in

I segreti del larice, il gigante della montagna

Resistenza e bellezza si incontrano nel larice, albero elegante dal portamento snello, molto longevo e dalle dimensioni imponenti, che raggiunge altezze anche di 50 metri. Appartenente alla famiglia delle Pinacee, di cui fanno parte anche il pino, il cedro e l’abete, è contraddistinto da una notevole resistenza alle temperature rigide ed è capace di adattarsi a svariati tipi di suolo. Del genere delle conifere, si tratta di un albero definito deciduo, ovvero che perde le foglie durante l’autunno e l’inverno, a differenza della gran parte delle specie sempreverdi della sua famiglia. Il larice è originario delle zone fredde dell’Europa e del Nord America ed è comune in Italia nelle Alpi, dove cresce anche oltre i 2500 metri. Il nome botanico dell’arbusto è Larix decidua. La forma unica, le sue caratteristiche e gli usi, rendono il larice un albero molto apprezzato, in particolare per il suo legname pregiato.

Come riconoscere il larice e le caratteristiche

In Italia, tra le vette delle Alpi sono custoditi larici millenari. L’alta montagna, con la sua aria limpida, è l’habitat perfetto per questo splendido albero che cresce a quote altissime, formando spesso lariceti oppure mescolandosi con i pini, dando vita a boschi misti. Raro esemplare di conifera a foglie caduche, si tratta di una specie longeva che può arrivare a vivere anche fino a 800 anni. Il larice presenta una chioma piramidale, che con lo scorrere degli anni diventa più allargata, e un tronco dalla forma cilindrica.

Le sue foglie sono aghi morbidi riuniti in mazzetti di piccole dimensioni, disposti a spirale intorno ai rami, e rendono il larice facilmente riconoscibile visto che, durante la primavera e l’estate, si colorano di uno splendido verde brillante, mentre in autunno assumono una nuance giallo oro. Nel periodo invernale, invece, l’albero diventa spoglio: è l’unica conifera in Europa a perdere le foglie. Proprio questa peculiarità permette alla pianta di sopportare le basse temperature, tanto che resiste fino a -50 gradi. Con la primavera l’albero emette nuovi aghi e, proprio per questo, è legato al concetto di rinnovamento e al lasciar andare il passato per intraprendere un nuovo percorso.

Avvolto in un fascino unico, il larice si distingue anche per i suoi fiori maschili, gialli e di dimensioni contenute, e quelli femminili, contraddistinti da una forma ovale e allungata e sfumature rosate, e in grado di generare delle pigne che possono rimanere sulla pianta per anni. Il larice è noto per la sua grande resistenza. Tra le conifere il suo legno è quello più duro e crescendo tende a diventarlo ancora di più. Presenta un colore rossastro nel cuore, mentre all’esterno risulta giallastro. Non da ultimo, questa meravigliosa conifera è avvolta in una fragranza inebriante, emanando un profumo delicato e resinoso.

Larice: proprietà e usi

Dagli aghi della pianta si può ottenere un olio essenziale impegnato nel settore della cosmesi, molto apprezzato per la sua azione rinfrescante, stimolante e tonificante. Se usato in diffusione negli ambienti porta una ventata di freschezza e svolge un’azione antisettica, migliorando anche la qualità dell’aria.

Dalla bellezza naturale, maestoso e impermeabile, il larice trova largo impiego nella costruzione di rivestimenti, barche, pavimenti, ponti, recinzioni e gazebo. Di facile lavorazione, il legno del larice è usato nell’edilizia, anche in ambienti umidi come cucine e bagni, pergolati, balconi, scale, porte, finestre e mobili. Indicato per le costruzioni esposte agli agenti atmosferici, negli ultimi anni è spopolato anche per i rivestimenti per esterni. Inoltre, viene usato per dare vita a sculture e manufatti artistici.

Larice e la coltivazione

La coltivazione del larice richiede luoghi freschi e umidi, visto che l’albero ama le temperature fredde, prosperando dove gli inverni sono rigidi e le estati miti. Inoltre, necessita di essere ben soleggiato: l’ombra ne rallenta la crescita, portando anche alla caduta precoce di rami e foglie. Pianta che prevalentemente cresce allo stato selvatico, se si coltiva nel proprio terreno bisogna tenere in conto di come richieda uno strato di terra davvero profondo, per permettere alle sue radici di svilupparsi correttamente, e come possa raggiungere un’altezza notevole. Piantati in autunno oppure all’inizio della primavera, quando il clima è più mite, i larici richiedono un terreno fertile, ben drenato e leggermente acido.

Per quanto riguarda le annaffiature sono richieste solo in estate quando il clima è arido e secco ed esclusivamente per le piante giovani: le radici dell’albero e la sua chioma sono in grado di sfruttare, infatti, l’acqua delle piogge. Durante l’inverno invece la caduta degli aghi permette al larice di sopravvivere quando l’acqua del suolo è ghiacciata. In presenza di terreni poveri, la pianta va concimata solo durante la fase di impianto. Il larice può essere colpito da malattie fungine e parassiti: gli afidi e le cocciniglie non lo mettono in pericolo a differenza dell’attacco delle larve della tortrice del larice, responsabili della sua totale defogliazione.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

Scuola, rientro dal 5 settembre a rischio colpo di calore: tutte le aule d’Italia sono senza condizionatori

Da Ikea a eBay, quando i prodotti di seconda mano aiutano l’ambiente