Ci sono città in Italia dove per effetto della crisi climatica la neve è solo un ricordo. Le nuove temperature globali nel nostro Paese hanno di fatto portato alla perdita di un’intera settimana di temperature invernali sotto lo zero nell’arco della decade 2014-2023. Significa che sempre più realtà stanno sperimentando inverni meno freddi di prima, anche se quello in corso – per via del fenomeno naturale de La Niña che è attualmente in formazione e si farà sentire da inizio 2025 – potrebbe regalare giornate decisamente gelide. A raccontare come la crisi del clima innescata dalle emissioni dell’uomo sta trasformando gli inverni nel mondo è una nuova analisi di Climate Central. All’interno di un report dove vengono analizzati 123 Paesi e 901 città del Pianeta, i ricercatori spiegano come ormai a livello mondiale più di un terzo di tutte le nazioni analizzate e quasi la metà delle città prese in esame sta sperimentando una settimana in più sopra lo zero rispetto al passato, con impatti chiari su ecosistemi, vite, ma anche sport invernali e turismo, accumulo delle risorse idriche, oppure colture e persino su allergie primaverili.
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All’interno del rapporto diversi dati raccontano anche come sono cambiate le città d’Italia. Nel lungo elenco di oltre novecento metropoli del mondo esaminate ci sono infatti ben tre italiane tra le prime dieci posizioni, con Torino che risulta addirittura la terza città con il maggior numero di giorni sopra lo zero che, di fatto, sono stati “aggiunti” dal riscaldamento globale. Per Torino si parla di ben 30 giorni all’anno in più – sempre sopra lo zero – rispetto al passato. Fra le prime dieci risultano poi anche città come Verona e Brescia e poco dopo, fuori dalla top ten, anche Milano, territori che hanno perso rispettivamente 29, 26 e 22 giorni di temperature sotto lo 0°C. Prima al mondo c’è Fuji in Giappone, seguita da Kujand in Tajikistan. Commentando i risultati riportati nell’analisi, Kristina Dahl vicepresidente di Science Climate Central spiega che “l’Italia fa parte del continente che si riscalda più rapidamente al mondo e il riscaldamento delle città del Paese è evidente: delle 901 città globali che abbiamo analizzato, tre delle prime dieci che hanno perso il maggior numero di giorni invernali di gelo a causa dei cambiamenti climatici sono in Italia. Questa tendenza allarmante dovrebbe servire da campanello d’allarme ai responsabili politici per ridurre rapidamente le emissioni”.
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Nel ragionare sull’impatto della crisi climatica in Italia, gli esperti di Climate Central ricordano anche come “il calo dei giorni con temperature sotto lo zero non è solo un inconveniente per gli sciatori: è una crisi ambientale ed economica significativa e le conseguenze sono di vasta portata: interrompono il ciclo idrologico, influenzano l’industria del turismo e minacciano gli sport invernali. Con le prossime Olimpiadi invernali che si svolgeranno in Italia nel 2026, le sfide attuali e future poste dal riscaldamento degli inverni non potrebbero essere più rilevanti”. L’analisi – basata sui dati del sistema Climate Shift Index (CSI) e focalizzata sull’ultimo decennio – indica inoltre come “il cambiamento climatico ha aggiunto più giorni invernali sopra lo zero nei Paesi europei rispetto a quelli di altre regioni”, così come i territori con maggiori aumenti sopra lo zero sono stati “Danimarca, Estonia, Lettonia e Lituania, che hanno registrato, in media, almeno tre settimane in più di giorni invernali sopra lo zero ogni anno a causa del cambiamento climatico”. In Europa in media sono una ventina i Paesi che hanno sperimentato almeno due settimane in più di giorni invernali all’anno sopra lo zero, tra cui Polonia, Bielorussia, Germania e Repubblica Ceca. Venticinque invece le nazioni “tra una e due settimane in più di giorni invernali sopra lo zero” ogni anno per via della crisi climatica, tra cui appunto l’Italia ma anche “Francia, Austria, Spagna e Norvegia in Europa, e Afghanistan, Iran e Giappone in Asia”.
Come dice Dahl, “la nostra analisi mostra che il cambiamento climatico sta causando inverni significativamente più caldi in tutto l’emisfero settentrionale, con oltre 44 paesi che hanno sperimentato almeno una settimana in più di giorni sopra lo zero nell’ultimo decennio a causa del riscaldamento causato dall’uomo. La neve, il ghiaccio e le temperature fredde che un tempo caratterizzavano la stagione invernale stanno rapidamente scomparendo in molti luoghi, minacciando ecosistemi, economie e tradizioni culturali. I giorni invernali di gelo sono cruciali per sostenere la neve e il ghiaccio necessari per la ricreazione e gli sport invernali, per ricostituire il manto nevoso che alimenta le fonti di acqua dolce e per mantenere i cicli vitali di piante, animali e insetti. Per impedire che gli inverni si riscaldino ulteriormente, è fondamentale eliminare con urgenza i combustibili fossili come petrolio, carbone e gas, che sono i principali responsabili dell’aumento delle temperature globali”.