“Meglio un passato di verdure che un futuro di merda”, si legge in una vignetta in cui una ragazza buffa e spettinata mangia con gusto un piatto tutto vegetale. Alessia Iotti (@alterales), classe 1994, è una fumettista ironica che, attraverso i suoi disegni, denuncia con coraggio la crisi ecologica in atto e le sue conseguenze. Attiva sui social, soprattutto su Instagram, dove conta circa 15mila follower, ha così espresso la propria dichiarazione d’intenti: “Disegno per chi è curioso, per chi sceglie il proprio futuro, per chi non riesce a stare fermo, ma agisce”.
Non a caso lei lotta per l’ambiente tenendo la matita in mano.
“Sì, spesso si parla di cambiamenti climatici in modo tecnico, attraverso statistiche, numeri, grafici. Io cerco, invece, di tradurre la scienza in immagini, con l’obiettivo di rendere accessibili a tutti concetti complessi e di coinvolgere più persone possibili. Le trasformazioni del clima sono democratiche e così deve essere anche la loro conoscenza. Inoltre, i disegni riescono a suscitare emozioni. E questo è un bene, perché le emozioni incoraggiano l’azione”.
Due i libri che lei ha realizzato. Il primo, edito da Mondadori nel 2023, si intitola La crisi climatica esiste, non è un unicorno. Il secondo, dato alle stampe nel 2024, è Al lago! Al lago!. Cosa li caratterizza e quale messaggio voleva inviare?
“Il primo è un progetto globale, che tratta vari temi: dall’effetto serra alla decarbonizzazione, fino alla qualità dell’aria. Il secondo racconta, invece, la storia di un lago a Roma, un luogo ricco di biodiversità. Le zone umide come questa sono importanti perché, nonostante occupino solo una piccola parte del territorio, sono in grado di immagazzinare grandi quantità di carbonio nel suolo e nella vegetazione, limitando così la concentrazione nell’atmosfera e contribuendo a rallentare il riscaldamento globale”.
Come ha raccontato in più occasioni, la sua passione per il disegno è cominciata fin da bambina, tra pennarelli colorati e fogli di carta. Quando è nato, invece, il suo interesse per i temi ambientali?
“Ho trascorso la mia infanzia a Gualtieri, un piccolo paese di campagna nei pressi di Reggio Emilia. Nel tempo, ho iniziato a notare che orti e cortili stavano lasciando progressivamente il posto a palazzi cementificati e a rifiuti di plastica abbandonati lungo le strade. Cercavo di raccogliere questi scarti, ma purtroppo senza grandi risultati. La svolta è avvenuta quando mi sono trasferita a Brescia per frequentare l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia. Proprio in questa città sono venuta in contatto con Fridays for Future, il movimento internazionale fondato da Greta Thunberg nel 2018”.
Quali sono stati i suoi primi passi nell’organizzazione?
“All’inizio mi limitavo a seguire i dibattiti online, poi Giovanni Mori, che guidava il gruppo bresciano, mi ha coinvolta. Così ho scoperto chi sono gli attivisti: persone competenti, amiche tra loro, che condividono gli stessi ideali. Ciascuno di noi aveva il desiderio di migliorare le sorti del Pianeta, partendo dalle proprie competenze. Durante uno dei primi incontri ho chiesto a cosa servisse fare le manifestazioni di piazza. E mi hanno risposto, senza mezzi termini: ‘Sicuramente non farle non serve a niente’. Ho, quindi, iniziato a partecipare agli scioperi per il clima, durante i quali ho percepito il potere della collettività. Il sostegno degli altri regala forza e determinazione nella lotta: migliaia di persone unite dallo stesso obiettivo”.
Quali sono i suoi compiti all’interno del gruppo?
“Io sono esperta di arte e comunicazione e perciò mi occupo di questo. Ma chiunque può essere utile: da chi ha conoscenze tecniche a chi vanta abilità organizzative, fino a chi sa cucinare per gruppi numerosi”.
Impegnarsi come attivista richiede molti sacrifici?
“Non li definirei sacrifici, si tratta di un investimento per un futuro migliore. E ciascuno può dare una mano in base al tempo libero che ha a disposizione”.
Se dovesse suggerire a chi non è un attivista piccole azioni da fare quotidianamente a favore dell’ambiente, cosa consiglierebbe?
“Anzitutto sconsiglio di agire da soli, per non farsi sopraffare dalla fatica e dalla frustrazione. Meglio creare un piccolo collettivo, un gruppo di supporto formato da quattro-cinque amici, colleghi, vicini di casa, che si impegnano a comprare alimenti rispettosi dell’ambiente e degli animali, a scegliere una banca etica, a non acquistare fast fashion, a utilizzare i mezzi pubblici ogni volta che è possibile”.
Cosa direbbe, invece, ai negazionisti?
“Di guardare fuori dalla finestra, dato che il problema è ormai sotto gli occhi di tutti ed è innegabile”.
E agli indifferenti?
“Non li sopporto. Credo, però, che quando saremo in tanti ad attivarci per contrastare la crisi climatica, loro si adegueranno alla maggioranza e inizieranno a fare la loro parte”.
I problemi ambientali sono numerosi. Quale ritiene sia il più urgente da affrontare?
“Direi l’eliminazione dei combustibili fossili. Le soluzioni sono note e i governi dovrebbero impegnarsi a metterle in pratica”.
Nel 2024 è stata testimonial della Carovana dei Ghiacciai, la campagna itinerante promossa ogni anno da Legambiente.
“Amo le montagne e fare trekking in quota. Per questo, quando l’associazione mi ha proposto di diventare testimonial ho detto subito di sì, consapevole dello scioglimento delle distese ghiacciate. In effetti, anche questa sarebbe una questione da affrontare con urgenza”.
Progetti per il futuro?
“Attualmente sto continuando a partecipare a eventi e a organizzare laboratori aperti al pubblico. Sono in attesa del prossimo progetto: spero riguarderà le montagne”.