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In Puglia il primo stabilimento della startup britannica che combatte le microplastiche

“Le microplastiche sono state trovate in cima alle montagne artiche e nelle profondità della Fossa delle Marianne, con un recente studio che prevede che l’inquinamento potrebbe più che raddoppiare nel prossimo decennio”. A parlare Giovanna Laudisio, amministratore delegato di Naturbeads, startup con sede a Bath che ha sviluppato una tecnologia unica e innovativa che consente di sostituire le microsfere di plastica con prodotti biodegradabili a base di cellulosa.

La startup britannica si è assicurata un round di finanziamento di serie A da 9,3 milioni di euro per completare lo scale up della sua tecnologia pionieristica che affronta l’inquinamento da microplastica in tutto il mondo. Naturbeads costruirà il suo primo impianto di produzione in Puglia, l’iniezione di capitale consentirà all’azienda di aumentare significativamente la propria capacità produttiva per soddisfare la crescente domanda di ingredienti sostenibili in molti settori industriali.

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“Ciò che ci differenzia dalle altre aziende che stanno cercando di risolvere le sfide del packaging in plastica è che siamo una delle poche in tutto il mondo a concentrarci esclusivamente sulla plastica presente nei prodotti quotidiani e a produrre un’alternativa scalabile ed ecologica”.

La tecnologia circolare di Naturbeads

Le microplastiche, particelle di plastica di dimensioni inferiori a cinque millimetri, persistono nell’ambiente per centinaia di anni, contribuendo all’inquinamento dei corsi d’acqua, degli ecosistemi marini, degli oceani e del suolo. Sono stati rilevati in oltre 1.300 specie marine, sono diventati parte della catena alimentare e hanno sollevato serie preoccupazioni riguardo al loro impatto sugli ecosistemi e sulla salute umana. Stime indicano che oltre 2 milioni di tonnellate di microplastiche vengono aggiunte ogni anno ai prodotti di uso quotidiano dai cosmetici ai detergenti, dagli adesivi alle vernici e molto altro ancora, che continuano a inquinare gli oceani e l’ambiente.

Le normative Ue per vietare l’uso delle microplastiche sono state pubblicate nell’ottobre 2023, con l’obiettivo di eliminarle gradualmente nei prodotti da risciacquo come shampoo e detergenti per il viso entro il 2027, seguito dall’eliminazione graduale nei prodotti per la cura della persona e per la casa, prodotti per l’agricoltura compresi fertilizzanti e molti altri.

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Fondata nel 2018, la spin-out dell’Università di Bath sta lavorando allo sviluppo della sua tecnologia innovativa per la produzione di microsfere di cellulosa sviluppata dai co-fondatori dell’azienda, il professor Davide Mattia e la professoressa Janet Scott, insieme alla dottoressa Giovanna Laudisio.

Nel 2019 Naturbeads è stata la prima società nella quale ha investito il fondo a impatto Sky Ocean Ventures nell’ambito dell’iniziativa lanciata insieme a UK Research and Innovation. Da allora molti passi in avanti sono stati fatti.

E oggi grazie alle risorse incassate da Eos Advisory, Investitore di St. Andrews, Scozia, che ha guidato l’operazione di serie A da 9.3 milioni di euro insieme all’investitore Progress Tech Transfer e a CDP Venture Capital attraverso il suo Corporate Partners I Fund, PI-NB e Paragon Capital Management di Singapore, Naturbeads costruirà il suo primo impianto di produzione in Puglia. Il finanziamento consentirà all’azienda di aumentare significativamente la propria capacità produttiva per soddisfare la crescente domanda di ingredienti sostenibili in molti settori industriali, tra cui quello delle microplastiche.

La startup sta già collaborando con diversi produttori globali per integrare i suoi ingredienti di microsfere di cellulosa in varie applicazioni industriali, dimostrando che le loro microsfere si decompongono naturalmente senza compromettere le prestazioni del prodotto, e prevede di raggiungere i suoi primi traguardi commerciali nel corso del prossimo anno. Per Alberto Calvo, amministratore delegato di Progress Tech Transfer “Il team di scienziati di Naturbeads ha ambizioni coraggiose di portare sul mercato una soluzione per affrontare l’inquinamento da microplastica in una varietà di applicazioni, con una tecnologia piattaforma che offre elevate prestazioni tecniche e con un approccio completamente circolare”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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