Giugno 2025

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    Transizione energetica inclusiva: in arrivo il Piano Sociale per il Clima

    In dirittura d’arrivo il Piano Sociale per il Clima. Il Piano, che sarà inviato alla Commissione europea entro il 30 giugno si inserisce nel quadro del Regolamento (UE) 2023/955, che ha istituito il Fondo Sociale per il Clima, destinato ad accompagnare i cittadini più vulnerabili nella transizione energetica e attutire l’impatto del nuovo sistema europeo di scambio delle emissioni.

    Previsti interventi di riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica e contributi fino al 100% per gli interventi di riqualificazione energetica da parte dei nuclei familiari con Isee fino ai 20.000 euro. Il Piano sarà operativo dal 1° gennaio 2026 come richiesto dall’Unione europea che prevede la riduzione del 30% delle emissioni entro il 2032.

    Fisco verde

    Fotovoltaico, al via i nuovi incentivi per l’autoconsumo e i sistemi di accumulo

    di Antonella Donati

    03 Giugno 2025

    Interventi per famiglie vulnerabili e microimprese
    Il Piano nasce per rispondere all’introduzione all’introduzione dell’Ets 2, un sistema di scambio di quote di emissione esteso dal 2027 agli edifici e al trasporto su strada in Europa. Il Fondo Sociale per il Clima finanzia interventi per sostenere questa transizione. In questo ambito ciascuno Stato con il proprio Piano nazionale deve identificare strutture di supporto per: famiglie vulnerabili in condizioni di povertà energetica, fasce con Isee limitato nelle aree rurali o urbane in transizione, microimprese ad alta intensità energetica. Le risorse saranno distribuite nel periodo 2026?2032, in funzione del costo sociale stimato dell’applicazione dell’Ets 2 su scala nazionale.

    Fisco verde

    Bonus climatizzatori, come funziona l’agevolazione per impianti fissi o portatili

    di Antonella Donati

    28 Maggio 2025

    Contributi a fondo perduto e Reddito energetico
    Il Piano prevede innanzitutto interventi per l’efficientamento edilizia pubblica (Erp), riqualificando interi edifici tramite isolamento, infissi, domotica, fotovoltaico. I progetti saranno realizzati dalle progetti dalle ESCo, Energy Service Company, che otterranno i finanziamenti in maniera diretta, ma avranno l’obbligo di migliorare di almeno il 30% la classe energetica dell’edificio. Per quanto riguarda invece l’edilizia privata sono previsti contributi al 100% per il miglioramento energetico di immobili di proprietà di nuclei familiari con un Isee fino a 20.000? euro. L’accesso avverrà tramite sportello permanente con graduatorie annuali. Anche il Reddito energetico sarà rifinanziato nell’ambito del piano, per il sostegno all’installazione di impianti fotovoltaici (2–6 kW) con accumulo e pompa di calore, destinati a famiglie con Isee fino a 15.000 euro, o al 30.000 in caso di nuclei con almeno quattro figli.

    Fisco verde

    Fotovoltaico, al via i nuovi incentivi per l’autoconsumo e i sistemi di accumulo

    di Antonella Donati

    03 Giugno 2025

    Microimprese e autoconsumo
    Analoghi incentivi sono destinati anche alle per microimprese vulnerabili, vale a dire per le imprese con meno di 10 dipendenti che risentono in modo significativo dell’impatto sui prezzi dovuto all’inclusione delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dagli edifici o dal trasporto su strada nell’ambito di applicazione della direttiva 2003/87/CE e che, ai fini della loro attività, non hanno i mezzi per ristrutturare l’edificio che occupano o per acquistare veicoli a zero e a basse emissioni o per passare a modi di trasporto alternativi sostenibili, compresi i trasporti pubblici. Anche per queste imprese è prevista la copertura al 100% di una gamma di misure di efficientamento, selezione delle imprese in base al rapporto tra costi energetici e fatturato, graduatorie e priorità per immobili in classi energetiche peggiori (F?G).

