Una colonia di oltre duemila api aliene invasive è stata trovata per la prima volta in Europa, precisamente a Malta. No, non è lo spunto per un nuovo b-movie horror, ma quanto riporta sul Journal of Apicultural Research un gruppo di ricercatori internazionali, e la scoperta ha destato un più che giustificato allarme: se non direttamente per l’essere umano, per tutto l’ecosistema.
La specie aliena in questione è Apis florea, una piccola ape dell’Asia del Sud – chiamata ape nana rossa – che si riproduce rapidamente, diffusa dall’ecozona indomalese fino al Golfo Persico, e che nel tempo ha colonizzato altre aree tra cui la Penisola arabica, fino a giungere in Israele. Mai prima d’ora, però, erano stati trovati alveari in Europa, dove sono endemiche altre specie di api già in sofferenza, in particolare l’ape da miele (Apis mellifera).
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La colonia – un alveare di circa una ventina di centimetri – è stata individuata dopo una segnalazione postata online su un social media: si trovava vicino al Freeport nella Baia di Birzebbuga, il più grande cargo hub dell’isola, il che lascia supporre che sia arrivata attraverso una nave commerciale. Dopo l’identificazione genetica, effettuata dai ricercatori italiani Cecilia Costa e Giovanni Cilia del Crea – Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente del Ministero dell’agricoltura, coautori dello studio, le api sono state soppresse, ma non è possibile stabilire se avessero già formato altre colonie.
“In altri Paesi in cui si è diffusa, Apis florea non ha causato ad oggi gravi danni, ma l’isola di Malta ha un ecosistema fragile – dice a Green&Blue Costa, prima ricercatrice del Crea – L’ape che vi si è evoluta, la sottospecie Apis mellifera ruttneri, oggi è rappresentata da una popolazione molto piccola ed è a rischio di estinzione. Gli apicoltori locali stanno da tempo cercando di conservarla”.
I rischi legati all’arrivo di una specie esotica con maggiore fitness sono essenzialmente due: la possibile estinzione della specie autoctona, con conseguente perdita di biodiversità, e la trasmissione di agenti patogeni che possono decimare altri insetti impollinatori. “Ecco perché il ritrovamento di questa colonia esotica desta giustamente preoccupazione. Attualmente stiamo svolgendo ulteriori indagini proprio per verificare l’eventuale presenza di patogeni a cui le nostre specie endemiche possono essere suscettibili”, aggiunge Costa.
Il rischio di una colonizzazione nelle aree mediterranee di Apis florea lo avevamo già sfiorato, in Italia, quasi due anni fa, nel settembre del 2022, quando uno sciame era stato identificato su una nave giunta nel Porto di Genova. In quel caso le api erano state prontamente identificate, ma la diffusione nell’area mediterranea potrebbe essere solo questione di pochi anni, come ha commentato al Guardian Juliana Rangel, docente di Apicultura presso la Texas A&M University, non coinvolta nella ricerca.
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“Al momento – sottolinea Costa – non ne sono state avvistate altre, ma questo ritrovamento mostra quanto sia reale il rischio, legato soprattutto al traffico marittimo globale: è bene mantenere alta l’allerta e garantire i programmi di monitoraggio. Il monito riguarda anche zone del Centro e del Nord Italia, soprattutto a causa del cambiamento climatico: “Stiamo andando incontro a inverni più miti che possono facilitare l’insediarsi delle specie esotiche, come è già successo per altri animali. E già osserviamo dei cambiamenti nel ciclo biologico delle nostre api”.
La perdita di biodiversità non è un problema astratto o accademico, conclude l’esperta: “L’ecosistema è fatto di equilibri di molte specie animali e vegetali, e se una specie domina sulle altre non può funzionare bene”.