17 Dicembre 2024

Daily Archives

consigliato per te

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    Lupo non più specie protetta, ambientalisti contro l’Ue

    Dopo “l’attenti al lupo” lanciato dall’Europa all’inizio di dicembre che ha revisionato il suo status di protezione passandolo da “specie strettamente protetta” a “specie protetta” scendono in campo cinque organizzazioni ambientaliste e per la protezione degli animali. Tra cui Green Impact (Italia), Earth (Italia), One Voice (Francia), LNDC Animal Protection (Italia) e Great Lakes and […] LEGGI TUTTO

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    Aree protette, parchi e riserve naturali alle prese con le sfide del clima

    Parchi nazionali, riserve regionali, riserve statali, aree marine protette e i siti della Rete Natura 2000. L’Italia possiede un complesso sistema di aree protette. Se ne contano 1049, una rete di zone naturali a tutela del grande patrimonio di biodiversità della Penisola. Oltre 5 milioni di ettari di territorio tra montagne, fiumi, laghi, coste, aree umide e vulcani. 24 parchi nazionali, 30 aree marine protette (il santuario Pelagos e 2 parchi sommersi), 149 riserve naturali statali, 149 parchi regionali, 450 riserve regionali e 5 parchi geominerari. A questi vanno aggiunte altre aree protette nazionali e regionali, i siti Natura 2000; le zone umide della lista Ramsar; le riserve Unesco e le zone speciali di conservazione. Un sistema naturale che coinvolge 2.500 comuni e interessa una popolazione di oltre 10 milioni di cittadini.

    Conferenza dell’Onu

    Cop16, nessuna intesa per salvare la biodiversità nei paesi più vulnerabili

    di  Luca Fraioli

    04 Novembre 2024

    Le sfide imposte dal clima
    Ma se è chiaro, che il rafforzamento degli ecosistemi è considerato fondamentale per rendere più resistenti i territori ai disastri naturali, rimangono problemi ancora aperti, come quello di contenere il consumo di suolo nei parchi e riserve. Per questo motivo, operatori, ricercatori e esponenti delle associazioni ambientaliste chiedono la revisione della normativa per renderla più coerente con le esigenze imposte dalle nuove sfide. Come il cambiamento climatico e gli obiettivi posti dalla Nature Restoration Law e la Strategia europea per la Biodiversità che punta al raggiungimento del 30% di aree protette entro il 2030. Di questo e di altro si parla a Roma nella due-giorni (17-18 dicembre) organizzata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Al centro del dibattito degli Stati Generali delle aree protette la modifica della Legge quadro (394 del 1991) che lo scorso 6 dicembre ha compiuto 33 anni. Una norma che ha avuto molti aspetti positivi, soprattutto ha dato la spinta per realizzare quel sistemi di parchi e riserve, sia terrestri che marine che oggi interessa l’11% del territorio nazionale.

    Biodiversità

    Con piste da sci sempre più in quota a rischio gli habitat degli animali d’alta montagna

    di  Pasquale Raicaldo

    12 Dicembre 2024

    Aree al centro della rigenerazione dei territori
    Aree naturali che, rimesse al centro dei percorsi di rigenerazione del territorio, negli anni hanno prodotto un effetto benefico su quei 10 milioni di italiani che ci vivono accanto. Nei parchi nazionali la superficie agricola ammonta a 752.400 (50,9%) ettari con 55 mila occupati e una diffusione di imprese agricole del 21,4%. Un sistema grazie al quale tutelando la biodiversità, ha salvato molte specie dall’estinzione. “L’Italia- ha spiegato Claudio Barbaro, sottosegretario all’ambiente e alla sicurezza energetica, con delega alle aree protette – è uno dei primi paesi al mondo per biodiversità, con un alto numero di aree protette, che non sono mai state messe a sistema: per farlo occorre ripensare alla legge 394 in maniera altrettanto sistemica”.

    Maggiori investimenti
    L’obiettivo degli Stati Generali è quindi di chiedere alle istituzioni maggiori investimenti per le aree protette, sistemi importanti contro i cambiamenti climatici. Il rischio è che la mancanza di investimenti, le aree protette (parchi e riserve) non siano più considerate come laboratori di biodiversità e di sostenibilità. Una prima risposta è arrivata sempre da Claudio Barbaro: “In questi due anni di governo mi sono interfacciato con diversi operatori delle aree protette e se c’è una cosa su cui siamo tutti d’accordo è che la legge quadro sulle aree protette, la 394, va emendata. L’obiettivo per il 2025 non è solo quello di un mero rinnovo e aggiornamento, ma di passare da un sistema di gestione atomizzato, frammentato e diviso, a un sistema di rete”. Le conclusioni il 18 dicembre. LEGGI TUTTO

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    L’uccello più vecchio del mondo torna mamma a 74 anni

    In natura gli albatri hanno un’aspettativa di vita di circa 30 anni. Alcuni, i più fortunati, possono sperare di arrivare a superare i 50 anni. E poi c’è Wisdom, una femmina di albatro di Laysan (Phoebastria immutabilis) che sembra immune allo scorrere del tempo: ad un’età stimata di circa 74 anni, infatti, non solo è l’uccello selvatico più vecchio attualmente vivente, ma è in procinto di diventare nuovamente mamma, nonostante l’età e la perdita del suo compagno di una vita, un evento piuttosto traumatico in una specie solitamente monogama.

    Wisdom è uno dei milioni di uccelli che ogni anno tornano all’atollo di Midway, nei pressi delle Hawaii, per nidificare durante la stagione degli amori. Ed è qui, nel Midway Atoll National Wildlife Refuge, che è stata osservata e “taggata” per la prima volta dai ricercatori dello United States Geological Survey nel 1956. Da quel momento, gli scienziati americani ne hanno seguito gli spostamenti anno dopo anno, studiando le abitudini di questi incredibili uccelli, la cui apertura alare di oltre due metri li rende capaci di compiere viaggi di più di 1.500 chilometri durante le loro battute di caccia alla ricerca di cibo. Nel 1956 venne stabilito che Wisdom doveva avere circa cinque anni, l’età in cui gli albatri di Laysan raggiungono la maturità sessuale. Ed infatti, quella fu la prima di oltre 50 covate effettuate dall’albatro dei record sotto gli occhi attenti dei ricercatori americani. Nel corso di una vita avventurosa, destinata ad entrare nella legenda.

    Dalle stime di Chandler Robbins, l’ornitologo che inanellò Wisdom con la sua prima tag per il monitoraggio (negli anni ne ha cambiate sei), l’uccello ha percorso oltre quattro milioni e ottocentomila chilometri in volo nella sua vita, l’equivalente di circa 120 giri intorno alla Terra. Ed essendo vissuta molto più a lungo di qualunque altro albatro vivente, continuando a deporre e covare uova per quasi 70 anni, ha avuto diversi partner nell’arco dei decenni. Un comportamento veramente raro, visto che questa specie di uccelli è monogama, e solitamente le coppie restano unite a vita.

    Il suo ultimo compagno, Akeakamai, era scomparso nel 2021, e per diversi anni Wisdom si era tenuta sulle sue, lasciando immaginare che avrebbe smesso di riprodursi. Per questo l’avvistamento di quest’anno ha lasciato di stucco i ricercatori del Midway Atoll National Wildlife Refuge: dopo 3 anni di lutto, Wisdom ha trovato un nuovo compagno, e deposto un uovo che, a detta degli specialisti, ha ottime chance di schiudersi. Ed è quindi destinata a stabilire un nuovo record: quello del più vecchio uccello ad essersi mai riprodotto, almeno per quanto è dato sapere LEGGI TUTTO