“Mobili usa e getta? La Terra non può più sopportare tutto questo”
La tendenza sempre più spinta alla fast furniture, ovvero all’acquisto di mobili usa e getta, costituisce un serio danno per l’ambiente; il problema è simile a quello più noto della fast fashion. Solo in Gran Bretagna, ogni anno, vengono smaltiti in discarica oltre 22 milioni di mobili, che non possono essere riciclati o riutilizzati, ma la diffusione del fenomeno è ormai globale. La scarsa durata degli arredi per la casa e l’ufficio è dovuta a materiali scadenti, al modo in cui sono realizzati, alla insufficiente attenzione alla progettazione, alla rincorsa sfrenata ad abbattere i prezzi. Agli antipodi della fast furniture, pochi visionari che da decenni remano controcorrente sul fiume della società dei consumi. Ne abbiamo incontrato uno tra i più geniali, in Friuli-Venezia Giulia, dove è nato e dove opera dal 1980. Gabriele Centazzo ci accoglie nel suo buen retiro sulle Prealpi Carniche: una stalla in pietra e legno recentemente trasformata in casa-studio in un piccolo borgo della Val Colvera, ai margini del magnifico Parco naturale delle Dolomiti friulane. Lapidario sul fenomeno usa e getta – “la Terra, l’unico pianeta che abbiamo, non può più sopportare tutto questo” – propone la sua visione alternativa.
Lunga durata
“Innanzitutto, il prodotto dev’essere studiato per durare”, afferma Centazzo. “E nella durata comprendo due elementi molto importanti: la durata tecnica e quella estetica. I prodotti oggi diventano obsoleti perché le mode passano velocemente”. Un tempo non molto lontano non era così: il racconto del rasoio del nonno esemplifica molto bene il concetto. “Era bello il rasoio di mio nonno, con il manico lavorato, disegnato, aveva una sua consistenza, una sua bellezza. La lametta sottile in acciaio a fine vita veniva sostituita: materiale mono-materico facile da riciclare”. Il rasoio durava tutta la vita.
Gabriele Centazzo LEGGI TUTTO