    Fisco Verde

    Reddito energetico 2025: come funziona e limiti di accesso

    Antonella Donati

    06 Maggio 2025

    Sportelli per tutte le pratiche
    Per rendere più facile l’accesso ai contributi arriveranno i Tutor per l’energia domestica (Ted), ossia sportelli per consulenza gratuita a famiglie e microimprese vulnerabili. Sarà possibile ottenere un servizio di consulenza gratuito su comportamento energetico, accesso ad incentivi, contratti di fornitura, pratiche ESCo. Dovrà essere attivato almeno uno sportello per provincia. LEGGI TUTTO

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    Il paradiso protetto, nella Polinesia Francese la più grande area marina protetta al mondo

    Il paradiso protetto. Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC-3) in corso a Nizza è arrivata una bella notizia: la Polinesia Francese ha annunciato la creazione della più grande Area marina protetta al mondo. Sappiamo bene quanto fra inquinamento, sovrapesca, acidificazione, innalzamento delle temperature, perdita di biodiversità e diminuzione delle specie i mari del mondo siano oggi sottoposti a costante pressione. Per questo la scelta di ampliare le aree protette, dove limitare le azioni antropiche, è un’iniziativa che include un messaggio di speranza per il futuro. Un messaggio che la Polinesia Francese ha deciso di inviare al mondo. L’estensione dell’Area marina protetta coprirà infatti tutta la Zona economica esclusiva (ZEE) del Paese: verranno tutelati circa 5 milioni di chilometri quadrati di mare con limitazioni per esempio alla pesca a strascico e attenzioni particolari alla protezione degli ecosistemi. Saranno anche imposti limiti a qualsiasi pratica estrattiva e mineraria, tema molto discusso a Nizza vista l’intenzione di Donald Trump – nonostante gli Usa non siano presenti alla Conferenza – di voler sfruttare anche le risorse degli abissi.

    La Polinesia, luogo di meravigliosi coralli che come ovunque sono in forte difficoltà (il 50% di quelli di tutto il mondo è già gravemente impattato), ospita una biodiversità unica fra cetacei e specie marine: le sue acque sono l’habitat di 21 specie di squali, di uno straordinario sistema di barriera corallina con 176 specie di coralli e 1.024 specie di pesci. Per questo si è deciso, di 5 milioni di AMP, di conservarne 1 milione come aree quasi completamente protette, di classe 1 e 2, dove in pratica è consentita solo una pesca tradizionale e sostenibile, oppure dove si potranno tenere attività di ecoturismo o di ricerca. Nel 2026 poi il governo si è poi impegnato ad aggiungere altri 500mila chilometri quadrati all’area. “Abbiamo gestito questa ZEE con saggezza per secoli, utilizzando le tecniche tramandate dalle generazioni precedenti a noi e dai nostri antenati, ma ora volevamo fare un passo coraggioso in avanti per essere in linea con gli standard internazionali dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ndr)” ha detto il presidente della Polinesia francese, Moetai Brotherson. “Si tratta di un risultato straordinario e di un contributo di rilevanza mondiale alla protezione del nostro Oceano” ha dichiarato Grethel Aguilar, direttore Generale dell’IUCN, aggiungendo che “dando priorità alla biodiversità, alle conoscenze tradizionali e alle generazioni future, la Polinesia Francese ha stabilito un nuovo standard di leadership nella conservazione marina. Questi impegni dimostrano che i piccoli territori insulari possono avere un impatto enorme sulla sostenibilità globale”. Impegni che, tra l’altro, arrivano proprio da luoghi meno responsabili delle emissioni climalteranti ma altamente impattati dalle conseguenze della crisi climatica innescata dall’uomo: anche i territori polinesiani infatti soffrono per l’innalzamento dei livelli del mare dovuto dal surriscaldamento degli oceani.

