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Come smaltire i tubetti di dentifricio (in attesa che diventino riciclabili)

Quanti di noi sanno smaltire in modo corretto uno degli oggetti più usati per l’igiene personale? Il tubetto del dentifricio. Una delle più importanti aziende mondiali che produce il dentifricio ha iniziato nel 2019 una fase di transizione per rendere il tubetto completamente riciclabile in tutti i paesi del mondo dove distribuisce il suo prodotto, con l’obiettivo di raggiungere un risultato ottimale entro il 2025. Fino ad allora non in tutti i Paesi, una volta consumato il dentifricio e buttato nella plastica il tubetto, questa sarà riciclato. Per sapere se quello che state usando è riciclabile, basta cercare uno dei due simboli che reca la scritta HDPE2 o Recycle Tube. Infatti il tubetto HDPE sta per polietilene ad alta densità, una plastica ampiamente riciclata. Insieme al tubetto, anche il tappo (fatto di plastica PP polipropilene) va comunque buttato nell’apposito cassonetto per la plastica, perché tecnicamente sono riciclabili, ed il modo migliore per farlo è riavvitarli ai tubetti vuoti prima di gettarli; un gesto semplice che aiuta a ridurre la dispersione dei tappi.

Ad Hong Kong per sensibilizzare questa buona pratica, l’azienda leader nella produzione di dentifrici ha lanciato una nuova iniziativa di riciclo chiamata “Small Act, Big Smiles”, che incoraggia i consumatori a ridurre i rifiuti di plastica. In che modo? Gli abitanti della metropoli asiatica possono depositare i tubetti usati, indipendentemente dalla marca, presso 180 negozi di una nota catena di Hong Kong che ha aderito a queste pregevole iniziativa. E non è ancora tutto, perché per spingere al cambiamento, a volte, c’è bisogno anche di un incentivo in più, meglio quando è anche di carattere economico. Infatti, chi acquista un tubetto di dentifricio riciclabile della marca che ha lanciato l’iniziativa, riceverà dei punti di accumulo presso il negozio, e chi restituisce il tubetto di dentifricio di qualsiasi brand per il riciclo, avrà anche un buono di 10 dollari di Hong Kong da spendere in prodotti per l’igiene personale.

E’ evidente che dietro l’intento lodevole di incentivo al riciclo ci sia anche una pratica commerciale e di marketing, ma tanto chi non usa ogni giorno e più volte al giorno, il dentifricio per lavare i denti e mantenerli in salute? Ma il programma non si conclude con il riciclaggio, perché successivamente i tubetti raccolti saranno suddivisi in categorie riciclabili e non riciclabili: i primi saranno trasformati in nuovi prodotti, utilizzando la tecnologia di stampaggio a iniezione, mentre i non riciclabili verranno riutilizzati per creare materiali da costruzione, riducendo al minimo gli sprechi. E gli articoli da cancellare realizzati con i tubetti riciclati saranno poi donati a bambini svantaggiati, tramite la Hong Kong Young Dentist Federation.

Insomma, un bell’esempio, ma tornando alle modalità con cui gettare correttamente il tubetto dopo averlo usato, possiamo dire che non è necessario tagliarlo per rimuovere eventuali residui di dentifricio, perché durante il processo di riciclaggio il tubetto viene triturato e sottoposto a un procedimento specifico di lavaggio per eliminare ciò che è rimasto all’interno. Altra informazione da conoscere è che il tubetto – come la plastica in generale – non è progettato per essere biodegradabile, quindi non si degrada nell’ambiente, se non dopo decenni e decenni. C’è da considerare, infatti, che in Italia ogni anno sono circa 44 milioni i tubetti di dentifricio che finiscono in discarica, un motivo in più per fare grande attenzione quando si butta via, anche perché alcuni tubetti potrebbero contenere anche parti in alluminio, per cui è buona regola conoscere anche le varie modalità di riciclo adottate da ogni singolo Comune per differenziare correttamente questi materiali.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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