9 Ottobre 2024

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    I segreti dell’echinacea, la pianta amica della salute

    Attira l’attenzione per le sue corolle color porpora e per la sua altezza. Appartenente alla famiglia delle Asteraceae e molto simile al girasole, l’echinacea è una pianta erbacea perenne. Esteticamente d’impatto, gode di innumerevoli proprietà e ama la luce diretta del sole, almeno per alcune ore al giorno. Resiste alle temperature più calde e non teme il freddo, motivo per il quale è perfetta anche per la coltivazione in piena terra. Il nome comune è Echinacea e si distingue in varie specie, tra le quali l’echinacea purpurea e l’echinacea angustifolia sono le più conosciute.

    Echinacea: le origini della pianta
    L’echinacea è una pianta originaria del Nord America ed è utilizzata nel vasto campo della fitoterapia grazie alle sue innumerevoli proprietà immunostimolanti che aiutano a favorire l’aumento delle difese immunitarie dell’organismo. Tale pianta, che alla vista è molto simile a un girasole e/o a una margherita, era utilizzata con fini prettamente curativi già dagli indiani d’America. Erano loro a chiamarla “Elk Root” (letteralmente “radice dell’alce”) ed erano loro a utilizzarla sia per cicatrizzare le ferite, sia per curare il mal di gola, la tosse o anche come analgesico.

    Echinacea:, la pianta dai colori delicati
    Accanto all’estetica oggettiva, l’echinacea gode di numerose proprietà benefiche. Nel linguaggio dei fiori l’echinacea rappresenta forza e salute e i suoi colori, vivaci ma al tempo stesso eleganti, conquistano l’occhio. Nell’antichità si utilizzava come simbolo di salute e di vitalità e il suo fiore ha sempre trasmesso positività, fortuna e benessere. Nel corso del tempo e con il passare degli anni, questa pianta perenne è stata trasportata nei giardini di tutto il mondo e particolarmente apprezzata sia per il suo valore estetico, sia per la sua simbologia. Non a caso, infatti, i fiori di echinacea sono scelti in boquet e composizioni floreali volte all’augurio di una pronta guarigione o dedicate a chi sta attraversando un periodo di difficoltà. Si presta molto bene anche come decorazione per feste e matrimoni all’aperto, essendo una pianta molto resistente.

    I fiori dell’echinacea
    Sempre più diffusi e apprezzati, i fiori dell’echinacea fioriscono in fiori simili a margherite con lunghi steli (vanno dai 40 cm a oltre un metro a seconda della varietà) il cui disco centrale è a “cupola” (“cone-flower” in inglese). I petali sono penduli e la palette di colori è variegata: si va dal bianco (quello più raro) al rosso acceso, al rosa intenso, a quello più delicato, fino ad arrivare ad alcune tonalità di giallo e arancio. I colori e il persistente profumo piacciono molto a farfalle e api, che non perdono un secondo per fare loro visita.

    Dove coltivare l’echinacea

    Coltivare l’Echinacea è semplice. Questa pianta dai colori delicati e meravigliosi, infatti, non ha grosse esigenze per quanto riguarda il terreno. L’importante è che quest’ultimo sia fertile e ben drenato. Le echinacee si possono coltivare in vaso (meno consigliato ma comunque possibile) o in piena terra all’aperto, questo perché la sua resistenza nei confronti delle temperature molto basse (anche inferiori allo zero) è molto alta. Coltivarla non richiede troppa difficoltà, ma bisogna sempre fare attenzione ai ristagni idrici, pericolosi perché causa primari di marciumi, dannosi per la sua salute.

    Quando piantare l’echinacea
    L’echinacea può essere coltivata sia partendo direttamente dal seme, sia acquistando la pianta già cresciuta. Nel primo caso se ne consiglia la piantagione in una bordura per giardino nei mesi tra aprile e maggio, dunque in piena primavera. Per ottenere un buon risultato si dovranno sistemare i semi a una profondità di circa un paio di cm sottoterra e la distanza di impianto tra uno e l’altro dovrebbe mantenersi tra i 30 e i 40 cm. È importante ricordare di trapiantarla in uno spazio dove si è certi di volerla tenere per lunghi periodi di tempo.