    A Nizza l’estremo tentativo per salvare gli oceani: “Sempre più caldi, acidi e inquinati”

    09 Giugno 2025

    Ora si tratterà di capire se altri Paesi seguiranno l’esempio, nel tentativo di centrare l’obiettivo – stabilito dal High Ambition Coalition for Nature and People – di proteggere il 30% degli oceani entro il 2030, un traguardo che appare lontano se si pensa che oggi solo l’8.3% dei mari è realmente tutelato da Aree marine protette. La prossima che potrebbe seguire la Polinesia è Samoa che ha annunciato di voler tutelare il 30% delle sue acque nazionali. Inoltre sempre la Polinesia Francese ha spiegato, per permettere alla pesca e l’economia di prosperare, che creerà delle zone di pesca artigianali per un totale di 186mila chilometri quadrati attorno alle Isole Australi, Marchesi e Gambier. Qui si potrà pescare solo con lenza e su barche inferiori a 12 metri, mentre la pesca industriale sarà severamente vietata. Per il presidente francese Emmanuel Macron si tratta di una “decisione storica che segna una svolta nella protezione dell’Oceano Pacifico. Forniremo alla Polinesia i mezzi per monitorare queste aree” e ha aggiunto che al termine della Conferenza di Nizza spera di arrivare, fra accordi e annunci, a una protezione del 12% degli oceani rispetto agli otto attuali. Nel frattempo i Paesi che hanno ratificato il Trattato sull’alto mare sono quasi 50, numero che si avvicina alla soglia necessaria di 60 per poter far entrare in vigore a breve i termini dell’accordo (che è giuridicamente vincolante e riguarda le acque internazionali), un accordo che rientra nel famoso impegno 30×30, ovvero proteggere il 30% di terre e mari entro il 2030. In attesa di nuove adesioni nella Conferenza di Nizza che terminerà venerdì si susseguono poi anche gli annunci di iniziative di gruppi privati impegnati nella protezione dell’oceano. Dall’Italia, il Gruppo Prada e Unesco per esempio hanno lanciato un nuovo fondo per la conservazione chiamato “Sea Beyond Multi-Partner Trust Fund for Connecting People and Ocean” con un contributo iniziale di Prada di 2 milioni di euro e che ha lo scopo proprio di mobilitare risorse, dei privati, per aiutare la difesa dei mari. LEGGI TUTTO

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    Maturità 2025, cos’è e a che cosa serve il curriculum dello studente

    Il Curriculum della studentessa e dello studente è una fotografia del percorso formativo di studenti e studentesse sia dentro la scuola che fuori. All’interno ci sono infatti notizie sul cammino scolastico, certificazioni conseguite, attività extrascolastico, passioni e impegni. Tototema, maturità 2025: dall’IA a D’Annunzio. Ecco le possibili tracce della prima prova di Giulia D’Aleo 05 […] LEGGI TUTTO

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    Burro dall’aria senza sacrificare il gusto: ci pensa una startup (su cui ha puntato Bill Gates)

    “Alla base del gusto eccezionale del nostro burro c’è un processo scientifico in grado di dare vita ad una nuova Era Alimentare. Creando grassi senza coltivazioni animali o vegetali, possiamo ridurre drasticamente il consumo di suolo, di acqua e l’uso dii fertilizzanti necessari per la produzione agricola di grassi, che attualmente rappresenta il 7% delle emissioni di gas serra del pianeta. Paragonabili alle emissioni di tutte le auto in circolazione. È un obiettivo enorme, ma utilizzando ingredienti che non richiedono compromessi in termini di gusto o prestazioni, crediamo che sia alla nostra portata. Questa è la strada giusta per dare il nostro contributo: adesso, perché siamo dinanzi alla più grande crisi climatica mai verificatasi prima d’ora”.

