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Un prof di Princeton ha costruito la sua casa green al 100%

Il professor Forrest Meggers è talmente convinto che con una buona progettazione si possano costruire edifici davvero amici dell’ambiente che ha deciso di sperimentare la sua teoria trasformando la sua casa in una abitazione davvero “green” completamente da solo. Tre anni fa, questo professore di ingegneria e architettura che insegna alla Princeton University, ha dato via a un progetto per realizzare, in piena Princeton, una casa in grado di impattare con pochissime emissioni.

Meggers, 43 anni, sposato e con quattro figlie, per iniziare a dar vita alla sua visione due anni fa ha iniziato a scavare nel cortile della sua proprietà di Princeton nel New Jersey (Usa). L’obiettivo era trovare l’acqua: grazie alle falde, poteva infatti installare un sistema di riscaldamento e raffreddamento geotermico per la sua casa, una base di partenza per rendere tutto più efficiente ed autonomo. Tenendo un corso chiamato “Progettare sistemi sostenibili” il professore di Princeton voleva infatti passare dalla realtà alla pratica e dimostrare anche ai suoi studenti come poter migliorare l’efficienza energetica di una abitazione.

Il principale motivo, ha raccontato al New York Times, è una questione di coscienza climatica: “In questo momento come umanità stiamo praticamente guidando con le cinture di sicurezza slacciate mentre viaggiamo a 100 miglia all’ora” sostiene. Il cambiamento radicale che ha apportato alla sua casa non è stato affatto semplice, ma il docente lo ha immaginato sia come un investimento per il futuro, sia come un modello per mostrare cosa si può fare nella battaglia alla crisi climatica. Per ristrutturare la sua abitazione ha contato su un budget importante, circa 300mila dollari poi diventati quasi 350mila e per un anno intero, insieme alla moglie e alle figlie, ha vissuto in uno spazio improvvisato nel seminterrato. Per iniziare è partito dall’idea di migliorare le funzionalità degli edifici “che spesso sono terribili”, rendendo la sua abitazione migliore dal punto di vista dei consumi e delle emissioni. Così, utilizzando le stesse tecniche che insegna a Princeton nel laboratorio chiamato C.H.A.O.S.(Cooling and Heating for Architecturally Optimized Systems), Meggers ha puntato tutto sulla geotermia: attinge all’acqua sotterranea profonda che mantiene a temperatura costante di 50 gradi, poi con una pompa di calore distribuisce l’acqua tramite una rete di tubi sotto pavimento. Il sistema si può invertire e così la casa è fresca d’estate e calda d’inverno.

Il secondo passaggio è stato massimizzare gli spazi, per esempio demolendo un piano superiore e realizzando un nuovo tetto più basso, poi sono stati posizionati pavimenti fatti in legno di frassino di alberi che erano stati attaccati da insetti invasivi. Per isolare termicamente la casa ha scelto lana di pecora e nei bagni è stato anche posto un lavandino sopra il water in modo che l’acqua usata per lavarsi le mani finisca poi come acqua di scarico. Ogni dettaglio della casa che Meggers e la sua famiglia hanno costruito praticamente da soli, è stato studiato con una attenzione incentrata sulla sostenibilità. All’esterno usa dei sistemi di schermatura solare, delle finestre speciali con cappotto e presto installerà nuovi pannelli solari per l’energia.

Da quanto sperimentato nel suo laboratorio universitario sta poi progettando l’uso di diversi essiccanti per eliminare fonti di umidità. Nel frattempo la sua abitazione è diventata una sorta di prototipo da visitare anche per gli studenti di Princeton che – hanno raccontato al Nyt – spiegano di essere rimasti decisamente colpiti dal livello di sostenibilità raggiunto: “Il professore ci ha mostrato che non devi essere nel mezzo di una foresta per realizzare una casa a basse emissioni e green”.

Nella casa che non ha né caldaie né condizionatori, tutto è completamente elettrico senza però dipendere dalla rete elettrica locale o dall’uso di combustibili fossili. Sul sito dell’Università di Princeton Meggers ha raccontato inoltre che l’avventura intrapresa è considerabile quasi ad un progetto di ricerca, da cui ha imparato molte cose che oggi vuole condividere con chi intende ragionare in maniera più attenta all’ambiente. Al netto dei budget, spiega infatti che è necessario andare per gradi: un primo passo per molti è quello di installare pompe di calore, il secondo è concentrarsi su pannelli solari e riscaldamento radiante. Infine, dice, bisogna osare: “Il terzo livello direi che sono le cose folli che sto facendo a casa mia, ovvero tutte quelle cose personalizzate che forse le persone in futuro faranno”. Quali? Per esempio “realizzare finestre che si aprono e si chiudono automaticamente” in modo da essere estremamente efficienti.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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