12 Febbraio 2025

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    L’Italia è prima in Europa per morti e danni da eventi meteo estremi

    L’Italia è il primo Paese in Europa per morti e danni causati dagli eventi meteo estremi, quelli intensificati dalla crisi del clima. La nostra Penisola è talmente fragile e sottoposta costantemente agli effetti del surriscaldamento globale che l’Italia si colloca addirittura al quinto posto a livello mondiale per impatti -sulla vita delle persone e a livello di danni ad abitazioni e infrastrutture – legati ai fenomeni metereologici. Ad affermarlo sono i ricercatori di Germanwatch attraverso il nuovo report del del Climate Risk Index, uno strumento affidabile che dal 2006, basandosi sui dati relativi agli eventi meteorologici estremi dell’International Disaster Database (Em-dat) e quelli socio-economici del Fondo Monetario Internazionale (FMI), traccia il triste bilancio dei Paesi più colpiti dagli impatti della crisi climatica.

    Allo stesso tempo, prima di interpretare le classifiche, gli stessi esperti ricordano come sia difficile però ottenere ed elaborare i dati sugli eventi estremi nei Paesi del Sud globale e in quelli meno sviluppati, proprio a causa della difficoltà di copertura e di carenza di dati qualitativamente validi: per questo le statistiche, seppur utili a comprendere gli impatti del global warming, non possono restituire una fotografia completa. Detto ciò è allarmante, ma anche fonte di conoscenza per sviluppare politiche di adattamento, quanto emerge dal rapporto: dal 1993 al 2022 si stima che oltre 765mila persone abbiano perso la vita nel mondo a causa di 9.400 eventi meteo estremi, tali da causare danni economici per 4,2 trilioni di dollari (al netto dell’inflazione). In un contesto di rischi climatici in aumento e dopo che anche l’ultimo gennaio ha mostrato temperature record nonostante l’influenza del fenomeno naturale de La Niña (che tende a raffreddare), il rapporto di Germanwatch non può dunque che essere valutato come un segnale di allarme, soprattutto per il nostro Paese.

    Analizzando i dati di trent’anni (1993-2022) l’Italia risulta essere infatti il quinto Paese più colpito al mondo: davanti a noi solo Dominica (al primo posto) e poi Cina, Honduras e Myanmar e dietro di noi India, Grecia, Spagna, Vanuatu e Filippine. Se invece osserviamo i Paesi più impattati di tutto il 2022, ultimo anno di cui si hanno statistiche complete, l’Italia è prima in Europa e terza nel mondo (davanti a noi solo Pakistan e Belize) ed è seguita da Grecia, Spagna, Puerto Rico, Usa, Nigeria, Portogallo e Bulgaria. Fra gli aspetti più impattanti per le vite e i beni del nostro Paese c’è soprattutto l’intensificarsi di ondate di calore, siccità e inondazioni. Come si legge nel rapporto “l’Italia si colloca al quinto posto negli ultimi 30 anni soprattutto a causa dell’elevato numero assoluto e relativo di vittime. Negli ultimi due decenni il Paese ha sperimentato numerose ondate di calore estremo, che hanno causato un numero eccezionalmente alto di vittime e gravi conseguenze economiche. Le temperature torride, la siccità, gli incendi, la riduzione della produttività agricola, i danni alle infrastrutture e la pressione sui servizi sanitari e sulle reti energetiche hanno contribuito a queste perdite”.