    A parlare è Kathleen Alexander, co-fondatrice e CEO di Savor, startup climate tech nata a San Jose (in California) nel 2022, che da qualche giorno ha annunciato il lancio commerciale del ‘burro senza burro’ un prodotto rivoluzionario, realizzato in laboratorio a partire da anidride carbonica e idrogeno, senza l’utilizzo di grassi animali o vegetali, offrendo un’alternativa sostenibile al burro tradizionale. Si tratta di una startup alimentare pionieristica che crea grassi puri, versatili e sostenibili direttamente dal carbonio, senza bisogno di agricoltura convenzionale.

    A credere nel progetto Breakthrough Energy Ventures – il fondo di Bill Gates che scommette su giovani aziende tech che combattono il cambiamento climatico – che ha investito circa 33 milioni di dollari insieme a Synthesis Capital. I fondi sono serviti per far partire il primo stabilimento produttivo a Batavia (in Illinois) da 2300 metri quadrati. “Crediamo in un futuro in cui possiamo usare meno per creare di più. Un futuro in cui possiamo creare e proteggere l’abbondanza nel mondo naturale. Per arrivarci, dobbiamo ampliare le nostre fonti e i mezzi di produzione alimentare. In Savor, questa è la nostra missione e abbiamo trovato un modo per produrre grassi e oli, un macronutriente vitale, utilizzando alcuni dei processi chimici organici più antichi ed efficienti della Terra”, spiegano dall’azienda.

    (foto: Savor.it)  LEGGI TUTTO

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    Dalle promesse dello sport a cantanti e influencer: ecco i giovani famosi alla prova Maturità

    Nell’elenco di 524mila ragazzi e ragazze che il 18 giugno affronteranno la prima prova dell’esame di maturità del 2025 ce n’è qualcuno più conosciuto di altri.
    Prendiamo ad esempio Andrea Kimi Antonelli, diciotto anni, giovanissimo pilota di Formula 1 a bordo della Mercedes. E studente. Già perché Antonelli, ne ha parlato spesso, sta concludendo il suo percorso di studi presso l’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno, alternando qualche lezione ai tantissimi impegni in pista. Con la sua scuola ha dovuto fissare una data per sostenere gli esami finali perché di mezzo ci sono le gare. Un incastro non semplice. Ma Antonelli ha spiegato: “Ho studiato per così tanti anni, sarebbe un peccato abbandonare proprio sul finale. Inoltre mia madre ci tiene molto, quindi lo farò anche per lei”. A preoccuparlo di più non è però il tema di italiano del primo giorno, quanto la matematica, “una materia davvero complicata per me”, ha ammesso Antonelli al podcast The Fast and the Curious. Numeri ed equazioni quelli sì, sono peggio di un Gran Premio. Molto meglio invece l’inglese, “mi riesce bene”.
    Dalle curve alla terra rossa, tra i banchi dell’esame di Stato ci sarà anche Federico Cinà, giovane promessa del tennis italiano. Nato a Palermo, soprannome “Pallino”, è iscritto a una International school e quest’anno concluderà gli studi.
    Così sarebbe dovuto essere anche per Sarah Toscano, popstar in ascesa, vincitrice di Amici nel 2024, all’ultimo Festival di Sanremo con il dance-pop Amarcord. Della scuola, in un’intervista a Repubblica, aveva detto: «Sono in pausa: ad Amici non c’era la possibilità di portarla avanti, mi manca solo il quinto, che sto rimandando da due anni a causa degli impegni di lavoro; a breve lo recupero come privatista, prenderò la maturità».
    E ancora: ci sarà Alberto Tozzi, influencer romagnolo di origini napoletane, che frequenta l’Istituto professionale per i servizi socio-sanitari; Carla Famulari, giovane tiktoker siciliana, iscritta al liceo classico; Flavia Leone, attrice romana della serie tv Di4ri su Netflix, che si diplomerà al liceo classico Visconti; Giada Pasqui, tiktoker toscana iscritta al liceo linguistico, diventata famosa per il podcast di Twitch “Il Testosterone”; Giorgia Mordenti, creator e studentessa di un istituto tecnico a indirizzo amministrazione, finanza e marketing; Michele Mazzoni, giovane calciatore marchigiano, volto di TikTok, e alunno di un istituto professionale con indirizzo commercio.
    Si è già, o meglio “finalmente”, come ha scritto lei stessa, diplomata in una scuola americana, con tanto di consegna della pergamena e cerimonia in stile high school, Chanel Totti. Definitivo il commento sui social del padre Francesco Totti: “Ora nevica”. LEGGI TUTTO

