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La crisi del clima trasforma la vegetazione nell’Artico

L’Artico è un hot spot del cambiamento climatico, dove le temperature negli ultimi decenni sono salite quattro volte più velocemente della media globale. In condizioni simili, il paesaggio è destinato necessariamente a modificarsi, con il rischio che vengano compromessi i delicati equilibri sviluppati tra flora e fauna in un ambiente tra i più estremi del pianeta. E in effetti, una nuova ricerca pubblicata su Nature fotografa i profondi cambiamenti a cui è andata incontro la biodiversità vegetale dell’Artico negli ultimi 40 anni, cambiamenti destinati con ogni probabilità ad alterare in futuro il funzionamento degli ecosistemi artici e, di conseguenza, la vita di animali, piante e persone che li abitano.

Crisi climatica

Nell’Artico trovata una pianta che normalmente cresce in ambienti più caldi

27 Febbraio 2025

Uno dei luoghi più colpiti dalla crisi del clima

In tutto il mondo, d’altronde, il riscaldamento globale sta stravolgendo il modo in cui le piante crescono, il loro areale di diffusione, quali e quante se ne possono trovare. Difficilmente quindi la situazione potrebbe essere diversa nell’Artide, uno dei luoghi colpiti più duramente dai cambiamenti climatici, e in cui la cui flora è estremamente adattata al freddo intenso e all’avvicendarsi delle stagioni che caratterizzano le zone più settentrionali del nostro pianeta.

Nonostante le ricerche a riguardo anche in passato non siano mancate, fino ad oggi nessuno aveva fornito un’immagine chiara della situazione. È quello che hanno deciso di realizzare gli autori del nuovo studio pubblicato su Nature: una ricerca che ha esaminato la ricchezza di specie vegetali presenti nell’Artico, e la composizione dei suoi ecosistemi, per verificare come stia cambiando questo territorio di frontiera in risposta ai cambiamenti climatici.

L’aumento delle temperature e l’Artico è sempre più verde 

L’equilibrio tra specie autoctone e aliene

La ricerca ha esaminato 40 anni di dati raccolti in oltre 40mila campionamenti, relativi a 490 specie e quasi 2.000 siti sul territorio Artico. Contrariamente alle ipotesi iniziali, i risultati indicano che in termini assoluti, la ricchezza di specie vegetali artiche non è cambiata tra gli anni ‘80 e oggi: i fenomeni che tendono a ridurre il numero di specie autoctone, come la perdita di habitat, e quelli che introducono nuove specie aliene, in qualche modo, si sono bilanciati tra loro. Questo non vuol dire, però, che non si osservino importanti cambiamenti nella composizione degli ecosistemi artici: in molti dei siti studiati, infatti, i ricercatori hanno documentato un ricambio diffuso delle specie vegetali presenti.

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Profondi mutamenti

A guidare questi cambiamenti sono principalmente due fenomeni: l’aumento delle temperature, con la massima ricchezza vegetale riscontrata nelle zone più meridionali, e quindi anche più calde, e l’interazione tra specie di piante presenti, che in alcuni casi, come quello documentato dallo studio di un aumento della diffusione di arbusti, può ridurre rapidamente la ricchezza della biodiversità vegetale di una regione.

Anche se per ora – insomma – nell’Artico non si è assistito ad un collasso della biodiversità vegetale, negli ultimi 40 anni sono avvenuti profondi mutamenti nella composizione della vegetazione, destinati quasi certamente a impattare la loro capacità di supportare la fauna e le popolazioni umane che le abitano. Con conseguenze che andranno studiate a fondo con ulteriori ricerche.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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