.
    I numeri
    A sondare la preparazione di 524mila ragazze e ragazzi che frequentano l’ultimo anno dei licei, degli istituti tecnici e professionali saranno 13mila e 900 presidenti di commissione, professori di esperienza e dirigenti scolastici, 41mila e 700 commissari esterni per le discipline individuate lo scorso mese di gennaio: italiano, filosofia e scienze naturali al liceo classico e allo scientifico; italiano, che avrà anche il compito di correggere il compito scritto, lingua straniera 1 e storia dell’arte al liceo linguistico; italiano, lingua straniera scienze naturali al liceo delle scienze umane; italiano, matematica ed elettronica nell’omonimo indirizzo dell’istituto tecnico; italiano, inglese e matematica all’alberghiero. Le commissioni, una ogni due quinte classi di scuola statale e paritaria, sono completate da 83mila e 400 membri interni, tre per ogni classe, designati dagli stessi consigli di classe per le discipline non assegnate ai commissari esterni. Per un totale di circa 139mila addetti ai lavori.
    Il balletto delle rinunce
    I nominativi presenti nel motore di ricerca sono quelli individuati dal ministero. Ma l’esperienza insegna che una parte di questi nominativi “rinuncerà”, quasi sempre per malattia, e saranno altri i docenti che condurranno gli esami. Anche perché i compensi per i membri delle commissioni sono fermi al 2007, 18 anni fa.
    I maturandi
    Il grosso dei candidati alla maturità frequenta i licei. Saranno infatti oltre 268mila coloro che si presenteranno al cospetto delle commissioni per affrontare le due prove scritte e il colloquio. Quasi 170mila saranno invece gli studenti che concluderanno gli studi in un istituto tecnico e 86mila i compagni che usciranno dagli istituti professionali. Un folto drappello di studenti, 13mila circa, proverà ad affrontare gli esami con una preparazione fai da te: sono i cosiddetti privatisti o candidati esterni. Alcuni si preparano a salti di diversi anni perché bocciati durante il corso di studi regolare. Ma dal prossimo anno scolastico, grazie al decreto-legge approvato ieri dal parlamento, non sarà più possibile accorciare di troppo i percorsi. In 511mila hanno invece seguito un regolare corso di studi.
    Lo scoglio dell’ammissione
    Prima di approdare alle prove, i 524mila studenti in pole position dovranno vedersela con l’ammissione agli esami. Sono gli stessi docenti interni a decretare chi potrà arrivare alle prove e chi dovrà frequentare un altro anno la quinta classe. Lo scorso anno, venne fermato in anticipo il 3,6% degli studenti. Mentre quasi tutti, il 99,8%, sono stati promossi agli esami.
    Le prove
    Per la tornata 2025, la prova scritta di Italiano è prevista per mercoledì 18 giugno. L’indomani sarà la volta della seconda prova scritta: Latino al liceo classico; Matematica al liceo scientifico; lingua e cultura straniera 1 al Liceo linguistico; lingua inglese per gli Istituti tecnici del settore economico indirizzo “Turismo”; geopedologia, economia ed estimo per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”. LEGGI TUTTO