18 Giugno 2025

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    Pesticidi tossici rinvenuti nella pioggia: lo studio in Giappone

    Pesticidi vietati in Europa, ma trovati nell’acqua piovana, quindi nell’ambiente. La scoperta in uno studio condotto in Giappone, che fa tornare attuale il dibattito sui neonicotinoidi, una classe di insetticidi sintetici, nata tra gli anni ’80 e ’90 che in pochi anni sono diventati tra i pesticidi più utilizzati a livello mondiale. Ma l’Ue ha deciso di vietarli a partire dal 2018, nonostante le pressioni esterne ed i ricorsi ai tribunali. La diffusione massiccia dei neonicotinoidi è legata all’utilizzo nella protezione delle colture agricole, e nel controllo dei parassiti negli animali domestici. Le sostanze chimiche contenuti in questi pesticidi sono neurotossiche ed agiscono sul sistema nervoso degli insetti, causando paralisi e infine la morte.

    Salute e ambiente

    Pfas nel vino 100 volte superiori rispetto all’acqua potabile

    di Paola Arosio

    30 Maggio 2025

    Una delle caratteristiche che ne ha determinato il successo globale è che sono sistemici, cioè una volta applicati vengono assorbiti dalla pianta e si diffondono in tutti i suoi tessuti: foglie, fusto, radici e anche nel polline e nettare. Questo li rende efficaci contro gli insetti che si nutrono della pianta, ma rappresenta anche un grosso problema per gli organismi non bersaglio.

    Infatti, nonostante la loro indubbia efficacia, i neonicotinoidi sono stati oggetto di forti critiche (e divieti) proprio a causa dell’impatto ambientale, in particolare nei confronti di api, bombi e altri insetti impollinatori. Anche a dosi non letali, i neonicotinoidi possono causare gravi problemi al sistema nervoso degli impollinatori, disorientandoli, compromettendo la loro capacità di ritrovare l’alveare. Alcuni studi hanno persino suggerito che le api possano sviluppare una sorta di “dipendenza” da queste sostanze.

    Biodiversità

    Riscaldamento globale e agricoltura intensiva: un cocktail letale per le api

    di Simone Valesini

    20 Maggio 2025

    Altro fattore negativo è la contaminazione ambientale. Usati sulle piante, possono raggiungere facilmente ed intossicare le acque sotterranee, i pozze, i fiumi, mettendo a rischio anche gli organismi acquatici, con ricadute sulla catena alimentare; ci sono rischi anche per diverse specie di fauna selvatica, come le farfalle ed i coleotteri, con possibili ripercussioni per gli uccelli. L’Unione Europea, in tempi recenti, ha riconosciuto i gravi rischi associati ai neonicotinoidi e ha adottato misure restrittive imponendo un divieto quasi totale sull’uso di alcuni neonicotinoidi per tutti gli impieghi esterni su colture. Vietata anche l’esportazione, che avveniva in special modo verso i paesi più poveri, così come l’importazione di alimenti per le api, contaminati da neonicotinoidi. Ed a buona ragione, visto che quello che è stato scoperto da uno studio in Giappone, il primo al mondo, che ha svelato la sua presenza nell’acqua piovana.

    Infatti dal 1993, gli insetticidi neonicotinoidi sono ampiamente utilizzati anche in Giappone, principalmente per la coltivazione del riso e la protezione delle pinete. Fino ad oggi, però, si ipotizzava che la diffusione dell’insetticida nell’ambiente avvenisse principalmente attraverso il deflusso idrico dai terreni agricoli, essendo le sostanze che lo compongono poco volatili, cioè poco inclini all’evaporazione e per questo non si potessero trovare nell’aria o nella pioggia.

    Ambiente e Salute

    Nelle case europee quasi 200 pesticidi “invisibili”: “Mix potenzialmente tossico”

    di Pasquale Raicaldo,

    18 Aprile 2025

    Al contrario, la ricerca condotta dal professor Masumi Yamamuro dell’Università di Tokyo ha dimostrato, che si trovano anche nella acqua, che scende dalle nuvole; lo studio nipponico quindi, ha rivelato che le precipitazioni potrebbero diventare un potenziale mezzo di inquinamento ambientale del tutto incontrollato. Per lo studio, sono stati raccolti campioni di acqua provenienti da due città del Giappone, Tsukuba e Kashiwa, analizzati in diversi mesi del 2023 e 2024.

    I risultati non hanno lasciato dubbi. Il 91% dei campioni conteneva neonicotinoidi, con la concentrazione totale più alta di 1,72 ng/L rilevata ad agosto 2024. Tra le sostanze contenute l’acetamiprid si è classificato al primo posto con una frequenza di rilevamento dell’82%, seguito da thiacloprid, 73% e dinotefuran 45%, alcune delle quali sono le sostante vietate in Ue dal 2018.

