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Le piante grasse da esterno: resistenti al freddo e al sole

Ecco le migliori piante grasse da esterno che possiamo coltivare nei nostri giardini per creare un’oasi dai tratti esotici: sono rustiche e ideali anche per la messa a dimora in piena terra.

Il graptopetalum paraguayense

Il graptopetalum paraguayense appartiene alla famiglia delle crassulacee e proviene dal Messico. Tra le piante grasse pendenti e con fiori, si contraddistingue per raggiungere delle dimensioni modeste, da alcune decine di centimetro a circa un metro. I suoi rami tendono ad essere curvi e le foglie, raggruppate in rosette, hanno un colore che sfuma tra il grigio e il violetto chiaro. Il graptopetalum regala una bella fioritura, con steli allungati e fiori a forma di stella di colore bianco e giallo. Questa pianta predilige l’esposizione in ambienti luminosi, anche con il soleggiamento diretto per alcune ore al giorno, e può sopportare temperature fino a -10 gradi. Il terreno ideale per la coltivazione è ben drenante e non pesante, idealmente una miscela tra terra per cactacee, torba e un po’ di sabbia. Il graptopetalum richiede annaffiature piuttosto abbondanti, sebbene sia necessario attendere sempre che il terreno asciughi bene tra un’innaffiatura e l’altra. Durante la primavera e l’estate, possiamo concimare la pianta ogni quindici giorni, aggiungendo del fertilizzante liquido all’acqua. Per riprodurre il graptopetalum, possiamo staccarne una foglia e piantarla semplicemente in terra. Non è necessario potare la pianta, ma è buona regola rimuovere le foglie danneggiate per prevenire attacchi da parte di parassiti. Tra le avversità che toccano il graptopetalum, segnaliamo il marciume radicale (eccesso di irrigazione), nonché le foglie e gli steli sbiaditi e stentati (scarsità di luce).

L’aloe striatula

L’aloe striatula – nota anche come aloiampelos striatula – è una pianta grassa che fa parte della famiglia delle asfodelacee, originaria delle aree semidesertiche del Sudafrica, che in condizioni ideali di coltivazione crea cespugli alti fino a 2 metri. La pianta si distingue per le sue foglie ricurve di tonalità verde brillante, con screziature scure, con una leggera dentatura bianca sui bordi. Tra le piante grasse senza spine, l’aloe striatula produce una caratteristica infiorescenza con racemo che raggiunge i 50 centimetri, alla cui sommità si trovano dei fiori giallo-arancioni. L’esposizione ideale è in luoghi ben soleggiati e ventilati, in un terreno ben asciutto e drenante, che può essere una miscela di terra per cactacee e sabbia. L’aloe striatula è nota per la sua rusticità: può sopportare infatti le gelate senza particolari problemi, con temperature fino a -10 gradi ma mal sopporta gli eccessi di acqua e i ristagni idrici: bisogna quindi attendere che il terreno sia ben asciutto prima di innaffiarla, per evitare che possa soffrire di marciume radicale. Possiamo concimare l’aloe striatula nel corso della stagione vegetativa, aggiungendo del fertilizzante liquido all’acqua di annaffiatura. La pianta non ha bisogno di potatura, ma dobbiamo tagliare le foglie e i racemi secchi per evitare che i parassiti possano attaccarla.

L’agave americana

L’agave americana è probabilmente una delle specie più famose di piante grasse e cactus, appartenente alla famiglia delle asparagacee. Questa succulenta è originaria delle zone desertiche statunitensi, in modo particolare degli stati centro-meridionali, e del Messico. L’agave americana spicca per la rosetta di foglie, dal caratteristico colore verde argentato, che negli esemplari più adulti possono raggiungere anche i due metri di lunghezza. La pianta è particolarmente longeva e rientra a pieno titolo tra le piante grasse perenni, poiché può vivere alcuni decenni. Produce una notevole quantità di polloni basali, ma una sola fioritura nella sua vita, che coincide anche con la successiva morte della pianta. L’agave americana predilige l’esposizione al sole diretto ed è mediamente rustica, poiché sopporta temperature minime attorno ai -10 gradi. Il terreno ideale è ben drenante e leggero, meglio ancora se arricchito con un po’ di sabbia. Se il nostro giardino ha una terra troppo compatta, prepariamo la messa a dimora scavando una buca sufficientemente ampia, mettendo della terra per cactacee e ghiaietto. In questo modo, eviteremo che si possa verificare il ristagno idrico a livello radicale. Le annaffiature non devono essere abbondanti e, soprattutto, è importante attendere che il terreno asciughi prima di bagnarlo nuovamente. Per quanto riguarda la concimazione, possiamo aggiungere mensilmente del fertilizzante liquido all’acqua durante la primavera e l’estate. L’agave americana non dev’essere potata, ma le foglie basali che sono secche vanno eliminate per non favorire l’attacco di parassiti. La pianta può essere colpita dalla cocciniglia, che causa la comparsa di macchie marroni: possiamo rimuoverla con dell’ovatta imbevuta di alcool o con un insetticida specifico.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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