    L’esposizione dell’Echinacea
    L’echinacea ama il sole, motivo per il quale un’esposizione totale alla luce sarà sempre l’ideale per il suo benessere. Tuttavia, l’echinacea può essere esposta anche in penombra e crescere comunque molto bene; l’unica differenza la si noterà nel numero di fiori, che nel caso di minore luce saranno, appunto, minori. Poiché questa pianta dalle mille proprietà benefiche si rifornisce in modo autonomo dell’umidità che le serve andando ad attingere dalle acque limitrofe, l’ideale sarebbe piantarla lungo la riva di un piccolo laghetto sito in giardino, purché se ne abbia uno.

    Durante il suo periodo di germogliazione (della durata di circa 2-3 settimane) l’echinacea ha bisogno di umidità costante. Passata questa fase, la sua richiesta di irrigazione c’è ma non deve essere troppo pesante; questa pianta perenne, infatti, predilige un terreno sì umido, ma in modo moderato. Amante dei terreni ricchi di sostanze nutritive, anche la concimazione deve essere dosata. I suoi gambi, esili e longilinei, se cresciuti troppo, in caso di fenomeni atmosferici particolarmente pesanti come venti e piogge, potrebbero piegarsi e, nel peggiore dei casi, rompersi. L’ideale sarebbe concimare il terreno prima della semina in primavera e durante il periodo di fioritura.

    La potatura dell’echinacea
    Per quello che riguarda la potatura, invece, si consiglia durante la primavera, prima che la pianta inizi a germogliare. Durante la fioritura è sempre possibile (e consigliabile) eliminare i fiori appassiti: in questo modo l’echinacea avrà più possibilità di produrre nuovi fiori e di prolungare quindi anche la sua fioritura. Prendersi cura di questa meravigliosa pianta significa anche osservare il suo cambiamento nel corso del tempo e delle stagioni: se nel periodo autunnale e invernale alcune foglie diventano giallo o si appassiranno, è sempre bene rimuoverle. Per farlo vi basterà tagliarle alla base, quindi vicino al punto di origine della foglia stessa. Infine, ma non per minore importanza, prestare attenzione ai fusti danneggiati o troppo deboli. Rimuoverli significherà offrire all’echinacea una vita più sana e lontana da eventuali malattie e/o parassiti. LEGGI TUTTO

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    Lamezia Terme, nel liceo modello voti cambiati, mobbing ai prof dissidenti, maltrattamenti: indagati la preside, sette docenti e un finanziere

    Voti truccati, ore di attività modificate, presenze fasulle firmate e controfirmate per ricevere compensi supplementari, maltrattamenti anche. Tutto nel liceo calabrese, lo scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme, giudicato miglior istituto della Regione nel 2023 per la classifica Eduscopio.
    Voti cambiati e mobbing
    È una storia di giudizi cambiati a piacere, mobbing e provvedimenti persecutori quella per la quale la Procura di Catanzaro ha notificato la chiusura indagini alla dirigente del liceo, a sette docenti, al marito di una di questi e a un maresciallo della finanza. Dieci gli indagati – come ha anticipato il quotidiano online LaC News24 – accusati a vario titolo di accesso abusivo a un sistema informatico, falso materiale e ideologico, maltrattamenti.
    La preside nel mirino
    Secondo l’accusa per sette volte, dal 28 gennaio al 13 giugno 2023, la preside sarebbe entrata nel registro elettronico per modificare i voti già assegnati da altri docenti in alcune materie come Storia dell’arte, Latino, Scienze naturali e anche Scienze motorie.
    Fogli di presenze truccati in cambio di soldi
    E come lei illecitamente si sarebbero intrufolati nel sistema online anche gli altri insegnanti per «alterare» le ore di attività e «sanare» possibili disfunzioni che gli avrebbero potuto provocare un procedimento giudiziario per truffa ai danni dello Stato. Alcuni prof avrebbero anche creato falsi fogli di presenza degli alunni alle attività extracurriculari per le quali i docenti percepivano un compenso supplementare.
    Il ruolo del maresciallo della Finanza
    Diverso il ruolo del maresciallo della Finanza, che si sarebbe introdotto, con il proprio account, nel sistema informatico della Cognizione penale per prendere informazioni su tre procedimenti penali. E lo avrebbe fatto su istigazione di una docente del liceo, indagata in uno dei tre procedimenti spiati, e di suo marito.
    La preside contro gli studenti dissidenti
    Nella scuola modello, però, accadevano anche episodi di maltrattamenti. La preside avrebbe assunto «condotte e provvedimenti persecutori, integranti mobbing sul posto di lavoro a danno specifico dei docenti da lei stessa definiti “dissidenti”».
    Gli indagati sono: la preside Teresa Antonietta Goffredo, 58 anni, originaria del Crotonese, gli insegnati Maria Rosaria Rocca, Giovambattista Chirillo, Anna Rosa, Pasqualina Bagnato, Maria Piera Adamo, Marietta Paola Veltri e Giuseppina Sandra Anania. E ancora il marito di Adamo, Luigi Carlo Isabella, e il finanziere, Renato Molinaro. LEGGI TUTTO