    Riscaldamento globale

    Cupola di calore: cos’è e perché sta diventando un fenomeno preoccupante

    di Paola Arosio

    25 Luglio 2024

    Vanno poi considerati anche altri fattori come “le forti inondazioni, soprattutto lungo il fiume Po, come quelle del 1994 e del 2000 in Piemonte, che hanno causato vaste distruzioni. Complessivamente, l’Italia ha subito perdite economiche per circa 60 miliardi di dollari e più di 38.000 vittime” ricorda Lina Adil, co-autrice del Climate Risk Index 2025. Va ricordato che il rapporto non si basa su previsioni, ma su fatti, certificando come gli eventi estremi stiano “gradualmente diventando la nuova normalità in alcune regioni del mondo”, soprattutto nel Sud globale, portando a danni economici, a decessi, ma anche a feriti e all’aumento delle persone senza casa. “La crisi climatica sta diventando sempre più un rischio per la sicurezza globale e deve essere affrontata con azioni multilaterali coraggiose. I leader della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco non possono discutere delle sfide alla sicurezza senza affrontare il cambiamento climatico. Gli ultimi tre decenni mostrano che i paesi del Sud Globale sono particolarmente colpiti dagli eventi meteorologici estremi. Se i dati di questi paesi fossero completi quanto quelli di molti paesi del Nord Globale, potrebbe emergere un impatto economico e umano ancora maggiore. Ci sono segnali crescenti che stiamo entrando in una fase critica e imprevedibile della crisi climatica, che aggraverà ulteriormente i conflitti, destabilizzerà le società e influenzerà negativamente la sicurezza umana in tutto il mondo” ha sottolineato Laura Schaefer, colei che guida la divisione per la Politica Climatica Internazionale di Germanwatch.

    Politica e clima

    Piani climatici: solo 10 paesi su 195 rispettano la data prevista dall’Accordo di Parigi

    di  Fiammetta Cupellaro

    10 Febbraio 2025

    In base ai dati analizzati inoltre gli esperti ci ricordano come siano ancora insufficienti le ambizioni e le azioni sia nella mitigazione, sia nell’adattamento climatico. Un promemoria che arriva proprio mentre decine di Paesi, che in questo febbraio avrebbero dovuto consegnare i loro contributi e piani climatici in vista della Cop30 in Brasile di novembre, sono in ritardo nella stesura delle loro decisioni per il futuro. Nel frattempo però purtroppo la crisi climatica corre sempre più velocemente ma “meno investiamo oggi nella mitigazione e adattamento, più saranno elevati i costi umani ed economici in futuro” spiega David Eckstein, altro co-autore del report. “I risultati dell’Index – spiegano da Germanwatch – mostrano chiaramente che tutti i Paesi devono migliorare la gestione del rischio climatico per essere meglio preparati agli estremi e minimizzare i danni umani ed economici. Le nazioni più vulnerabili devono essere supportate in questo sforzo”. Anche il nostro Paese, fra i più impattati, dovrà dunque fare la sua parte per proteggere i cittadini italiani e i loro beni dai rischi attuali e futuri della crisi del clima. LEGGI TUTTO

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    Bonus casa 2025, incentivi per il risparmio energetico: come isolare tetto e pareti

    Migliorare il comfort domestico e ridurre gli sprechi di energia con interventi a basso impatto che possono portare però a risparmi significativi. Per chi realizza interventi di questo genere anche per il 2025 è possibile ottenere il bonus del 50% quando si tratta di interventi sulla prima casa, o del 36% per gli altri appartamenti. Sono incentivati in particolare tutti gli interventi di coibentazione necessari per isolare pareti, soffitti e pavimenti con la posa di pannelli interni, a patto che i materiali siano certificati e l’intervento comprenda anche la posa in opera da parte di personale qualificato.

    Fisco verde

    Energia rinnovabile, al via gli incentivi per i Gruppi di autoconsumo

    di  Antonella Donati

    14 Gennaio 2025

    Climatizzazione e risparmi
    La coibentazione è una tipologia di intervento che può essere realizzato non solo all’esterno, ma anche all’interno dell’edificio e che a determinate condizioni può assicurare un risparmio della climatizzazione invernale ed estiva di tutto rispetto specialmente in due situazioni: quando si tratta di appartamenti al piano terra e nel caso di ultimo piano, vale a dire situazioni nelle quali il consumo energetico per combattere il freddo è particolarmente elevato, e anche, nel caso dell’ultimo piano, per contrastare il caldo eccessivo.