    E di fatto la ricerca giapponese è il primo rapporto scientifico che dimostra la presenza di neonicotinoidi nelle precipitazioni, mentre uno studio precedente, sempre giapponese, ma datato 2019 aveva evidenziato che questa classe di pesticidi avrebbe avuto un contribuito impattante nella morte di massa di diverse specie di pesci, crostacei e plancton in un lago situato nella regione meridionale del Paese.

    Ora la questione degli effetti dei neonicotinoidi potenzialmente riguarda anche la salute umana, per questo ci sono ancora ricerche in corso, non potendo escludere rischi per l’uomo, soprattutto a seguito di esposizioni prolungate o in determinate condizioni, come la gravidanza. Infatti a preoccupare l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, è il potenziale effetto neurotossico che potrebbe avere nella fase di sviluppo dell’embrione, il feto e il bambino. Ragioni sufficienti per l’EFSA che ha suggerito di abbassare alcuni livelli guida per l’esposizione e ha richiesto che gli studi sulla neurotossicità in fase di sviluppo diventino parte integrante delle richieste di autorizzazione per la commercializzazione di questi prodotti.

    Questa ricerca dunque, per la prima volta al mondo dimostra in modo chiaro che i neonicotinoidi, possono viaggiare nell’aria e cadere a terra con la pioggia, che potenzialmente può raggiungere anche luoghi molto lontani dai campi dove vengono usati. LEGGI TUTTO

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    Clima, le foreste della Nuova Zelanda assorbono il 60% in più di CO2

    Le foreste della Nuova Zelanda stanno assorbendo una quantità più anidride carbonica superiore di quanto inizialmente stimato. Addirittura la capacità di assorbimento del carbonio delle foreste native potrebbe essere al 60% maggiore di quanto calcolato fino adesso dagli scienziati. A rivelare il ruolo cruciale di queste foreste è uno studio pubblicato sulla rivista Atmospheric Chemistry […] LEGGI TUTTO

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    Quelle tracce belle e disperatissime che ci parlano di un mondo in fiamme

    Sono belle le tracce per i temi di maturità di quest’anno. Belle e disperatissime. Il mondo è in fiamme, certo, e i ragazzi stanno male. C’è poco da essere ottimisti. Così gli argomenti su cui vengono chiamati a esprimersi sono l’orrore del livore social, l’impatto devastante dell’uomo sul pianeta, la solitudine e l’estraneità del ragazzo di fronte al mondo, come dal testo di Pasolini. Persino l’articolo di Riccardo Maccioni, che commenta la scelta dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani di nominare “rispetto” parola del 2024, parte da un’apocalisse.

    Quando tutto va a rotoli, anche la minima etica dei rapporti tra esseri umani, deve essere tenuta in piedi con grande sforzo e “le parole devono essere il cemento necessario a edificare case solide e confortevoli, la colla capace di tenere insieme una relazione a rischio di rottura”. Che cosa stiamo dicendo ai ragazzi e le ragazze che fanno la maturità quest’anno? Che il mondo che gli abbiamo lasciato in eredità è un disastro, che siamo costernati, ma questo è quello che siamo riusciti a fare. Che a loro sono rimaste le macerie di una civiltà che sta alle spalle e non ritornerà.
    Il testo di Paolo Borsellino è emblematico in questo senso. Si rivolge ai giovani, dicendo che sono la ragione del suo ottimismo. Che i giovani adesso capiscono che devono ribellarsi alla mafia, anche se questo comporta un prezzo da pagare. E racconta la storia dei due ragazzi uccisi involontariamente dalla macchina che lo scortava, investiti per sbaglio. Dice, Borsellino, che in quell’occasione i giovani hanno capito e gli sono stati vicini, aiutandolo a superare l’angoscia che quell’episodio aveva causato in lui. Mi chiedo cosa pensino oggi i ragazzi di questa vicenda, se c’è ancora qualcuno disposto ad accettare, in nome della lotta all’illegalità, la morte di Biagio Siciliano,14 anni, e Giuditta Milella, 17. Me lo chiedo davvero, e se lo devono essere chiesti anche quelli che hanno scelto proprio questo brano.
    Nel mondo in fiamme in cui viviamo, c’è bisogno di riaccendere l’attenzione sulla possibilità del sacrificio individuale in nome di un obiettivo più grande? Non resta che rivolgersi al passato, all’immenso Tomasi di Lampedusa. Mi fa felice che sia stato scelto un brano del Gattopardo, che anche la scuola, come la serie Netflix e il bel libro di Francesco Piccolo, La bella confusione”, abbia deciso di festeggiare questo meraviglioso romanzo. E mi commuove che per farlo sia stato scelto un brano non politico – niente “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” – ma la presentazione della bellissima Angelica.
    A noi che abbiamo perso tutto – la comunità, il rispetto l’amore per la natura e il coraggio di sacrificarsi per gli altri – non rimane che guardare al passato per trovare un po’ d’amore, di desiderio e soprattutto d’incanto. LEGGI TUTTO