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    Encubator, le startup pronte ad accelerare la transizione ecologica

    “In questa fase cruciale di transizione ecologica, un progetto come Encubator dimostra come la collaborazione tra ricerca, imprese e istituzioni possa essere un volano per l’innovazione e generare il cambiamento di cui abbiamo bisogno oggi e per le generazioni future perché possano ereditare un Pianeta sicuro e pulito”, a parlare in occasione dell’evento di presentazione del programma di accelerazione Encubator 2024, è Yuri Serra, cofondatore e Ceo di SIEve che ha sviluppato un filtro rigenerabile per il trattamento avanzato delle acque reflue.

    Encubator, il programma nato per individuare nuovi progetti tecnologici in ambito climate tech e sostenibilità e valorizzare al massimo il loro potenziale, per il terzo anno consecutivo, vede la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, PoliHub – Innovation Park & Startup Accelerator e il Politecnico di Milano uniti nella sfida contro il cambiamento climatico.

    Nell’edizione 2023 hanno risposto oltre 230 team imprenditoriali. Tra loro, la startup vincitrice SIEve. Serra ha raccontato nel corso della presentazione la sua esperienza: “Il riconoscimento ottenuto partecipando a Encubator ci ha permesso di rafforzare la strategia di posizionamento e di costruire un network più solido con le realtà locali per lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia. SIEve sta sempre più evolvendo da progetto, coerente con gli obiettivi di sostenibilità ambientale dell’Agenda 2030, a soluzione concreta per le imprese e il sistema industriale”.

    Il sogno di due fratelli
    La startup bergamasca SIEve nasce dal sogno dei fratelli Yuri (CEO, CTO & Founder) e Jessica (COO & Founder) Serra di fare impresa insieme. Yuri, scienziato dei materiali, durante i suoi anni di studio si concentra sulla sintesi e caratterizzazione di sistemi di adsorbimento organici e inorganici. Jessica, ingegnere gestionale, si specializza in materia di innovazione, sostenibilità ed economia circolare. Quando Yuri torna in Italia, dopo un periodo di studi e ricerca all’estero, i due scelgono di dare vita al progetto SIEve: nell’arco di pochi mesi riscuote molto interesse e si classifica tra le migliori idee imprenditoriali al Premio Nazionale Innovazione.

    Yuri Serra, fondatore e CEO di SIEve  LEGGI TUTTO

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    Scuola, studenti italiani in deficit anche sul pensiero creativo: il problema sono gli istituti professionali

    ROMA – L’Italia, con 31 punti su 60, ha ottenuto un risultato in “pensiero creativo” inferiore rispetto alla media Ocse, che è di 33. E’ quanto emerge dall’indagine Ocse Pisa 2022 sul “Creative thinking”, pubblicata lo scorso giugno e ieri illustrata, sul versante nazionale, nel corso di un webinar Invalsi. LEGGI TUTTO

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    Peperoni più resistenti al cambiamento climatico

    Peperoni di alta qualità, più resilienti ai parassiti e agli eventi climatici estremi e con maggiore proprietà antiossidante. Questi i risultati di tre progetti internazionali a cui il CREA ha contribuito, recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Current Biology. L’attività di ricerca, durata circa 5 anni, ha portato a una mappatura delle molecole con azione antiossidante […] LEGGI TUTTO