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    Come migliorare la qualità dell’aria in casa con le piante

    Nelle case le piante rappresentano elementi di arredo che rendono gli ambienti colorati e ricercati. Oltre a fare la differenza dal punto di vista estetico, molte varietà sono estremamente utili per la salubrità degli spazi, visto che migliorano la qualità dell’aria producendo ossigeno, contrastando gli agenti inquinanti che si insinuano tra le mura domestiche e regolando i livelli di umidità. Ci sono alcune piante da appartamento che si prestano particolarmente a purificare l’aria, eliminando l’inquinamento domestico, diventando quindi immancabili nelle nostre stanze.

    Come purificare l’aria in casa con le piante
    Nella cura della casa, tra i tanti aspetti da tenere in considerazione, spicca anche la qualità dell’aria, che purtroppo non sempre è ottimale. Infatti, l’inquinamento casalingo è un problema diffuso, frutto della concausa di diversi fattori. La salubrità del microclima domestico viene minata per esempio da agenti chimici rilasciati da mobili, vernici, plastiche e prodotti per la pulizia e da acari, muffe, batteri, parassiti, funghi e fumo di sigaretta. A tutto questo si aggiungono anche inquinamento acustico, smog cittadino, temperature molto alte oppure troppo basse, umidità elevata e ridotto ricambio d’aria.

    Vivere in ambienti in cui la qualità dell’aria è scarsa incide negativamente sulla nostra salute, portando a criticità come stanchezza, fastidi alla testa, allergie e problematiche respiratorie. Le piante da appartamento, capaci di assorbire gli agenti nocivi e di mantenere i giusti livelli di umidità, possono in parte aiutare a migliorare la qualità dell’aria in casa.

    Questo avviene grazie alla fotosintesi clorofilliana, attraverso cui le piante assorbono l’anidride carbonica e rilasciano l’ossigeno nell’aria, al loro processo di traspirazione, attraverso le loro foglie che liberano vapore acqueo, mantenendo i gusti livelli di umidità, e alla loro capacità di filtrare contaminanti chimici.

    Dall’aloe vera alla sansevieria
    Tra le varie tipologie di piante che assolvono alla perfezione il compito di migliorare la qualità dell’aria spicca l’aloe vera, splendida pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Asphodelaceae. Nota per la sua bellezza e le sue proprietà curative, questa pianta si distingue anche per la sua capacità di purificare l’aria, in particolare assorbendo agenti inquinanti, come ad esempio la formaldeide. Inoltre, rilascia costantemente ossigeno, rendendo gli ambienti più salubri, rappresentando quindi una scelta ottimale per contrastare l’inquinamento indoor. Questa meravigliosa pianta conta anche su una manutenzione molto semplice, non richiedendo grandi cure, avendo bisogno di poca acqua, ma molta luce.

    Altra pianta consigliata è la sansevieria, che incanta con il suo aspetto esotico e la sua capacità di purificare l’aria delle case. Proveniente dal Madagascar e appartenente alla famiglia delle Asparagaceae, questa meravigliosa pianta tropicale succulenta genera ossigeno nel corso della notte, ripulendo le stanze dalle sostanze inquinanti: in particolare, permette di evitare problematiche come la gola secca, essendo molto efficace in camera da letto. Chiamata anche lingua di suocera, è ideale per contrastare la formaldeide, sostanza che si trova spesso nei detersivi, e l’elettrosmog, proveniente dagli elettrodomestici. Semplice da coltivare, la sansevieria è estremamente resistente, adattandosi a temperature differenti e sopportando la siccità. Questa pianta necessita di poche cure: non richiede molta luce, sopravvivendo anche nell’ombra, e si accontenta di irrigazioni sporadiche.

