Organizzare un viaggio per chiunque abbia mobilità ridotta o disabilità di tipo cognitivo è un’impresa: lo 0,57?% dei 7.904 comuni italiani ha la “Bandiera Lilla” per l’accessibilità turistica (solo 45 comuni). Eppure si stima che i viaggiatori con disabilità cresceranno del 70?% entro il 2035, mentre la carenza di servizi accessibili genera ogni anno perdite economiche globali per 142?miliardi di euro e frena la creazione di circa 3,4?milioni di posti di lavoro.
Sul Lago di Garda, nel 2022, quel numero esiguo di “comuni accessibili” lo ha raccontato con i fatti un uomo che ha vissuto in prima persona la difficoltà di muoversi: Marco Bottardi, soprannominato “Mastro”, imprenditore di Desenzano del Garda e atleta prima di diventare paraplegico in seguito a un incidente in moto. Dalle ceneri di quella vicenda è nata una visione: un’app in grado di trasformare tempeste personali in opportunità collettive. “Voglio far capire che l’accessibilità non è un costo, ma un’opportunità di business per le attività”, racconta Bottardi, impegnato a spostare il focus da un approccio no profit a uno imprenditoriale. World4All è infatti formalmente nata nel 2022 come startup innovativa, evolvendo dalla vecchia associazione Zero Barriere Odv. Oggi ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd, con l’obiettivo di espandere la propria piattaforma tecnologica, rafforzare la rete territoriale e accelerare lo sviluppo internazionale.
Una piattaforma certificata
L’app di World4All – già disponibile per iOS e Android – aiuta gli utenti a individuare strutture realmente accessibili. “La piattaforma consente agli utenti di identificare strutture realmente accessibili, grazie a un sistema alimentato da machine learning, sopralluoghi tecnici volti alla verifica dei dati caricati e rilascio di una certificazione che misura il rating di accessibilità”, spiega il fondatore. Il progetto non si limita alla mobilità: coinvolge persone con disabilità cognitive, anziani, famiglie con passeggino e utenti con fragilità temporanee. Come dice Bottardi, “l’accessibilità non riguarda solo le persone con mobilità ridotta, ma si estende a una vasta gamma di utenti”.
Verso la versione 2.0: autonomia e comunità
Bottardi e il suo team hanno in mente una svolta: portare la responsabilità dell’accessibilità direttamente nelle mani delle strutture, attraverso autodichiarazione e carico autonomo di schede tecniche, foto e documentazione. In parallelo, sta lavorando a una versione desktop dell’app, con supporto vocale e interfaccia facilitata per utenti con difficoltà motorie severe. Anche la community diventa protagonista. “Ogni segnalazione sull’app renderà più semplice la vita di chi ha ridotta mobilità”, spiega il fondatore. Oltre a questo, sono già previste funzionalità di smart parking, navigazione oculare, rating accessibilità e analisi predittive via AI. Non si tratta solo di tecnologia, ma anche di formazione: world4All è dotata di una vera Academy per tecnici, imprese e pubbliche amministrazioni. “L’inclusione è culturale e organizzativa. È un percorso che richiede consapevolezza e formazione”, sottolinea Bottardi, portando la sua storia personale all’interno dei corsi. Sull’esperienza del Garda, dove è stato pilota il progetto, Bottardi racconta: “E’ un sogno che si avvera, ma anche una missione. Il Garda è in gran parte accessibile, ma è un’accessibilità che va comunicata”.
Numeri, collaborazioni e crescita
World4all è un progetto che non resta confinato: sono 13 milioni le persone con mobilità ridotta in Italia, oltre 1 miliardo nel mondo, un mercato ancora sotto-servito, spesso affrontato con un approccio assistenzialista o generico. In un momento in cui la sostenibilità sociale è una leva competitiva, World4All costruisce un’infrastruttura scalabile e replicabile. Offre a territori, imprese e investitori l’occasione di trasformare l’accessibilità da ostacolo a opportunità. World4All non è solo un’app o una startup: è la storia di chi ha trasformato una barriera personale in un progetto collettivo. Vuole rappresentare la promessa di un’Italia – e di un mondo – in cui viaggiare, abitare, vivere non dipenda più dalle barriere architettoniche o dall’impreparazione culturale di chi accoglie.