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    Greenpeace: “I colossi di carne e latticini emettono più metano dei combustibili fossili”

    Siamo sempre abituati a parlare di impatto di CO?, ma è ora di tenere bene a mente anche un’altra formula chimica: CH4, le emissioni di metano.
    A preoccupare sempre di più gli scienziati sono infatti le emissioni globali di metano che continuano ad aumentare in maniera vertiginosa in tutto il pianeta: +20% in vent’anni con valori mai così alti da quando esistono le rivelazioni e in atmosfera la concentrazione di questo gas a effetto serra è ormai 2,6 volte più alta rispetto al periodo pre industriale, hanno raccontato di recente i ricercatori del Global Carbon Project.

    Un accostamento forte
    Nel contribuire ad aumentare le emissioni di metano c’è, in particolare, un settore che per molti aspetti è stato finora sottovalutato: quello agroalimentare delle aziende del comparto lattiero-caseario e della carne.
    Un nuovo report di Greenpeace Nordic, appena diffuso a livello globale, tenta di far luce proprio sull’impronta climatica delle grandi industrie stimando come le emissioni di 29 grandi aziende che producono carne e latticini nel mondo siano “comparabili a quelle prodotte da 100 aziende del settore dei combustibili fossili”.
    Per esempio, si stima che le cinque maggiori aziende produttrici di carne e latticini (JBS, Marfrig, Minerva, Cargill e Dairy Farmers of America) emettano a livello globale “più metano di BP, Shell, ExxonMobil, TotalEnergies e Chevron messe insieme”.
    Un accostamento forte, dal quale però emerge anche una notizia positiva: tagli nel settore e determinati accorgimenti potrebbero rallentare drasticamente le emissioni in modo da porre un freno all’avanzata del riscaldamento globale.
    La ricerca
    Lo studio, che ha analizzato le emissioni di diverse aziende internazionali (fra cui l’italiana Cremonini), sostiene che modellando “lo scenario business as usual della FAO per il futuro dell’alimentazione, i nostri risultati mostrano che il riscaldamento aggiuntivo di 0,32°C entro il 2050 (rispetto ai livelli del 2015, ndr) deriverebbe dal solo settore della carne e dei latticini. Non solo: emerge anche che il metano, se si analizzano le emissioni di gas serra prodotte dalle aziende di carne e latticini, sarebbe responsabile di oltre tre quarti del riscaldamento del settore”.

    Sostenibilità

    G&B Festival 2024, Barbara Nappini: “Cibo e allevamenti. Il Made in Italy diventi etico”

    di Fiammetta Cupellaro

    02 Giugno 2024

    Uno scenario che richiede sforzi globali per ridurre la “sovrapproduzione nel consumo eccessivo di carne e latticini nei Paesi a medio e alto reddito”.

    Viaggio a Terra Madre, in cerca di una nuova “bio-logica” per salvare la nostra agricoltura

    di  Giacomo Talignani

    30 Settembre 2024

    Le emissioni legate a carne e latticini
    Nello specifico ridurre le emissioni legate a carne e latticini “porterebbe infatti a un effetto raffreddamento della temperatura media globale di 0,12°C entro il 2050, cioè a una riduzione del 37% del riscaldamento aggiuntivo previsto per la metà del secolo legato al settore, pari appunto a 0,32°C” e va ricordato per esempio che “per ogni 0,3°C di riscaldamento evitato si potrebbe ridurre l’esposizione al caldo estremo per 410 milioni di persone”.
    Secondo Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, “per tanto tempo abbiamo osservato la crescita senza freni delle grandi aziende di carne e latticini, come se il settore fosse in qualche modo esente da responsabilità verso la crisi climatica, ma non è affatto così. Siamo spesso stati messi di fronte a una realtà nella quale sono gli allevatori o i consumatori a dover cambiare, mentre queste aziende decidono cosa gli agricoltori devono produrre, quanto devono essere pagati e cosa noi dobbiamo mangiare. Ora però sappiamo che un cambiamento del sistema è possibile”.

