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La buddleja: come coltivarla, cura, fioritura e potatura

La buddleja è un genere di arbusto che appartiene alla famiglia delle buddlejacee, al cui interno si trovano numerose specie. Quella più diffusa nel nostro paese è la buddleja davidii, che con i suoi caratteristici fiori lilla possiamo trovare in tante aree settentrionali. La buddleja raggiunge un’altezza compresa tra i 3-5 metri e si caratterizza per le sue foglie caduche, dalla forma lanceolata, con dei peli sul lato inferiore. Originaria del sud-ovest della Cina e Tibet, dove la troviamo negli altipiani, la buddleja è conosciuta anche come “lillà dell’estate” o “arbusto delle farfalle”.

La buddleja è invasiva?

In alcuni paesi europei, la buddleja è ritenuta un genere particolarmente invasivo. L’arbusto non incontra difficoltà nella diffusione, soprattutto a ridosso dei fiumi, grazie in particolare alla fioritura abbondante. L’infiorescenza assicura infatti la dispersione di una quantità molto importante di semi – compresa tra diverse centinaia di migliaia ed alcuni milioni – che germinano senza difficoltà particolari. Per evitare questo problema, possiamo monitorare la fioritura e, all’occorrenza, eliminare le “pannocchie” prima che compaiano i semi.

Coltivare la buddleja in vaso

Possiamo coltivare l’arbusto delle farfalle anche in vaso, a patto di scegliere un contenitore di almeno 40 centimetri di diametro.

L’esposizione consigliata per la buddleja

La posizione ideale per mettere a dimora la buddleja è nei luoghi molto luminosi, dove la pianta può trovare l’esposizione in pieno sole per gran parte della giornata. L’arbusto si adatta comunque a crescere senza problemi anche in penombra. La rusticità della buddleja ci consente di coltivarla anche nelle aree dal clima più rigido: può sopportare infatti fino a -20 gradi. In alcuni casi, il freddo intenso e prolungato può comportare il disseccamento della parte aerea. Ciò nonostante, l’arbusto riprende a vegetare regolarmente nel periodo primaverile.

La fioritura della buddleja

L’arbusto della buddleja regala una fioritura particolarmente ricca che giunge al culmine nel cuore del periodo estivo. I fiori si contraddistinguono per il loro colore viola di tonalità chiara o più intensa, a seconda della specie. Alcune cultivar di buddleja producono invece una fioritura di colore bianco. I fiori hanno l’aspetto di una sottile pannocchia, ricchissima di tantissime piccole infiorescenze, nonché un profumo che ricorda quello del miele. A causa di questa caratteristica, la pianta è in grado di attirare tantissime farfalle: questo è anche il motivo per il quale è nota come “arbusto delle farfalle”.

Il terreno per la coltivazione della buddleja

Si tratta di un arbusto che non è particolarmente esigente per quanto riguarda le caratteristiche del terreno. In natura, la troviamo a ridosso dei fiumi, in terreni rocciosi o addirittura lungo le linee ferroviarie. Per una coltivazione ottimale, però, dovremmo preferire i terreni che non sono troppo pesanti, giacché l’arbusto può soffrire a causa del ristagno idrico. Al terriccio possiamo quindi aggiungere del materiale che favorisca il drenaggio e la traspirazione, come ad esempio la perlite. Il momento migliore per la messa a dimora è nel periodo tardo autunnale.

L’innaffiatura e la concimazione della buddleja

Soprattutto nella fase che segue la messa a dimora, dobbiamo annaffiare in modo regolare la nostra buddleja, tra le 2-3 volte alla settimana. Gli esemplari un po’ più adulti richiedono invece una minor frequenza di irrigazione, salvo nei periodi siccitosi prolungati. In questi casi, ricordiamoci di innaffiare l’arbusto con una cadenza settimanale. Possiamo concimare la buddleja in primavera e in autunno, distribuendo del concime organico alla base della pianta. In alternativa, possiamo utilizzare anche del concime organico a lento rilascio per favorire la fioritura, oppure, aggiungere del fertilizzante liquido all’acqua dell’innaffiatura due volte al mese.

Quando eseguire la potatura della buddleja

Il periodo dell’anno più indicato per potare la buddleja è durante la seconda metà dell’inverno e, più precisamente, tra i mesi di febbraio e marzo. Di solito, la potatura si concentra sui rami esterni che si sono sviluppati durante l’anno prima, riducendoli ad un’altezza di circa una spanna. Anche tutti i rami troppo fragili possono essere asportati, in modo tale da dare vigore alla pianta. È anche possibile sfoltire la parte centrale, soprattutto per arieggiare correttamente l’arbusto. In questo modo, la buddleja ritroverà il miglior slancio per la sua crescita.

Le avversità che possono colpire la buddleja

La buddleja è una pianta che si contraddistingue per una buona rusticità ed è difficile che possa essere colpita dalle avversità. In rari casi, le foglie possono essere attaccate dagli afidi: in questo caso, è possibile ricorrere ad un rimedio naturale, come ad esempio del macerato di ortica. Con terreni particolarmente pesanti, alcune specie di buddleja possono essere colpite a livello radicale da parte dal fungo della phytophthora: in questo caso è possibile eseguire un trattamento con fungicida.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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