Riscaldamento globale e agricoltura intensiva: un cocktail letale per le api
Le api sono insetti fondamentali per la biodiversità, la sicurezza alimentare umana e la salute dell’ambiente. E purtroppo, non se la passano troppo bene: quasi il 10% delle specie di api europee, ad esempio, è considerato oggi a rischio di estinzione, e di un altro 50% non ci sono dati sufficienti per un verdetto. I principali responsabili di questo declino sono il riscaldamento globale e l’agricoltura intensiva, che distrugge l’ambiente delle specie selvatiche e ne mette a rischio la sopravvivenza con pesticidi e monocolture. I pericoli, come detto, sono ben noti. Quello che non si sapeva, invece, è che gli effetti dei cambiamenti climatici e della perdita di habitat sono cumulativi, e possono quindi diventare un binomio ancora più letale per questi impollinatori indispensabili. A dimostrarlo è uno studio dei ricercatori della Julius-Maximilians-Universität di Würzburg, pubblicati di recente sui Proceedings of the Royal Society B.
Biodiversità
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La ricerca è stata realizzata in Germania, e ha coinvolto 179 siti sul territorio bavarese, rappresentativi di tutti i principali biomi abitati dalle api: foreste, prati, terreni agricoli e aree urbane. Utilizzando delle trappole, gli autori dello studio hanno monitorato l’andamento delle popolazioni di insetti in risposta ai cambiamenti di temperatura, verificando le differenze presenti nei diversi habitat e a diversi livelli della catena alimentare.
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Le api sono risultate tra gli insetti più colpiti dagli aumenti delle temperature e dal cambiamento del loro habitat: nelle foreste, infatti, le giornate più calde non hanno sortito effetti negativi – anzi, sembrerebbero aumentare il numero di esemplari presenti – mentre nelle aree urbane e nelle zone agricole le popolazioni di questi insetti sono diminuite anche del 65% in risposta all’aumento delle temperature. Gli effetti maggiori, però, sono risultati quelli legati all’aumento delle temperature notturne: tutti gli insetti infatti ne hanno risentito negativamente, e in tutti gli ambienti studiati.
“Il fatto che le temperature notturne abbiano un simile impatto su questi insetti diurni è significativo – sottolinea a proposito Cristina Ganuza, biologa della Julius-Maximilians-Universität che ha partecipato alla ricerca – perché le temperature medie stanno aumentando più velocemente di notte rispetto a quanto avviene con le medie diurne”.
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A detta dei ricercatori, i risultati sottolineano la necessità di preservare e ripristinare gli ambienti naturali anche all’interno delle aree urbane e dei territori agricoli, perché in questo modo le medie giornaliere più alte possono addirittura risultare benefiche per le popolazioni di api selvatiche (almeno in un paese con un clima come quello della Germania, dove i picchi di calore diurno rimangono ancora relativamente contenuti). Riguardo ai danni provocati dagli aumenti di temperatura nelle ore notturne, invece, serviranno ulteriori ricerche.
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“Questo effetto negativo che hanno le notti più calde sugli insetti era sconosciuto in precedenza – conclude Ingolf Steffan-Dewenter, professore della Julius-Maximilians-Universität che ha coordinato la ricerca – e rivela un nuovo pericolo, che necessiterà ora di ulteriori ricerche che identifichino i meccanismi fisiologici da cui è causato”. LEGGI TUTTO