La strategia per il clima di Henkel: obiettivo 90% di emissioni di gas serra in meno entro il 2045
Detersivi e adesivi, prodotti come minimo problematici per la sostenibilità ambientale: questo il core business di Henkel, società tedesca nata a fine del XIX secolo e che ha oggi presentato, presso la Fondazione Tog, che sostiene bambini e famiglie che vivono gravi patologie neurologiche, il suo Rapporto Sviluppo Sostenibile 2024.
Ecco i numeri principali: ridotte del 64% le emissioni di CO2 Prendendo come riferimento il 2017; ridotti del 23% i consumi di acqua e del 39% i rifiuti per tonnellata di prodotti (numeri, questi comparati con il 2010).
È cresciuto del 47% l’acquisto di energia da fonti rinnovabili, segno di una transizione energetica sempre più marcata.
Il nuovo obiettivo della strategia climatica di Henkel esplicitato oggi nella roadmap Net-Zero, è la riduzione del 90% delle emissioni di gas serra (Ghg) assolute Scope 1, 2 e 3. etro il 2045 rispetto al 2021. Entro 5 anni prevede però di ridurre del 42% le emissioni Scope 1 e 2 (quelle direttamente controllabili da Henkel) e del 30% delle emissioni Scope 3.
Lato economia circolare, ha dichiarato Mara Panajia, Presidente e Amministratore Delegato di Henkel Italia “abbiamo raggiunto l’89% di packaging riciclabile ed è cresciuta al 25% la quota media di plastica riciclata negli imballaggi destinati ai consumatori finali, con alcuni prodotti che sono già al 100%.
Venendo alle esperienze concrete, Luca Pinelli, responsabile Salute, Sicurezza e Ambiente per i siti italiani Henkel Adhesive Technologies, ha raccontato quelle negli stabilimenti di Casarile e Zingonia. Il primo è stato tra gli apripista del progetto NOWA per ridurre o recuperare i rifiuti e gli scarti dei processi produttivi, progetto che verrà gradualmente esteso a tutti gli stabilimenti europei di Henkel Adhesive Technologies. A Casarile (Mi), nel 2024 i rifiuti complessivi sono stati ridotti del 16% e la quota di scarti inviati a riciclo o riuso è stata pari all’88% (il restante 12% è stato avviato ai termovalorizzatori, il che singnifica 0% di rifiuti in discarica). L’obiettivo per il 2025 è l’ulteriore riduzione del 10% dei rifiuti.
A Zingonia (Bg), invece, si è lavorato soprattutto sull’acqua: “una materia prima della produzione – il 90% dei volumi è rappresentato da adesivi base acqua – usata per diversi processi, tra cui la pulizia dei reattori e degli ambienti in cui si svolgono le produzioni per il settore alimentare, il raffreddamento degli impianti ecc”. Il sito è riuscito a ridurre del 30% i consumi idrici negli ultimi 3 anni, soprattutto grazie alla standardizzazione dei processi – rivedendo i passaggi di lavaggio ed eliminando quelli non necessari – e all’ottimizzazione della produzione: “è stato creato un modello che incrocia le informazioni sui cicli di produzione dei 13 mixer con i lavaggi richiesti al termine di ciascuna lavorazione. Questo ha permesso di pianificare meglio il lavoro e mettere in sequenza le produzioni compatibili che possono essere eseguite in continuità, senza lavare i mixer” ha concluso Pinelli.
Eleonora Parisella, coordinatrice Salute, Sicurezza e Ambiente presso il sito di Ferentino (Fr), ha sottolineato i risultati di riduzione delle emissioni di CO2 ottenuti grazie a un trigeneratore a biomassa, biogas e pannelli solari, operativo già dal 2007, la cui elettricità prodotta “copre il 90% del fabbisogno del sito. A marzo dello scorso anno, per recuperare l’energia termica proveniente dai processi chimici del reparto di solfonazione ed evitare la dispersione in atmosfera, è stato installato uno scambiatore di calore che genera 400 kg/h di vapore ad alta pressione. Questo ha permesso, solo nel 2024, di emettere 152 ton di CO2 in meno e ridurre le emissioni delle caldaie del 7%”.
Ma è soprattutto nel campo della depurazione delle acqua reflue che si sono ottenuti risultati di rilievo. “Nei primi mesi del 2024 a Ferentino è entrato in funzione il nuovo depuratore chimico-fisico per le acque di scarto della produzione. Attualmente gestisce circa 50 metri cubi al giorno di residuo del trattamento osmotico dell’acqua e quasi 15 metri cubi al giorno di acque reflue. Il sistema ha una potenzialità di 100 metri cubi per il ritenuto dell’osmosi e di 30 metri cubi per le acque di recupero, e prevede due fasi che impiegano specifici agenti chimici e poi delle filtropresse meccaniche per depurare le acque, separando alcune sostanze sotto forma di fanghi che vengono inviati a una società esterna per lo smaltimento.
La scorsa estate è stato rinnovato anche il depuratore biologico che tratta ogni giorno più di 150 metri cubi di acqua. Grazie a tecnologie di ultima generazione, il ciclo di depurazione prevede oggi anche l’attivazione di fanghi batterici attivi e un bioreattore a membrana che consentono di ottenere un’acqua trasparente, perfettamente rispondente ai requisiti di legge” ha concluso Parisella. LEGGI TUTTO