    Fisco verde

    Con il conto termico finanziamenti per sostituire caldaie, boiler e pannelli solari

    di  Antonella Donati

    21 Gennaio 2025

    Tecniche e materiali
    Per la coibentazione si possono utilizzare pannelli isolanti costituti da diversi materiali, che garantiscono performance diverse a seconda del materiale e dello spessore del pannello, un dato particolarmente rilevante per quel che riguarda le mura. È possibile utilizzare anche materiali green per questo, e ormai sul mercato c’è una scelta molto vasta.

    Se la casa è piccola e l’isolamento interno con i pannelli può risultare troppo invasivo per raggiungere un risultato ottimale, possono essere utilizzate anche tecniche di insufflaggio, ossia il riempimento dei muri dotati di intercapedine (detti anche muri a cassa vuota), tipici degli edifici costruiti dagli anni ’60 agli anni ’90 del secolo scorso, con una particolare schiuma in grado di isolare dagli agenti esterni e quindi mantenere una temperatura più stabile all’interno.

    Bonus casa per il risparmio energetico
    La detrazione per gli interventi di coibentazione interna rientra nell’ambito del bonus casa. Tutti gli interventi finalizzati al risparmio energetico, senza eccezione alcuna, godono infatti dell’agevolazione come categoria a sé. In sostanza, per avere la detrazione non serve che l’intervento di coibentazione faccia parte di un più ampio lavoro di ristrutturazione, ma è comunque necessario poter dimostrare che l’intervento ha consentito di ottenere risultati in termini di risparmio energetico per poter avere la detrazione. In caso contrario, la detrazione non è ammessa perché la posa di semplici pannelli non certificati come isolanti rientra nell’ambito degli interventi di manutenzione ordinaria.

    Fisco verde

    Bonus e contributi per cambiare caldaia solo se si prendono modelli ibridi

    di  Antonella Donati

    28 Gennaio 2025

    Lo stesso nel caso in cui si volesse procedere con un intervento fai da te. Per poter avere l’agevolazione fiscale sulla spesa serve dunque una fattura con acquisto e posa in opera, con debita certificazione dei materiali, per quali sono disponibili specifiche indicazioni dell’Enea. Occorre anche la dichiarazione della realizzazione dell’intervento a norma. A di là di questa documentazione, non è dovuta nessuna comunicazione all’Enea e non è richiesto un nuovo attestato di prestazione energetica (Ape).

    Coibentazione e bonus mobili
    Infine non va dimenticato che se si effettua un intervento di coibentazione ammesso al bonus casa è possibile usufruire anche del bonus mobili del 50%. Anche per quest’anno il bonus è confermato su una spesa massima di 5.000 euro con l’aliquota che non cambia in riferimento al fatto che l’intervento edilizio sia stato fatto sulla prima o sulla seconda casa. LEGGI TUTTO

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    Tyler Prize 2025 a Sandra Díaz ed Eduardo Brondízio. “Il legame uomo-natura è imprescindibile”

    L’ecologista argentina Sandra Díaz-Fellow, dal 2010 all’Accademia mondiale delle scienze (Twas) che fa capo all’Unesco, ha ricevuto il “Tyler Prize 2025 per i risultati ambientali” per il lavoro su collegamenti fra biodiversità e genere umano. Lo ha annunciato il Comitato Esecutivo del Premio Tyler, l’equivalente di un Premio Nobel per l’ambiente. Sandra Díaz ha condiviso […] LEGGI TUTTO

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    Scuola, chiuse le iscrizioni: crescono i licei ma il Made in Italy è un flop

    Appena 38 nuovi iscritti per il liceo sponsorizzato dalla premier. Valditara: “Boom per il nuovo professionale 4+2 con oltre cinquemila adesioni” ma la Cgil replica: “Solo 8 studenti per classe, alcuni corsi neanche potranno partire”. Più adesioni per Scienze umane e Linguistico, scendono l’Artistico e i tecnici

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