consigliato per te

  • in

    Quelle tracce belle e disperatissime che ci parlano di un mondo in fiamme

    Sono belle le tracce per i temi di maturità di quest’anno. Belle e disperatissime. Il mondo è in fiamme, certo, e i ragazzi stanno male. C’è poco da essere ottimisti. Così gli argomenti su cui vengono chiamati a esprimersi sono l’orrore del livore social, l’impatto devastante dell’uomo sul pianeta, la solitudine e l’estraneità del ragazzo di fronte al mondo, come dal testo di Pasolini. Persino l’articolo di Riccardo Maccioni, che commenta la scelta dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani di nominare “rispetto” parola del 2024, parte da un’apocalisse.

    Quando tutto va a rotoli, anche la minima etica dei rapporti tra esseri umani, deve essere tenuta in piedi con grande sforzo e “le parole devono essere il cemento necessario a edificare case solide e confortevoli, la colla capace di tenere insieme una relazione a rischio di rottura”. Che cosa stiamo dicendo ai ragazzi e le ragazze che fanno la maturità quest’anno? Che il mondo che gli abbiamo lasciato in eredità è un disastro, che siamo costernati, ma questo è quello che siamo riusciti a fare. Che a loro sono rimaste le macerie di una civiltà che sta alle spalle e non ritornerà.
    Il testo di Paolo Borsellino è emblematico in questo senso. Si rivolge ai giovani, dicendo che sono la ragione del suo ottimismo. Che i giovani adesso capiscono che devono ribellarsi alla mafia, anche se questo comporta un prezzo da pagare. E racconta la storia dei due ragazzi uccisi involontariamente dalla macchina che lo scortava, investiti per sbaglio. Dice, Borsellino, che in quell’occasione i giovani hanno capito e gli sono stati vicini, aiutandolo a superare l’angoscia che quell’episodio aveva causato in lui. Mi chiedo cosa pensino oggi i ragazzi di questa vicenda, se c’è ancora qualcuno disposto ad accettare, in nome della lotta all’illegalità, la morte di Biagio Siciliano,14 anni, e Giuditta Milella, 17. Me lo chiedo davvero, e se lo devono essere chiesti anche quelli che hanno scelto proprio questo brano.
    Nel mondo in fiamme in cui viviamo, c’è bisogno di riaccendere l’attenzione sulla possibilità del sacrificio individuale in nome di un obiettivo più grande? Non resta che rivolgersi al passato, all’immenso Tomasi di Lampedusa. Mi fa felice che sia stato scelto un brano del Gattopardo, che anche la scuola, come la serie Netflix e il bel libro di Francesco Piccolo, La bella confusione”, abbia deciso di festeggiare questo meraviglioso romanzo. E mi commuove che per farlo sia stato scelto un brano non politico – niente “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” – ma la presentazione della bellissima Angelica.
    A noi che abbiamo perso tutto – la comunità, il rispetto l’amore per la natura e il coraggio di sacrificarsi per gli altri – non rimane che guardare al passato per trovare un po’ d’amore, di desiderio e soprattutto d’incanto. LEGGI TUTTO

  • in

    Aurelio Picca: “Alla maturità un Pasolini inedito. Poesia pura, ancora lontana dall’ideologia”

    «Pasolini? Ancora? Ci manca solo che lo fanno santo adesso!», ci scherza su Aurelio Picca alla notizia che c’è anche Pier Paolo Pasolini tra le tracce del tema di maturità, con la poesia Appendice 1, tratta dall’opera Dal diario (1943-1944). Si tratta di «una poesia che ci offre un incantamento e un poeta in qualche modo inedito», ammette subito Picca, che nella sua carriera di insegnante ha fatto anche il commissario per la maturità e ora sta lavorando a un saggio proprio su Pasolini, in cui mette a confronto la «morte offesa» dello scrittore con quella di Yukio Mishima «che offesa non è», ci rivela. Del resto quando scrive questa poesia «sono gli anni in cui era ancora un ragazzo, poco più che ventenne, prima ancora che gli uccidessero il fratello, gli ultimi anni della guerra. C’è un turbamento ancora adolescenziale».

    Aurelio Picca  LEGGI TUTTO

  • in

    Le reazioni alla maturità sui social, tra nostalgia e sarcasmo: “Contenti di averla già fatta”

    Il luogo in cui la maturità è il primo argomento di discussione, ancor prima che tra i banchi in cui si svolge, sono i social. Maturandi degli anni passati e futuri vi si riversano per commentare le prime indiscrezioni sulle tracce scelte dal ministero, fanno commenti sarcastici, rimpiangono gli anni del liceo o si rincuorano […] LEGGI TUTTO

  • in

    Il Gattopardo alla Maturità, l’italianista Nigro: “Una traccia per stimolare l’intelligenza”

    «È una traccia per lavorare di intelligenza, per riflettere sul potere dell’ironia, e dalla quale i ragazzi potranno trarre spunti interessanti anche se hanno una conoscenza approssimativa del romanzo», dice Salvatore Silvano Nigro filologo, critico letterario e storico della letteratura italiana. «Il brano che è stato scelto è molto intelligente, così come le domande per analizzarlo sono ottime e mirate, è evidente che chi lo ha elaborato conosce molto bene il romanzo, cosa che negli ultimi tempi si è rivelata rara».
    Nonostante sia un libro molto noto e citato, è la prima volta che il Gattopardo entra nelle tracce per gli esami.
    «È un grandissimo romanzo, con una storia editoriale incredibile, attaccato a sinistra e a destra. Roberto Blazen, l’uomo della nuova editoria italiana di allora, quello che ha portato in Italia Freud, la letteratura mitteleuropea e che scoprì Saba, disse: “E’ vero che a me il Gattopardo non piace perché appartengo a un altro mondo culturale, ma la peggiore pagine del Gattopardo vale tutti “I gettoni” di Vittorini”. Ci basta?».