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    Le startup di ZERO, l’acceleratore cleantech di Cdp Venture

    Il cleantech si conferma uno dei settori più promettenti dell’innovazione in Italia. Nel 2024, pur in un contesto di investimenti pressoché stabili, il comparto ha registrato un numero record di 72 operazioni di venture capital per oltre 177 milioni di euro raccolti. A livello early-stage, l’ecosistema mostra grande fermento, ma per competere su scala europea è fondamentale accelerare l’adozione industriale delle tecnologie sviluppate dalle startup. In questo scenario, modelli come Zero, l’acceleratore Cleantech della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital – con Eni attraverso Joule, la sua scuola per l’impresa – capaci di coordinare capitali, industria e ricerca, rappresentano una leva strategica per rafforzare la competitività sostenibile del nostro sistema produttivo. Nel corso della quarta edizione del Demo Day, l’evento di presentazione delle startup accelerate, ZERO ha rafforzato il proprio approccio ‘industry-driven’, selezionando startup capaci di rispondere alle sfide industriali attuali. Su oltre 260 candidature ricevute, 12 startup sono state ammesse al programma. Tra queste, 5 startup hanno concluso il percorso di accelerazione con risultati importanti: 4 hanno ottenuto un investimento pre-seed; 3 hanno realizzato un proof of concept (PoC) con i partner dell’acceleratore mentre una startup ha portato a termine una sperimentazione industriale con una PMI del network di SACE, nell’ottica di abilitare l’innovazione Cleantech di filiera.

    “L’Acceleratore Zero è diventato un punto di riferimento per l’innovazione in Italia, in particolare per le soluzioni a supporto della transizione energetica” – racconta Stefano Molino a Green&Blue – Senior Partner e Responsabile del Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital. “Nelle quattro edizioni del programma, anche grazie alle sinergie sviluppate con i partner di Zero, abbiamo contributo alla nascita di nuove imprese con grandi prospettive di crescita. In questa quarta edizione ci siamo concentrati sulle applicazioni industriali di queste tecnologie e siamo convinti che le cinque startup accelerate porteranno benefici diffusi a tutto il settore”.

    I settori
    I settori delle soluzioni presentate spaziano dall’economia circolare, alla sostenibilità delle operations a livello industriale fino alle nuove fonti di energia e alle soluzioni tecnologiche in ottica smart city. Il programma ha incluso anche fasi strutturate di definizione di use case e studi di fattibilità, favorendo un processo di integrazione graduale delle tecnologie nelle operations aziendali. “Con il programma Zero ormai da diversi anni mettiamo al centro non solo la ricerca di soluzioni tecnologiche legate alle nuove energie – in ambito smart city e mobilità sostenibile – ma anche l’integrazione nella nostra filiera: questo ci consente di valorizzare i talenti imprenditoriali e generare impatto economico, sociale e ambientale. È il caso di Koalisation, la startup climate tech che sviluppa progetti di compensazione carbonica su larga scala e che ha testato una soluzione nel Programma Clean Cooking di Eni volto a migliorare l’efficienza dei fornelli in Africa. Un percorso di collaborazione con Eni che sta proseguendo con successo, accrescendo l’ambito di azione”, ha raccontato Antonietta De Sanctis, Head of Accelerator Program of Joule, la Scuola di Eni per l’impresa.

    Zero promuove la crescita sostenibile delle startup, attraverso strumenti avanzati di valutazione dell’impatto. Grazie al supporto di Elis, Eni Joule e di Open Impact, sono stati mappati oltre 187 indicatori di performance ambientale raggiunti dalle startup ed è stato calcolato lo SROI (Social Return on Investment), ovvero il ritorno sociale prodotto rispetto al capitale investito. Per le 5 startup accelerate, il valore medio dello SROI è risultato pari a 2,61: un impatto sociale di circa tre volte rispetto all’investimento iniziale.

    “ZERO, punto di riferimento per l’innovazione Cleantech in Italia”
    L’acceleratore ZERO si conferma una piattaforma d’innovazione cruciale in Italia, capace di attivare collaborazioni concrete tra startup, investitori e grandi aziende. Al fianco di CDP Venture Capital ed Eni, partecipano all’iniziativa Zest ed Elis in qualità di co-investitori e gestori del programma di accelerazione, leader della ricerca come il CNR ed ESA, oltre a importanti partner industriali come Acea, Microsoft, SACE, Saipem e Vodafone. Una rete che mette a sistema capitali pre-seed, metodologie per lo sviluppo d’impresa, anche in chiave di sostenibilità, know-how tecnico-scientifico e asset industriali per sostenere la crescita delle startup Cleantech e guidare l’innovazione lungo le filiere produttive italiane.

