13 Dicembre 2024

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    Letizia Palmisano: “A Natale possiamo regalare un sorriso ai bambini con un rigiocattolo”

    Letizia Palmisano, giornalista ambientale, saggista e divulgatrice televisiva, nel suo ultimo libro Il Rigiocattolo, edito da Città Nuova e illustrato da Anna Curti, narra una fiaba ecologista ispirata ai principi dell’economia circolare. I protagonisti della storia sono giocattoli un po’ malconci, ai quali il destino però riserva una straordinaria seconda opportunità. “Questo libro – racconta Palmisano – ha preso vita inconsapevolmente due anni fa, mentre stavo lavorando al saggio Sette vite come i gatti, una raccolta che esplora storie di economia circolare e di eroi dell’ambiente spesso poco conosciuti. Avevo dedicato il secondo capitolo di questo libro ai giocattoli perché, avendo all’epoca un figlio di nove anni, come capita a molti genitori, mi sono trovata a gestire un’incredibile quantità di giochi, spesso superiore a quella realmente utilizzabile e che, in alcuni casi, non potevano essere regalati o venduti perché danneggiati. Mi sono quindi chiesta se esistessero realtà che si dedicavano alla riparazione dei giocattoli. Questa riflessione mi ha spinto a cercare, all’interno di un gruppo social focalizzato sull’economia circolare e del quale sono amministratrice, se ci fossero realtà che si occupavano della riparazione dei giocattoli. È così che sono entrata in contatto con Daniele Leo e con il team di volontari di Rigiocattolo di Campobasso, scoprendo una meravigliosa realtà. Questo gruppo ha recentemente celebrato dieci anni di attività nel corso della quale sono stati riparati circa 20 mila giocattoli, salvandoli dalla discarica e rendendo felici molti bambini. Così ho pensato che fosse arrivato il momento di scrivere una fiaba gioiosa che avesse come “colonna sonora” di sottofondo l’economia circolare”.L’autrice narra infatti, con testi e immagini adatte ai bambini, le vicende di tre giochi ovvero l’orsetto di peluche Bruno, la pianola giocattolo color arcobaleno Nola e il coraggioso Tuffolino. Guidati dal robot Milo, un veterano del luogo, i tre protagonisti scopriranno che l’arrivo al laboratorio di Rigiocattolo non sarà per loro la fine, ma l’inizio di una nuova avventura. “Il Rigiocattolo – continua Palmisano – è dedicato ai bambini dai 5 anni in su, ma, in maniera nemmeno troppo ironica, ritengo che sia adatto fino ai 199 anni. È un libro che può essere letto attraverso le parole e vissuto grazie ai meravigliosi disegni di Anna Curti. È una fiaba davvero per tutti con un messaggio che spero aiuti a far capire quanto sia importante guardare il mondo intorno a noi attraverso lenti verdi, ma anche quanto siano fondamentali realtà come Rigiocattolo che, ad oggi in Italia, sono davvero troppo poche e dovrebbero invece essere prese a modello. Riuso e riparazione sono concetti fondamentali dell’economia circolare e dovrebbero essere attuabili in ogni settore. Parliamo spesso dell’importanza dell’educazione ambientale, ma talvolta abbiamo difficoltà a trasmettere questi valori ai nostri figli attraverso gli oggetti che più amano e che fanno parte del loro quotidiano”.

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    Un prof di Princeton ha costruito la sua casa green al 100%

    Il professor Forrest Meggers è talmente convinto che con una buona progettazione si possano costruire edifici davvero amici dell’ambiente che ha deciso di sperimentare la sua teoria trasformando la sua casa in una abitazione davvero “green” completamente da solo. Tre anni fa, questo professore di ingegneria e architettura che insegna alla Princeton University, ha dato via a un progetto per realizzare, in piena Princeton, una casa in grado di impattare con pochissime emissioni.

    Meggers, 43 anni, sposato e con quattro figlie, per iniziare a dar vita alla sua visione due anni fa ha iniziato a scavare nel cortile della sua proprietà di Princeton nel New Jersey (Usa). L’obiettivo era trovare l’acqua: grazie alle falde, poteva infatti installare un sistema di riscaldamento e raffreddamento geotermico per la sua casa, una base di partenza per rendere tutto più efficiente ed autonomo. Tenendo un corso chiamato “Progettare sistemi sostenibili” il professore di Princeton voleva infatti passare dalla realtà alla pratica e dimostrare anche ai suoi studenti come poter migliorare l’efficienza energetica di una abitazione. LEGGI TUTTO

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    Trivelle più facili e più vicine alle coste: il decreto Ambiente 2024 diventa legge

    Trivellazioni più facili. Il decreto Ambiente, varato a ottobre dal governo Meloni, è definitivamente legge. La Camera il 10 dicembre lo ha approvato (con 141 voti a favore, 81 contrari, tre astenuti) mentre il Senato lo aveva fatto pochi giorni fa. Il provvedimento contiene diverse novità: introduce infatti modifiche al Testo Unico sull’Ambiente del 2006, e prevede la controversa riduzione delle distanze di protezione dalle coste per le trivellazioni marine, che passano da da 12 a 9 miglia. In particolare, si vietano i nuovi permessi di ricerca ed estrazione di gas e petrolio, ma per quelli già esistenti, si abbassa la distanza minima dalle coste. Sbloccata, inoltre, la corsia preferenziale per le valutazioni ambientali relative a progetti di ”preminente interesse strategico nazionale”, tra cui rientrano anche gli impianti di stoccaggio, cattura e trasporto di anidride carbonica. Il dl affronta anche il tema delle energie rinnovabili, dell’economia circolare e del dissesto idrogeologico, ma, secondo le opposizioni, si tratta di “un’occasione mancata”.

