in

Orchidea cymbidium, i consigli per prendersene cura

L’orchidea cymbidium è un genere di pianta che appartiene alla famiglia delle orchidacee, di cui sono conosciute circa un centinaio di specie. Questa pianta è originaria dell’area asiatica – in particolare Cina – seppure in natura si trovi anche in Africa e in Australia. L’ibridazione tra le diverse specie ha portato allo sviluppo di tantissime varietà, con i caratteristici fiori di molteplici colori posti sulla lunga infiorescenza. La pianta è detta simpodiale, giacché la crescita avviene orizzontalmente, mentre i getti si generano a partire da un piccolo rizoma. Il cymbidium è dotato di diversi pseudobulbi, che si trovano a ridosso del terreno e sono «inguainati» dalle foglie. Gli pseudobulbi ospitano anche lo stelo floreale e un altro stelo da cui si generano i futuri bulbi. Il cymbidium deve il suo nome dal termine greco «kimbe», cioè barca, che allude all’aspetto del labello del fiore.

L’orchidea cymbidium: luce, temperatura ed aria

L’orchidea cymbidium preferisce gli ambienti molto luminosi: durante la stagione invernale, ciò si traduce nell’esigenza di sfruttare l’illuminazione artificiale. Per quanto riguarda la temperatura ideale di coltivazione, la pianta predilige la fascia tra i 15-18 gradi. Il cymbidium può comunque tollerare, per un lasso di tempo non prolungato, temperature anche a ridosso dei 30 gradi: in questi casi, però, accertiamoci di garantire sempre un buon livello di umidità e di ventilazione. La fioritura richiede però una temperatura minima notturna non troppo elevata, di circa 10 gradi. Se si supera questa soglia, è facile che i boccioli si possano danneggiare o, addirittura, che cadano. Per quanto riguarda la ventilazione, il cymbidium ama un buon ricambio di aria. Durante la stagione primaverile, possiamo quindi prevedere di spostarlo all’aperto, avendo cura però di non esporlo al soleggiamento diretto e di aver atteso che la fioritura sia completa.

Concimazione, innaffiatura e potatura

Il cymbidium richiede un’innaffiatura frequente, tale da mantenere il substrato sempre inumidito al punto giusto. Durante la stagione estiva (o in periodi con temperature eccezionalmente alte) dobbiamo prevedere la nebulizzazione delle foglie. La concimazione del cymbidium dev’essere regolare, avendo cura di usare un fertilizzante con una parte maggiore di azoto (rispetto a fosforo e potassio) all’inizio della stagione vegetativa. In concomitanza con la fioritura, la concimazione deve prevedere una quota maggiore di potassio e una diminuzione dell’azoto. Negli altri periodi, il concime deve avere una pari quantità di azoto, fosforo e potassio. Possiamo aggiungere il fertilizzante nell’acqua usata per l’annaffiatura una volta alla settimana, accertandoci che il substrato sia umido. Per quanto riguarda la potatura, dobbiamo rimuovere le foglie morte o danneggiate, senza però che questa operazione possa stressare troppo la pianta durante la stagione della fioritura.

Coltivazione in terreno, vaso e come fare il rinvaso

Per la coltivazione del cymbidium possiamo usare un terriccio pronto per le orchidee, oppure, il bark con polistirolo, perlite o gommapiuma al fine di trattenere l’umidità. In ogni caso, ricordiamoci di assicurare un drenaggio ottimale, poiché la pianta non tollera il ristagno idrico: a questo proposito, possiamo aggiungere dei cocci sul fondo del contenitore, che deve assicurare un ottimo sgrondo dell’acqua. Per non stressare inutilmente l’apparato radicale del cymbidium, scegliamo un vaso un po’ più grande (al massimo 25-30 centimetri) rispetto alla pianta, disinfettandolo prima dell’uso. Il rinvaso del cymbidium dovrebbe avvenire con un ciclo di 3-4 anni, attendendo che la fioritura sia conclusa. Se in concomitanza con l’esigenza del rinvaso la pianta non fosse fioritura, procediamo a rinvasarla tra marzo-aprile. Ricordiamoci di bagnare adeguatamente la pianta per rendere meno rigide le radici, le quali devono essere pulite e private di parti deteriorate. Per stabilire se sia il momento giusto per rinvasare la pianta, basta guardare gli pseudobulbi: se non hanno spazio per crescere oltre, procediamo. Al termine del rinvaso, ricoveriamo la pianta in un ambiente senza luce diretta e con temperatura stabile per una settimana. Possiamo riprendere ad innaffiare il cymbidium con una frequenza moderata. Prima di tornare a fertilizzare la pianta, attendiamo che le radici manifestino i primi segni di sviluppo.

Come distinguere lo sviluppo di foglie e fiori

Per capire se il nuovo germoglio del cymbidium porta in dote un fiore, basta osservarne la sagoma: se è tondeggiante e fasciato dalle foglie, con la parte apicale a punta, è quello floreale. In linea di principio, la pianta sviluppa la spiga dell’infiorescenza tra i mesi di settembre e febbraio: la fioritura, quindi, avviene tra l’autunno e l’inverno. Teniamo presente che l’infiorescenza porta con sé parecchi boccioli e, a causa del peso, i fusti dei fiori devono essere fissati ad un supporto.

Malattie e parassiti

In tanti casi, i sintomi di malessere dell’orchidea cymbidium sono causati da qualche errore nella coltivazione. Ad esempio, un’eccessiva irrigazione può provocare la caduta delle foglie. Al contrario, una quantità insufficiente di acqua blocca la crescita della pianta e causa la caduta dei fiori. Se le foglie sembrano opache e non gonfie, è probabile che l’aria sia troppo secca (e se ci sono segni sbiaditi, è probabile la presenza del ragnetto rosso). Se la pianta non fiorisce, è spesso a causa dell’ambiente poco luminoso. Le bruciature sulle foglie, al contrario, sono causate dalla troppa luce concentrata su foglie umide e possono provocare l’attacco da parte di funghi. L’orchidea può essere comunque attaccata dalla cocciniglia, che si manifesta con tante piccole macchie scure: in questo caso, usiamo un batuffolo di ovatta con alcool per rimuovere l’insetto. Per prevenire tante di queste fisiopatie che colpiscono il cymbidium, adottiamo queste buone abitudini colturali:

  • mantenere asciutte le parti aree nelle ore notturne;
  • rimuovere parti deteriorate del substrato;
  • usare solo utensili accuratamente sterilizzati;
  • non nebulizzare la pianta a ridosso delle ore più calde;
  • mantenere un tasso di umidità all’interno pari a circa il 50%;
  • lasciar cicatrizzare per una settimana le radici, in caso di tagli;
  • mantenere lontani tra di loro gli esemplari di orchidea.

Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

Europei 2024, Uefa: “Quella strategia ambientale è un modello da replicare”

Accademia Manduria, la città delle lauree facili. “Qui non serve la tesi e ti diplomi in un anno”