    Salvatore Nigro  LEGGI TUTTO

  • in

    “Indignazione motore dei social” tra i temi. L’autrice Lalli: “Buffo, mica ho scoperto penicillina”

    Il cellulare che suona ininterrottamente, il suo nome finito tra le sette tracce della maturità. A Chiara Lalli, bioeticista, saggista, giornalista, che effetto fa? «Mi viene molto da ridere, è buffo, insomma anche meno… Mica ho scoperto la penicillina!».
    «La prima cosa che ho pensato – prosegue al telefono – è che avevano finito gli autori da citare. Capisco che inventarsi ogni anno sette temi nuovi sia difficile. Pure io, che ho una rubrica bisettimanale, a volte fatico a tenere il ritmo. Allora capita pure che alla maturità ti ritrovi me e la mia amica Anna Meldolesi», ride Lalli.
    Ma di che parla questa traccia? “L’indignazione è il motore dei social. Ma serve a qualcosa? Una nuova ricerca, pubblicata su Science, dimostra che questa reazione emotiva accompagna spesso contenuti discutibili e chi si scandalizza davanti a una presunta ingiustizia non perde tempo a cliccare sui link, per approfondire e verificare. Così, visto che la mente umana può esprimere solo un tot di rabbioso disgusto, finiamo per sprecarlo su questioni irrilevanti per ignorare invece i temi che davvero meriterebbero la nostra irritazione”. Eccolo l’estratto del brano pubblicato su 7-Sette, supplemento settimanale del Corriere della Sera scritto da Anna Meldolesi e Chiara Lalli, appunto.
    A partire da questo stralcio di testo, agli studenti viene chiesto di “riflettere su questa rilevante caratteristica dei social, traendo spunto dalle tue esperienze, dalle tue conoscenze e dalle tue letture”.
    «Noi scrivevamo di disgusto e umanità, citando una gigante come la filosofa statunitense Martha Nussbaum. E di questa ossessione che abbiamo di commentare tutto, di dire la nostra anche quando non è interessante il nostro pensiero. E di questa involuzione rabbiosa che i social hanno esasperato», spiega Lalli.
    Che aggiunge: «Citavamo, proprio nello stralcio citato nella traccia del tema, uno studio molto interessante uscito su Science su come ci si scandalizza, sulla reazione immediata, istintiva, senza nemmeno approfondire. Parlavamo del caso di Justine Sacco che dopo un tweet interpretato come razzista ha perso il lavoro e molte altre cose e su cui Jon Ronson ha scritto un libro bellissimo intitolato So You’ve Been Publicly Shamed. Parlavamo dell’onda di sdegno, di schifo, di indignazione pubblica e feroce che travolge tutto e tutti e del fatto che siamo quasi abituati a questa oscenità. Della necessità di sentirsi dalla parte dei giusti e dei buoni».
    «Altro che maturità! – esclama Lalli – Siamo in una eterna ricreazione da scuole medie».
    Sull’uso di smartphone e social da parte dei giovanissimi, Lalli preferisce non intervenire, «piuttosto – dice – chiuderei i social agli adulti, metterei una badante accanto a chi li usa oltre una certa età».
    I social lei li usa? «Ormai lì sono semi morta. Penso di aver postato cinque cose nell’ultimo anno e mezzo. Ne approfitto per parlare della mia disobbedienza civile, di diritti, del lavoro con l’associazione Luca Coscioni, di dati, di aborto, di gestazione per altri. Ma per il resto mi annoiano moltissimo, un ring o un luogo inutile per annoiati. Se solo non avessimo la lavatrice…».
    Cosa c’entra ora la lavatrice con i social? «Lo ha spiegato Hans Rosling in un bellissimo discorso alla conferenza TedWomen nel 2010: la sottovalutiamo ma la lavatrice è stata una rivoluzione, un cambiamento stratosferico. Se dovessimo andare a lavare i panni al fiume, forse avremmo meno tempo per scrivere sui social».
    «Ecco – conclude – Se potessi consigliare un tema per la maturità 2026 al ministro, gli suggerirei la lavatrice magica di Rosling». LEGGI TUTTO

  • in

    Le tracce della maturità 2025: tutti i temi, da Pasolini all’indignazione sui social

    È iniziata la maturità per 524.415 studenti. Per la prima prova, il tema d’italiano, sono sette le tracce comuni a tutta Italia, divise in tre diverse tipologie: analisi del testo, testo argomentativo e attualità. Ecco tutti i temi scelti dal ministero.

    Tracce tipologia A, analisi del testo
    Proposta A1, poesia – Pier Paolo Pasolini
    Una poesia di Pier Paolo Pasolini è stata proposta agli studenti per la comprensione e l’analisi. Nello specifico, si tratta di una poesia dall’opera “Dal diario”, pubblicata nel 1954. Il titolo, “Appendice 1” LEGGI TUTTO