    Il commento

    L’Overshoot Day ci ricorda che l’idea di mondo va imperniata sulla vita non sul profitto

    di Barbara Nappini*

    01 Agosto 2024

    Proprio sulla questione metano e sulle responsabilità di determinati settori dell’agroalimentare adesso si concentreranno – anche in vista della Cop29 di Baku in Azerbaigian che inizierà fra un mese – le attenzioni e le iniziative degli attivisti.
    In Italia
    Il focus di Greenpeace sull’Italia sarà anche sulle aziende più responsabili di emissioni, con riferimenti a realtà come “il gruppo italiano Cremonini che, tramite la controllata Inalca, è uno dei maggiori player europei per la produzione di carne bovina” scrive Greenpeace.
    Detto ciò e partendo dalle indicazioni degli scienziati, i quali rimarcano come il metano sia un gas a effetto serra 80 volte più potente dell’anidride carbonica (CO?) nell’arco di 20 anni dall’emissione, le speranze di riuscire a frenare l’aumento di questo gas in atmosfera secondo gli ambientalisti sono alte, a patto però che si riconosca come finora ci si sia concentrati solo “sulla richiesta di ridurre le emissioni di metano nel settore dei combustibili fossili, senza imporre una drastica e necessaria limitazione anche alle grandi aziende industriali di carne e latticini”.

    Stazione Futuro

    Per chi votano gli animali

    di Riccardo Luna

    03 Giugno 2024

    Come chiosa Ferrario secondo Greenpeace “i governi devono guidare gli investimenti e le politiche per avviare il cambiamento abbandonando la sovrapproduzione e il consumo eccessivo di carne e latticini, sostenendo gli agricoltori e i lavoratori del settore in una giusta transizione. E così facendo, salvando milioni di vite limitando il riscaldamento globale”. LEGGI TUTTO

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    XFarm Technologies punta sull’intelligenza artificiale. 450 mila aziende sulla piattaforma

    Il settore dell’agricoltura è destinato a incontrare sul cammino dei propri imprenditori e operatori una serie di grandi sfide, che sarà possibile affrontare grazie anche all’innovazione tecnologica e all’applicazione dell’intelligenza artificiale. Lo sa bene xFarm Technologies, tech company europea pronta a guidare un cambiamento virtuoso nel settore agroalimentare.
    Il lavoro nei campi, legato a doppio filo all’andamento climatico, risentirà sempre di più dei fenomeni improvvisi che caratterizzano già oggi il clima a livello globale. Come è noto, si prevede un aumento degli eventi siccitosi e delle ondate di calore, ma anche delle inondazioni, con precipitazioni irregolari e spesso concentrate in eventi climatici estremi a carattere tropicale, anche in zone temperate. Questo porterà a un necessario adeguamento delle pratiche in campo, anche alla luce di uno sviluppo accelerato dei patogeni microbici e delle popolazioni di insetti e acari.

    Decisioni in tempo reale
    Nel prossimo futuro saranno quindi di fondamentale importanza tutte quelle tecnologie in grado non solo di fornire previsioni affidabili, come i modelli previsionali, ma anche di supportare in tempo reale gli operatori del settore nel prendere le decisioni migliori, in un contesto ambientale sempre più complesso. xFarm Technologies ha abbracciato la sfida dell’intelligenza artificiale, sviluppando tecnologie che puntano a semplificare i processi e l’operatività in campo, nonché la resilienza dei sistemi agricoli nella loro interezza, a vantaggio della sostenibilità ambientale ed economica delle produzioni.
    Il 2024 segna un anno di grande crescita per l’azienda AgTech che annuncia la chiusura di un round di Serie C da 36 milioni di euro. A guidare l’operazione la società Partech, attraverso il suo Impact Growth Fund.“È un momento di profondi cambiamenti e grandi sfide per l’industria agroalimentare a livello globale. Vogliamo continuare a fornire gli strumenti più efficaci ed avanzati per affrontare questo scenario, con investimenti in R&D e innovazione. Tecnologie all’avanguardia nell’intelligenza climatica e nell’IA per il supporto agronomico, e con un focus su sostenibilità e agricoltura rigenerativa”, ha dichiarato per Green&Blue Matteo Vanotti, Ceo di xFarm Technologies. LEGGI TUTTO