Passeggiando tra siepi di bosso, corridoi di tasso o gallerie di bambù, ci si perde nella natura, alla ricerca di una via che può diventare cammino di consapevolezza. I labirinti vegetali sono veri e propri ecosistemi, spazi in cui il verde può essere parte di un progetto ecologico utile a purificare l’atmosfera, ospitare biodiversità, promuovere l’educazione ambientale. Dedali da percorrere senza mappa, in cui sostenibilità e bellezza si intrecciano a ogni svolta.
Labirinto della Masone a Fontanellato, Parma
È uno dei più grandi labirinti del mondo, esteso su circa otto ettari di terreno. Progettato dal grafico ed editore Franco Maria Ricci e inaugurato nel 2015, è costituito da circa 300mila bambù di varie specie, piante a crescita rapidissima che fungono da vero e proprio polmone verde, dato che sono in grado di assorbire grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera restituendo ossigeno. Alcune varietà riescono a sequestrare circa 5,09 tonnellate di carbonio per ettaro, ovvero 1,46 volte quelle di un bosco di abeti e 1,33 volte quelle delle foreste pluviali tropicali.
Inoltre, il percorso diventa l’occasione per promuove usi sostenibili di questa straordinaria graminacea, ospitando nel circondario iniziative che esplorano, in chiave eco-friendly, i suoi impieghi nell’architettura, nel design e nella produzione di carta. In proposito, alcune ricerche hanno evidenziato che il bambù può essere utilizzato con successo anche per realizzare componenti edilizi, tra cui impalcature, pavimenti, tetti, travi, pareti.
Labirinto della pace in Irlanda del Nord
Situato all’interno del parco di Castlewellan e costruito tra il 1998 e il 2001, questo labirinto costituisce un simbolo di riconciliazione tra le comunita? protestanti e cattoliche di Belfast. Copre un’area di circa 11mila metri quadrati ed è formato da 6mila piante di tasso per una lunghezza di oltre 3.500 metri. Nella realizzazione sono stati coinvolti migliaia di studenti e cittadini della zona che hanno contribuito a piantare gli arbusti. Un modo per favorire il senso di appartenenza collettiva e per offrire un’occasione di sviluppo alle aree rurali, oltre che per favorire il rispetto degli ambienti naturali. Oggi il dedalo viene mantenuto con metodi sostenibili, anche grazie a programmi educativi e di volontariato che coinvolgono gli alunni di orticoltura.
Laberintus Park, Malaga, Spagna
Il recentissimo Laberintus Park, inaugurato nel 2025 ed esteso su oltre 7.400 metri quadrati, è il primo labirinto biotecnologico al mondo, che coniuga tradizione, innovazione e sostenibilità. In concreto, integra nei suoi percorsi bioreattori capaci di generare energia e acqua direttamente dal terreno, oltre a sensori vegetali interattivi. “Grazie a questi ultimi strumenti, le piante si comportano come una sorta di antenne biologiche che reagiscono al tatto umano, connettendo persone e natura attraverso la tecnologia”, spiega Pablo Vidarte, amministratore delegato di Bioo, l’azienda che ha sviluppato il progetto.
Il labirinto ha anche una missione educativa: pensato come laboratorio a cielo aperto, ospita attività didattiche e workshop rivolti a scuole e famiglie, per aumentare l’attenzione sui temi ambientali e sulla tutela della biodiversità.
Labirinto effimero ad Alfonsine, Ravenna
Un esempio emblematico che coniuga sostenibilità e agricoltura è il Labirinto effimero. Realizzato ogni estate dall’azienda agricola Galassi, si tratta di un percorso temporaneo creato all’interno di un vasto appezzamento di mais: 70mila metri quadrati di superficie, pari a circa dieci campi da calcio, con oltre tre chilometri di sentieri, che tracciano un disegno di pannocchie, visibile anche dall’alto. Il dedalo vive in sincronia col ciclo naturale del granoturco, che si semina in primavera, fiorisce in estate e si raccoglie in autunno, senza consumo permanente di suolo. Una pratica di agriturismo mirata a sensibilizzare i visitatori e a far loro riscoprire una campagna a basso impatto.
A completare l’esperienza c’è anche il suggestivo Labirinto sospeso, un percorso di 2,5 chilometri su una superficie di 4mila metri quadrati, realizzato con canne di bambù e materiali di recupero. Una creazione mutevole, in dialogo con il vento, la luce e i passi di chi la visita.
Labirinto di lavanda nel Michigan, Stati Uniti
Infine, in Michigan, nei pressi della storica azienda agricola Cherry Point Farm, è stato realizzato un labirinto botanico sostenibile, di forma circolare, composto da filari di lavanda. La coltivazione della pianta in questo contesto apporta molteplici benefici ambientali: durante l’estate i fitti arbusti in fiore attraggono api, farfalle e altri insetti impollinatori, mentre nell’area circostante sono state piantate specie autoctone, come rudbeckia e malvarosa, contribuendo ad arricchire la biodiversità locale. L’intenzione dei proprietari è quella di riconnettere i visitatori alla terra, sostenendo un approccio più consapevole e slow al paesaggio agricolo.