    Altre piante facili da coltivare in casa
    Un’inquilina verde da non farsi mancare negli ambienti domestici è la dracena, tra le migliori per purificare l’aria. Appartenente alla famiglia delle Asparagaceae, è nota per il suo aspetto unico, che ricorda quello di una palma, donando un tocco esotico ovunque si trovi. Inoltre, si distingue per la sua capacità costante di assorbire anidride carbonica e produrre ossigeno, aspetto che le consente di essere un ottimo strumento per migliorare la salubrità dell’aria. La dracena riduce i livelli di inquinamento indoor ed elimina sostanze come tricloroetilene, formaldeide e xilene, oltre a contrastare il fumo di sigaretta, essendo ideale nelle case abitate da fumatori. Da porre in un luogo luminoso e umido, nella sua cura è necessario prestare attenzione alle irrigazioni, dovendo darle da bere con regolarità, ma evitando eccessi idrici, visto che le sue radici tendono a marcire facilmente.

    Tra le piante più affascinanti con cui contrastare l’aria impura spicca il pothos, appartenente alla famiglia delle Araceae. Splendida rampicante, proveniente dalle isole Salomone, arreda gli ambienti con le sue grandi foglie verdi brillanti e, oltre che scenografica, è anche nota per le sue capacità di purificare l’aria, eliminando agenti inquinanti e tossine, come formaldeide, carbonio e benzene. Altro punto di forza del pothos è la sua coltivazione semplice, tanto da essere adatto anche a coloro che sono alle prime armi con il giardinaggio. Molto resistente, cresce nelle condizioni più estreme, perfino in ambienti bui e secchi: gli unici accorgimenti da mettere in atto nella sua cura sono evitare le irrigazioni eccessive, in quanto la pianta è soggetta al marciume radicale, e le temperature troppo fredde, che mal tollera.

    Poi c’è l’edera, pianta rampicante tra le più amate e diffuse, che decora non solo balconi e muri, ma anche interni. Appartenente alla famiglia delle Araliaceae, questa pianta sempreverde cattura sostanze inquinanti, come benzene e tricloroetilene, e agenti pericolosi, tra cui ad esempio la formaldeide, responsabili di allergie e problematiche a livello respiratorio. Oltre a contrastare gli inquinanti indoor, l’edera ha il pregio di essere piuttosto semplice da coltivare, adattandosi a diverse temperature, seppur la si debba proteggere dalle gelate. La pianta si sviluppa anche all’ombra ed è necessario irrigarla in modo da mantenere il terriccio umido, ma mai eccessivamente bagnato.

    Il ficus è ideale anche come arredo. Questa pianta, che appartiene alla famiglia delle Moraceae, dona un tocco esotico agli spazi domestici, aiuta a eliminare al contempo agenti inquinanti, tossine e fumo di sigaretta. Tra le diverse varietà, una estremamente capace di purificare l’aria è il ficus benjamin, con cui contrastare facilmente sostanze chimiche come benzene, formaldeide, ammoniaca, colle e pesticidi. Elegante e longeva, questa pianta è semplice da coltivare, richiedendo un luogo luminoso, un terreno drenato, temperature medio alte e irrigazioni moderate, evitando di esagerare con l’acqua, visto che non tollera i ristagni idrici.