    “Crediamo che il modello di partenariato attivato da Zero rappresenti l’evoluzione naturale dell’accelerazione: non più un semplice programma, ma una piattaforma di sviluppo che opera lungo tutta la catena del valore industriale. Unendo venture capital, corporate e mondo della ricerca, abilitiamo una transizione cleantech concreta, strutturata e scalabile. Questo approccio di filiera può rappresentare il modello di acceleratore del futuro”, ha aggiunto Antonella Zullo, Ceo di Zest Innovation. “Con Zero abbiamo contribuito a costruire un nuovo modello di accelerazione che unisce ricerca, corporate e venture capital per sviluppare soluzioni Cleantech ad alto impatto, pronte per il mercato. Oltre alla validazione tecnica e di business, abbiamo portato strumenti di misurazione dello SROI, aiutando le startup a valorizzare il proprio impatto sociale, ambientale ed economico. Crediamo che il futuro dell’innovazione passi da piattaforme che attivano le filiere e le eccellenze italiane – università, centri di ricerca, territori – per una transizione davvero sistemica e scalabile”, ha affermato Luciano De Propris, Director Open Innovation di ELIS Innovation Hub.

    Le startup CleanTech
    Dall’economia circolare, alla sostenibilità delle operations a livello industriale fino alle nuove fonti di energia e alle soluzioni tecnologiche in ottica smart city. Ecco le cinque giovani imprese che hanno completato il programma di accelerazione, dimostrando il potenziale industriale delle loro soluzioni innovative per la transizione ecologica del Paese. Le startup presentate al Demo Day 2025 di Zero sono:

    Bufaga: startup che sviluppa dispositivi IoT per la rimozione di inquinanti dall’aria e raccolgono dati ESG, offrendo alle aziende soluzioni di sostenibilità misurabili e nuove opportunità di business tramite modelli pubblicitari su veicoli e infrastrutture. Co-founder e CEO Serena Mignucci.

    Climate Charted: startup che aiuta banche e assicurazioni a ridurre il rischio climatico collegando clienti con soluzioni di mitigazione per alluvioni e terremoti, abbassando premi assicurativi e migliorando le condizioni di prestito. Co-founder, Lorenzo e Giovanni Campana.

    EXE Engineering: startup che automatizza la raccolta di biogas dalle discariche, aumentando l’efficienza fino al 70% e riducendo le emissioni di metano, ottimizzando così la produzione di energia rinnovabile e la sicurezza operativa. CFO & Managing Director Davide Cecchini.

    Heiwit: startup che produce batterie al sodio come alternativa sostenibile al litio, riducendo i costi e la dipendenza da materiali critici, con applicazioni in energia rinnovabile, mobilità elettrica e settori industriali. CEO & Founder Alessandro Gallani.

    Overlab: startup che ha sviluppato Greenverse, una piattaforma IoT che misura in tempo reale l’impronta ambientale dei processi industriali, aiutando le aziende a ridurre costi, emissioni di CO? e rischi di greenwashing. CEO & Founder Giovanni Fracasso. LEGGI TUTTO

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    Aurelio Picca: “Alla maturità un Pasolini inedito. Poesia pura, ancora lontana dall’ideologia”

    «Pasolini? Ancora? Ci manca solo che lo fanno santo adesso!», ci scherza su Aurelio Picca alla notizia che c’è anche Pier Paolo Pasolini tra le tracce del tema di maturità, con la poesia Appendice 1, tratta dall’opera Dal diario (1943-1944). Si tratta di «una poesia che ci offre un incantamento e un poeta in qualche modo inedito», ammette subito Picca, che nella sua carriera di insegnante ha fatto anche il commissario per la maturità e ora sta lavorando a un saggio proprio su Pasolini, in cui mette a confronto la «morte offesa» dello scrittore con quella di Yukio Mishima «che offesa non è», ci rivela. Del resto quando scrive questa poesia «sono gli anni in cui era ancora un ragazzo, poco più che ventenne, prima ancora che gli uccidessero il fratello, gli ultimi anni della guerra. C’è un turbamento ancora adolescenziale».

    Aurelio Picca  LEGGI TUTTO

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    Le reazioni alla maturità sui social, tra nostalgia e sarcasmo: “Contenti di averla già fatta”

    Il luogo in cui la maturità è il primo argomento di discussione, ancor prima che tra i banchi in cui si svolge, sono i social. Maturandi degli anni passati e futuri vi si riversano per commentare le prime indiscrezioni sulle tracce scelte dal ministero, fanno commenti sarcastici, rimpiangono gli anni del liceo o si rincuorano […] LEGGI TUTTO