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Salute degli oceani: essenziale proteggere gli squali

Gli squali esistono di tutte le taglie: oltre 500 specie che vanno dai giganteschi squali balena ai microscopici squali lanterna nani, non più lunghi di 17 centimetri. Sono predatori che occupano moltissime nicchie ecologiche diverse in tutti i mari e gli oceani del pianeta, svolgendo un ruolo essenziale per mantenerli in salute. E purtroppo, nell’era dell’antropocene la loro sopravvivenza è sempre più a rischio a causa delle attività umane e dei cambiamenti climatici, come sottolinea uno studio appena pubblicato su Scienceda un gruppo di ricerca internazionale, che ha approfondito l’importanza ecologica degli squali per gli ecosistemi marini, e quanto sia quindi urgente il problema del loro declino.

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Un ruolo fondamentale

In effetti, dal 1970 ad oggi la popolazione globale di squali del nostro pianeta si è ridotta di oltre il 70%, a causa della pesca, dell’inquinamento, della perdita di habitat e dei cambiamenti climatici. “È il momento di discutere seriamente di tutto quello che gli squali fanno per mantenere in salute gli oceani – commenta Simon Dedman, ricercatore della Florida International University che ha guidato lo studio – solo in questo modo possiamo dare la priorità alle iniziative di conservazione che garantiscono l’impatto maggiore”.

In molti casi, non è facile rendersi conto di quanto sia estesa l’influenza che hanno gli squali sul loro ambiente. Prendiamo ad esempio lo squalo tigre, un feroce predatore che con la sua mera presenza bilancia l’ecosistema delle praterie di alghe dell’Australia occidentale, riducendo il numero di grandi erbivori, come tartarughe marine e dugonghi, che lasciti a loro stessi distruggerebbero l’ambiente creato dalle alghe, dove trovano riparo pesci di piccole dimensioni e crostacei, che rappresentano a loro volta le prede di altri animali marini.

Ambiente

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Dove la presenza dello squalo tigre si è ridotta eccessivamente, come ad esempio lungo le coste dell’isola di Bermuda, l’aumento della popolazione di tartarughe marine ha portato al collasso dell’ecosistema delle praterie di alghe. Spesso, inoltre, gli squali sono inoltre responsabili del trasporto di nutrienti dalle acque dell’oceano agli ecosistemi costali. È il caso della Florida, dove i giovani di squalo tigre si spingono a largo per nutrirsi e abitano invece lungo le coste, nei pressi delle foci dei fiumi, dove i loro escrementi diventano cibo prezioso per alghe e pesci di piccole dimensioni.

“Servono aree protette e limiti alla cattura”

Gli esempi citati nello studio sono moltissimi, e confermano l’incredibile varietà di legami che intrecciano gli squali con gli ecosistemi in cui abitano. E quindi, la loro importanza per la salute dei nostri oceani. “Le normative nazionali e internazionali devono concentrarsi su azioni che puntino a ristabilire le popolazioni di squali”, conclude Mike Heithaus, ecologo della Florida International University e coautore dello studio. “Per farlo servono aree protette, e misure volte a ridurre l’impatto della pesca eccessiva, come limiti di cattura e di equipaggiamento concesso ai pescatori. Se vogliamo degli oceani in salute, abbiamo bisogno di una popolazione di squali sana”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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