Per comprendere che esiste ancora una coscienza da insegnante – nonostante l’arruolamento nonsense degli ultimi trent’anni, gli stipendi comunque bassi, una considerazione generale che, in modo suicida, è andata calando nella collettività e nei giovani – basta leggere i messaggi arrivati al sito di Repubblica a ridosso dello sciopero di venerdì scorso.
Sosteneva Giovanni Damaggio: “La centralità della scuola è un punto fermo per la vita sociale, per la democrazia, per l’economia di un Paese.
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