    Tra le piante d’appartamento antismog spicca anche l’anturio, noto per le sue splendide foglie a forma di cuore, spesso rosse scure, capaci di assorbire agenti tossici, in particolare sostanze come toluene, xilene e formaldeide. Appartenente alla famiglia delle Araceae e originaria dell’America centrale e del sud, questa pianta tropicale sempreverde ripulisce l’aria di casa e decora gli ambienti grazie al suo aspetto esotico. Per farla risplendere è necessario evitare l’esposizione alla luce solare diretta e proteggerla dalle correnti d’aria. La pianta va irrigata spesso, ma con poca acqua, mantenendo l’ambiente sempre umido, evitando però i ristagni idrici. LEGGI TUTTO

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    Maturità 2025, l’astronauta Parmitano: “L’esame è come una prova teatrale, così si gestisce l’ansia”

    Alla maturità come su un palco: “Ha qualcosa a che fare con una prova teatrale. Io almeno, che negli anni del liceo amavo recitare, l’ho vissuta così”, racconta Luca Parmitano, l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea che nel 1995 si è diplomato allo scientifico Galileo Galilei di Catania.

    Dalle promesse dello sport a cantanti e influencer: ecco i giovani famosi alla prova Maturità

    di Viola Giannoli

    08 Giugno 2025

    Qual è il legame fra scuola e teatro?
    “All’esame si puoi dimostrare quel che si è fatto, come quando si lavora per preparare uno spettacolo. Forse può apparire strano, ma pensavo alla maturità come a un’opportunità per far vedere che ero pronto, più che come un ostacolo”.
    Niente stress dunque?
    “Un esame non è mai interamente sotto al nostro controllo, lo stress può seguire alti e bassi, però non ne ho un ricordo traumatico. Subito dopo avevo in programma gli esami per l’ingresso all’Accademia Aeronautica. Ho vissuto quindi la maturità come una prova generale. A 18 anni volevo comunque andare oltre, e dimostrare che avevo la preparazione giusta per riuscirci”.

    Tototema, maturità 2025: dall’IA a D’Annunzio. Ecco le possibili tracce della prima prova

    di Giulia D’Aleo

    05 Giugno 2025

    Quali erano i suoi sogni?
    “Mi affascinava il volo, sentivo che in un modo o nell’altro volevo diventare pilota. Mi sono laureato all’Accademia nel 2000, l’anno successivo ho preso il brevetto di pilota militare. Nel 2007 sono stato selezionato per diventare collaudatore e sperimentatore. Ho seguito un corso in Francia particolarmente impegnativo il cui obiettivo era diventare “comfortable with being uncomfortable”, cioè a sentirsi a proprio agio nelle situazioni di disagio. L’anno dopo ho partecipato alla selezione per la nuova classe degli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea”.
    Uno scontro in volo con una cicogna che ha infranto l’abitacolo del suo aereo, il casco pieno d’acqua durante una passeggiata spaziale. Non le sono mancate le occasioni per sentirsi uncomfortable.
    “In quei momenti ho fatto leva sulla mia preparazione. Il difetto del casco, che ha iniziato a pompare l’acqua di raffreddamento attorno a occhi, bocca e naso, impedendomi di vedere e quasi di respirare, non era neanche mai stato previsto dalla Nasa. Non avevamo studiato una procedura di emergenza per quella specifica eventualità, ma l’addestramento che avevo alle spalle mi ha permesso di trovare una via d’uscita”.

    Maturità 2025, pubblicati i nomi dei commissari esterni, oltre 500 mila gli studenti coinvolti

    di Salvo Intravaia

    04 Giugno 2025

    Ha consigli da dare ai ragazzi per affrontare i momenti di stress?
    “Lo stress non è un nemico, ma un alleato che ti spinge a dare di più. Diventa un problema quando supera una certa soglia e si trasforma in distress, cioè disagio. A quel punto le performance smettono di migliorare e subiscono un calo rapido. La nostra capacità di reagire alla difficoltà crolla, come quando un cerbiatto illuminato dalle luci di un faro si paralizza senza riuscire a fuggire. L’addestramento che ho seguito come pilota e astronauta è sempre stato mirato a spostare più in là il punto in cui lo stress si trasforma in distress”. LEGGI TUTTO