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    Responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, le api sono forti e fragili allo stesso tempo e vanno protette. Senza contare che il 35% della produzione alimentare mondiale (frutta, verdura e cereali) dipende dagli insetti impollinatori.
    Pochi sanno che solo in Italia, esistono oltre mille specie di api che svolgono ruoli cruciali negli ecosistemi pur non producendo miele. Proprio la competizione tra due specie diverse, le api da miele e quelle selvatiche è il focus della ricerca condotta in sinergia tra le Università di Firenze e di Pisa. Andata avanti per quattro anni sull’isola di Giannutri è stata ora pubblicata sulla rivista Currente Biology. Finanziata con fondi provenienti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dal Programma Operativo Nazionale (Pon) del Ministero della Ricerca e dal National Biodiversity Future Center (centro nazionale finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma #NextGenerationEu).

    L’isola di Giannutri  LEGGI TUTTO

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    In Spagna passa un escamotage per poter abbattere i lupi. E in Italia cresce la richiesta di sparare

    Una volta, quando si gridava “al lupo al lupo”, difficilmente si cascava nel tranello. Oggi invece non solo è probabile che sia vero, ma c’è anche grande incertezza su come reagire. Questo perché dopo anni di leggi, dalla direttiva Habitat ai piani nazionali sulla protezione del lupo, in Europa sta avvenendo nell’ultimo anno una trasformazione nei confronti di questo predatore, un passaggio che include confusione, attese e talvolta proteste. Partiamo da un fatto: dopo anni di graduale scomparsa del lupo a causa di caccia e allontanamenti, come in Italia dove negli anni Settanta ne rimanevano poche centinaia di esemplari, oggi questo mammifero è in fortissima ripresa. In Europa, racconta un nuovo studio, i lupi sono praticamente raddoppiati in un decennio. Cresciuti del 58%, ormai in diversi stati dalla Germania alla Polonia molti paesi ospitano oltre il migliaio di lupi: in Italia per esempio se ne contano almeno 3.300 soprattutto nei nostri Appennini. In 10 anni si è passati da 12 mila lupi europei a 21.500 in 34 Paesi.

    Biodiversità

    Lupi, in Europa aumentati del 60% in un decennio: sono 21.500

    di Fiammetta Cupellaro

    19 Marzo 2025

    Quest’ottima notizia in termini di conservazione della specie e di ripresa della biodiversità, visto il ruolo centrale che questo predatore ha per esempio nella catena alimentare, spesso non corrisponde però con le esigenze di coloro che vivono in zone di lupi, dove la convivenza uomo-predatori si fa sempre più complessa. Di conseguenza, su più filoni, si sta tentando di allentare la presa delle protezioni per poter tornare – in casi specifici – ad uccidere i lupi. L’ultima mossa in ordine di tempo è quella della Spagna: con un voto non privo di polemiche poche ore fa il Parlamento spagnolo ha infatti approvato una misura che di fatto revocherà il divieto di caccia ai lupi imposto nel 2021. La coalizione guidata dal Partito popolare conservatore, insieme alla destra Vox e i nazionalisti baschi e catalani ha aggiunto un emendamento a una legge sulla riduzione dello spreco alimentare e, sostenendo che i lupi producono rifiuti alimentari per via di pecore e bovini che uccidono ogni anno, di fatto viene autorizzato l’abbattimento in aree specifiche., in particolare nelle zone rurali a nord del fiume Duero.

    Ovviamente WWF e altre associazioni animaliste hanno protestato contro questo escamotage, una decisione basata sull’ “opportunismo politico” in quella che è stata definita come una “giornata tragica per la protezione del lupo”, ma dall’altra parte i sostenitori del nuovo emendamento hanno ricordato che oggi sono “i pastori a non avere protezione”, allevatori che denunciano la morte di 15mila animali da fattori all’anno per via dei predatori. Questo cambiamento di rotta in ambito giuridico in Spagna non è isolato dal nuovo sentimento, nei confronti del lupo, che sta attraversando l’Europa. La Commissione europea infatti, di recente a dicembre, ha ridotto lo status di specie protetta dei lupi da “strettamente protetta” a “protetta”, una politica sostenuta dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dopo che un lupo in passato aveva ucciso il pony domestico della sua famiglia.

    Biodiversità

    Giornata mondiale della fauna selvatica, Boitani: “Convivere con orsi e lupi si può”

    di Pasquale Raicaldo

    03 Marzo 2025

    La modifica della Convenzione di Berna punta a cambiare le regole sulla protezione dei lupi all’interno dell’Unione Europea sull’onda di molte proteste da parte degli allevatori che hanno subìto perdite economiche per gli attacchi al bestiame ma attualmente, nonostante ci sia confusione tra i cittadini europei su questo punto, non permette ancora gli abbattimenti. Uno specifico animale “problematico” già oggi se ci sono determinati criteri comprovati può essere abbattuto e ucciso, come è scritto anche nella direttiva Habitat dell’Ue quando ci sono ad esempio questioni di sicurezza pubblica o altre ragioni. Ma in generale non si possono cacciare i lupi che, anche con la modifica della Convenzione di Berna, resteranno ancora protetti. Se però l’emendamento sarà approvato da Parlamento e Consiglio, in sostanza dai governi dei Paesi membri, in futuro ci saranno meno rigide restrizioni e dunque sarà più possibile ottenere permessi per uccidere. Allo stato delle cose, nonostante le volontà europee e le nuove scelte della Spagna, e nonostante anche la Svizzera per esempio nel canton Ticino stia ragionando sugli allentamenti alle protezioni, in Italia non si possono cacciare lupi.

    Da noi per procedere ad un eventuale abbattimento bisogna passare per un parere preventivo dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e poi l’autorizzazione del ministero dell’Ambiente su richiesta da parte della Regione. Eppure, in alcune regioni, come la Toscana, negli ultimi giorni la scia delle nuove decisioni europee ha portato a credere e rilanciare nella possibilità di sparare ai lupi. Qui, come in altre zone d’Italia, ci sono tantissimi casi di predazione e sono nati per esempio comitati spontanei – come il Comitato Emergenza Lupo di Arezzo – dove i cittadini stanchi delle uccisioni e dei danni agli allevamenti condividono informazioni su come comportarsi. Fra le ultime notizie diffuse, anche quelle apparse su alcune giornali locali in cui si parlava del via libera all’uccisione di una ventina di lupi in Toscana, facendo riferimento a un nuovo protocollo Ispra. Di conseguenza in molti, nella regione, hanno pensato che si potesse tornare ad uccidere (tramite cacciatori autorizzati). Notizia che però la Regione ha poi smentito precisando che non si tratta di un via libera agli abbattimenti, ma di protocolli che, in attesa probabilmente a settembre di capire quale sarà la decisione definitiva dell’Europa, aiuteranno a comprendere come gestire la convivenza uomo-lupo. LEGGI TUTTO