Tempi difficili, in particolare in Europa per le aziende che si occupano di batterie per auto elettriche. Lo dimostra la vicenda Northvolt, startup svedese leader nella produzione di batterie per auto elettriche, nonché prima azienda europea a costruire una gigafactory di batterie in Svezia, che sta vivendo uno dei momenti più difficili dalla sua fondazione. Ma facciamo un passo indietro.
Il 28 dicembre 2021 a Skellefteå, nel nord della Svezia, Northvolt annunciava la produzione della prima cella per batteria agli ioni di litio per uso automobilistico. L’impresa parlava di “un nuovo capitolo della storia industriale europea” visto che quella cella era la prima completamente disegnata, sviluppata e assemblata in una gigafactory da una compagnia europea di batterie. Il 23 settembre 2024, Northvolt ha comunicato l’avvio di una massiccia ristrutturazione che comporterà un ridimensionamento della forza lavoro con il licenziamento, di circa 1.600 lavoratori su 6mila. Anche l’azienda punta di diamante della produzione di batterie per auto elettriche made in Europe se la deve vedere con il brusco rallentamento delle vendite di veicoli elettrici e l’inarrestabile concorrenza orientale, soprattutto cinese. Il settore è, infatti, storicamente guidato dai colossi asiatici e le fabbriche di batterie già operanti in Europa si occupano principalmente di assemblare le celle per formare il pacco batteria, ma non di produrre l’elemento base.
Storia e crisi di Northvolt
Northvolt è stata fondata nel 2016 dall’ingegnere italiano Paolo Cerutti e dall’imprenditore svedese Peter Carlsson, attuale amministratore delegato, entrambi con un passato in Tesla. La startup nasce con l’obiettivo di produrre batterie agli ioni di litio sostenibili per veicoli elettrici, e fin da subito è stata considerata uno degli attori chiave nella sfida europea all’egemonia asiatica nel mercato delle batterie. L’azienda cresce rapidamente, tanto da ricevere una serie di finanziamenti corposi da istituzioni bancarie europee, per un totale di 15 miliardi di dollari. L’ultimo investimento a gennaio 2024. Prende 4,6 miliardi di euro per l’espansione della sua gigafactory Ett (aperta ufficialmente nel dicembre del 2021 a Skelleftea, nel nord della Svezia, principale hub minerario del paese nordico) per la produzione di catodi e celle per batterie, oltre all’ampliamento di un impianto adiacente per il riciclo delle batterie, Revolt Ett. Il recupero degli scarti di produzione e delle batterie a fine vita risulta significativo per l’azienda, che utilizza un processo di trattamento chimico multi-stadio per processare materiali critici come nichel, cobalto, manganese e litio, e così essere riutilizzati nelle sue linee di produzione. Dalla sua nascita Northvolt si conferma l’unico attore europeo attivo nella produzione di celle per batterie al litio, ottenendo anche il via libera da Bruxelles per la costruzione di un impianto in Germania con circa 1 miliardo di euro di aiuti di Stato dal governo tedesco. Partecipata al 21% da Volkswagen, la startup svedese ha inoltre la maggior parte delle forniture destinate proprio al Gruppo tedesco e a BMW.
Mobilità green
Northvolt avvia la produzione, dallo stabilimento svedese la prima batteria europea per auto elettriche
di Andrea Tarquini
30 Dicembre 2021
Tuttavia, lo scenario muta rapidamente, e a causa della concorrenza asiatica diventata sempre più aggressiva nella produzione e del rallentamento delle vendite dei veicoli elettrici, a giugno 2024 è proprio BMW a cancellare un ordine da 2 miliardi di euro, adducendo come motivazione che Northvolt non sia stata in grado di rispettare i tempi di consegna. Da quel momento, le riflessioni interne dei vertici e la decisione dell’azienda svedese di rivedere i suoi piani strategici.
Elettrico in crisi, Northvolt rivede le sue strategie
Lo scorso 23 settembre Northvolt ha annunciato l’avvio di una revisione strategica che comporterà un significativo ridimensionamento delle sue attività e della sua forza lavoro. L’azienda ha comunicato in una nota come la decisione arrivi a causa del “mutato contesto macroeconomico e della necessità di nuove priorità a breve termine”. Questo cambiamento porterà a una riorganizzazione delle operazioni aziendali, che prevede il licenziamento di 1.600 unità lavorative (su un totale di circa 6000 dipendenti), la messa in manutenzione dell’impianto Northvolt Ett Upstream 1, situato in Svezia, la chiusura del programma Northvolt Fem e la vendita del sito produttivo di Kvarnsveden. Allo stesso tempo, saranno aperti tavoli con gli investitori per garantire la sostenibilità delle attività in Polonia e sarà integrata la sussidiaria americana Cuberg all’interno delle operazioni svedesi.
Tutte queste operazioni, secondo quanto ha spiegato l’amministratore delegato Peter Carlsson, non pregiudicheranno l’impegno a lungo termine di Northvolt nella transizione globale verso l’elettrificazione, né la solidità delle prospettive future. Il presidente del consiglio Tom Johnstone ha peraltro confermato che il successo dell’azienda scandinava continuerà a dipendere dall’evoluzione del mercato dei veicoli elettrici e dal sostegno dei principali stakeholder. “Nonostante le attuali difficoltà, Northvolt non abbandona i suoi ambiziosi piani di espansione”. L’azienda ha infatti dichiarato che i progetti futuri in Svezia, Germania e Canada proseguiranno come previsto, anche se ha lasciato aperta la possibilità di modifiche alle tempistiche, in base all’evoluzione del contesto economico globale.
Un sostegno fondamentale per il futuro dell’azienda potrebbe arrivare dalla Commissione Europea, che ha già dimostrato un forte interesse nel garantire il successo della startup svedese. Lo scorso 8 gennaio, Bruxelles aveva autorizzato la Germania a fornire un aiuto di Stato pari a 902 milioni di euro, destinati alla costruzione di una fabbrica di batterie per veicoli elettrici sul suolo tedesco. Questa misura è stata giustificata con la necessità di mantenere la produzione di batterie in Europa, evitando che Northvolt fosse attratta dalle agevolazioni fiscali offerti dagli Stati Uniti nell’ambito dell’Inflation Reduction Act, iniziativa per incentivare gli investimenti in tecnologie verdi. LEGGI TUTTO