Colorato, resistente, generoso. Il tagete è tra i fiori più amati da chi coltiva con passione giardini, balconi e orti. Ma dietro i suoi petali infuocati si nasconde un alleato prezioso anche per l’agricoltura sostenibile. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su questa pianta: dal nome scientifico alla semina, dalla cura alla fioritura.
Qual è il nome scientifico del tagete?
Il tagete, conosciuto anche come “garofano d’India”, appartiene alla famiglia delle Asteraceae e il suo nome scientifico è Tagetes spp., una sigla che comprende numerose specie, le più note delle quali sono Tagetes erecta, Tagetes patula e Tagetes tenuifolia. Originario delle Americhe, il tagete deve il suo nome al mitologico Tages, figura etrusca simbolo di sapienza e divinazione. E non è un caso: questa pianta, oltre ad abbellire con la sua palette tra il giallo oro e l’arancio bruciato, vanta proprietà sorprendenti. È infatti utilizzata anche come repellente naturale contro parassiti e nematodi, ed è una presenza fissa negli orti sinergici e nelle coltivazioni bio.
Le principali varietà di tagete
Di varietà di tagete ne esistono diverse, ma se dovessimo fare una lista delle più conosciute (e selezionate), sicuramente inseriremmo:
Tagetes erecta: il più alto e imponente, noto anche come “African marigold”, con fiori doppi e corposi;
Tagetes patula: il più diffuso nei giardini europei, compatto, con petali screziati e forma cespugliosa;
Tagetes tenuifolia: più delicato, dai fiori piccoli e aromatici, spesso usato come bordura.
Quando seminare il tagete
La semina del tagete è un rito semplice ma pieno di promesse. È la porta d’ingresso alla stagione del colore e della luce. Il periodo ideale per seminare il tagete va da marzo a maggio, a seconda delle temperature locali. È una pianta che ama il sole e teme il gelo: per questo motivo, se si abita in zone dal clima ancora incerto in primavera, si consiglia sempre di partire con una semina in semenzaio o addirittura al chiuso, per poi trapiantare all’aperto una volta scongiurate le gelate notturne. Nei climi più miti, invece, si può seminare direttamente in piena terra o in vaso già ad aprile.
Come seminare il tagete
I passaggi da seguire per completare la semina del tagete in modo corretto non sono molti e non sono neanche complicati. Per prima cosa, è importante preparare un terriccio leggero e ben drenato e solo successivamente interrare i semi a una profondità di circa 1 cm (anche 0,5 cm basterebbe). Per quanto riguarda invece la distanza tra i semi e le piantine, sarebbe meglio lasciare almeno 25 cm (20 cm per il tagete nano); in questo modo si darà il giusto spazio alla pianta di crescere libera e nel modo più naturale possibile (ed evitare anche il propagarsi di malattie fungine, nemiche di ogni pianta). Una volta posizionati i semi va tenuta d’occhio l’umidità del terreno, che non deve mai essere troppo bagnato. Questa operazione sarebbe meglio seguirla fino alla germinazione, che di solito avviene in 5-10 giorni dalla semina. Quando le piantine avranno almeno 2-3 foglie, si potrà procedere con il trapianto in piena terra o in contenitori più grandi: ogni azione richiede il suo tempo.
Cura del tagete: una pianta facile ma non banale
Il tagete è spesso definito una pianta “per tutti”, anche per chi ha il pollice meno verde. Eppure, anche se resiliente ha bisogno di cure ed attenzioni. Ad esempio, questa pianta dai colori accesi ama il sole in tutte le sue forme e temperature, anche quello più alto. Più luce riceve, più fiorisce; per questo la sua esposizione ideale è in pieno sole. Se coltivato in vaso, occhio a non lasciarlo per troppo tempo all’ombra, perché potrebbe soffrire.
Irrigazione e concimazione
Il tagete non è particolarmente esigente: meglio una terra un po’ asciutta che troppo bagnata. Innaffia con regolarità, ma solo quando il terreno è asciutto al tatto. L’eccesso d’acqua può favorire il marciume radicale e non è quello che vogliamo per il benessere della pianta. Anche sulla concimazione pochi consigli ma precisi: il tagete preferisce terreni ben drenati, anche poveri, ma risponde bene a una leggera concimazione mensile durante il periodo di crescita. Un fertilizzante organico a basso contenuto di azoto favorisce la fioritura, ma prestate sempre attenzione alla quantità, specialmente sulle foglie della pianta.
Il tagete va potato? Consigli utili sulla potatura
Anche il tagete necessita di una leggera potatura al bisogno. Questa pratica si rivela particolarmente utile per stimolare nuove fioriture e rendere la pianta sempre rigogliosa e bellissima. Come si esegue la potatura del tagete? Intanto, rimuovendo regolarmente i fiori appassiti, ma in autunno si consiglia proprio di tagliare la pianta alla base. Spesso, nei climi miti, torna a germogliare spontaneamente nella stagione successiva. Inoltre, é anche possibile raccogliere i semi e lasciarli seccare direttamente sui fiori, per poi utilizzarli in una semina futura.
Fioritura del tagete
La pianta di tagete inizia a fiorire già da maggio/giugno e continua fino ai primi freddi, regalando un caleidoscopio di sfumature giallo-arancio che rallegra aiuole, orti e balconi. Alcune varietà, se ben curate, possono proseguire anche fino a ottobre inoltrato. Impossibile non innamorarsi dei suoi colori; sono un vero e proprio regalo per la vista e donano vivacità a ogni ambiente. Come tutti i fiori, anche quelli del tagete attraggono vite: api, vespe e altri insetti impollinatori non vedono l’ora di farvi capolino