    Governo

    Via libera al decreto Ambiente: non solo eolico e fotovoltaico, per la transizione anche nucleare e idrogeno

    di  Luca Fraioli

    10 Ottobre 2024

    Le opposizioni “così si ostacolano le rinnovabili”
    Per la deputata Luana Zanella (Europa Verde): “In questo modo il governo ostacola la diffusione di fonti energetiche rinnovabili” ed “esalta quelle fossili dando il via libera alle trivellazione delle coste entro addirittura le nove miglia”. Secondo il ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto-Fratin, invece l’approvazione del decreto costituisce un “risultato importante per il Paese, nella direzione di semplificare e razionalizzare settori decisivi per la nostra economia”.
    Dal testo è saltato un emendamento che era stato presentato da Forza Italia e che avrebbe aperto alla privatizzazione dell’acqua. La proposta era di permettere alle aziende private di entrare nelle società in house – pubbliche – che gestiscono l’acqua. Il tema, ha fatto sapere il governo Meloni, potrebbe rientrare comunque nella manovra 2025.

    I dati

    L’Italia migliora ma di poco: è 43esima nella classifica per la lotta alla crisi climatica

    di  Luca Fraioli

    20 Novembre 2024

    Tema caro al governo
    Quello di rilanciare le trivellazioni è un tema molto caro al governo Meloni, per il quale sarebbe una possibilità per aumentare l’autonomia energetica del Paese. Nonostante solo qualche giorno fa il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste contro il progetto di trivellazione Teodorico, che prevedeva lo sfruttamento di un giacimento al largo del Delta del Po. Tra le varie criticità, i giudici hanno rilevato in particolare numerose carenze nelle Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) – proprio quelle che il decreto legge appena approvato punta a velocizzare e semplificare – e il danno ambientale. Una delle ragioni dello “stop” dei magistrati era stato motivato proprio in ragione della protezione degli ecosistemi marini e costieri. Nonostante il limite di distanza minima di 12 miglia nautiche delle trivelle dalla costa, fissato per arginare le conseguenze di alcuni rischi delle attività estrattive, come lo sversamento in mare di petrolio. Oggi però quella distanza scende a 9 miglia. Una distanza considerata dal ministero dell’Ambiente, Pichetto Fratin in grado di garantire “un elevato grado di sicurezza”.

    Le novità controverse: autorizzazioni ambientali più veloci
    Oltre la semplificazione delle procedure di Via viene data la priorità alla realizzazione di alcuni progetti, tra i quali quelli di stoccaggio, cattura e trasporto della CO2. Il primo progetto di questo tipo in Italia è nato a Ravenna e prevede di captare almeno il 90% della CO2 prodotta dall’impianto – stimata in circa 25 mila tonnellate l’anno – e trasportarla fino alla piattaforma offshore Porto Corsini Mare Ovest, per poi depositarla in un giacimento di gas esaurito a 3 mila metri di profondità.
    Il decreto Ambiente contiene anche norme sulle procedure di valutazione e autorizzazione ambientale da parte delle commissioni Via-Vas e Pnrr-Pniec, che si occupano di dare il via libera dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente. In particolare, si dovrebbero velocizzare le pratiche per i progetti del valore di oltre 25 milioni di euro che hanno un “preminente interesse strategico” e che possono aiutare a ridurre la quantità di carbonio nell’atmosfera. Ma anche quelli che rispettano i criteri di affidabilità e sostenibilità tecnica ed economica, oltre agli interventi legati al Pnrr.

    Le priorità
    Saranno considerati una priorità, ad esempio, gli impianti per l’accumulo di energia idroelettrica tramite pompaggio puro, che prevedono un aumento della quantità di acqua immagazzinabile. Lo stesso vale per gli impianti di stoccaggio geologico, cioè quelli dove viene stipata CO2 in forma liquida, spesso iniettata in rocce porose, in zone molto profonde o in vecchi giacimenti ormai esauriti di idrocarburi. E anche per gli impianti con cui si cattura la CO2, quelli che vengono convertiti in bioraffinerie (che trasformano le biomasse, come rifiuti, legno o altro in biocarburanti).
    Sul tema del dissesto idrogeologico, la legge permette ai presidenti di Regione (o meglio, i commissari per il dissesto) di avere maggiori poteri; i fondi che vengono assegnati potranno essere ritirati se i lavori non vanno avanti, e le banche dati sulla tutela dei territori saranno collegate per dare più informazioni. Infine, alcune norme riguardano l’economia circolare. Ad esempio, si promuove il riutilizzo delle acque reflue raffinate, che possono essere usate per irrigare. LEGGI TUTTO