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Dazi, il vero nemico di Trump è il Green Deal europeo

Il braccio di ferro sui dazi tra Stati Uniti ed Europa rischia di indebolire ulteriormente le politiche climatiche della Ue? E’ lecito chiederselo alla vigilia dell’incontro tra la premier italiana Giorgia Meloni e l’inquilino della Casa Bianca Donald Trump. E’ stato proprio il presidente Usa a mettere sul tavolo la questione la settimana scorsa: “Abbiamo un deficit di 350 miliardi di dollari con l’Unione europea e scomparirà rapidamente”, ha detto Trump ai giornalisti. “Uno dei modi in cui questo deficit può scomparire facilmente e rapidamente è che dovranno acquistare la energia da noi… possono comprarla, e noi possiamo tagliare 350 miliardi di dollari in una settimana. Devono acquistare e impegnarsi ad acquistare una quantità di energia equivalente”. Su questa premessa si sono cimentati gli analisti di Ecco, il think tank italiano per il clima, cercando di capire quali impatti potrebbe avere per l’Europa lo shopping di prodotti fossili made in Usa.

“Già oggi il 50% del gas naturale liquefatto europeo proviene dagli Stati Uniti: l’Europa autonomamente si è rivolta agli Usa per la sostituzione del gas russo”, ricordano Giulia Signorelli e Matteo Leonardi. E allora: “Perché questa imposizione da parte dell’Amministrazione americana?”, si chiedono. “Non bastava lasciare che il mercato, già propenso agli acquisti di gnl oltreoceano, definisse nell’interesse delle parti quantità e prezzi?”. La ragione potrebbe essere strategica: fermare una volta per tutte il Green Deal europeo e la transizione energetica del Vecchio Continente, percepiti come un pericolo da certi settori dell’economia americana. “Più del 50% dell’export commerciale americano in Europa consiste in prodotti fossili, di combustibili o tecnologie di uso finale: petrolio greggio, prodotti petroliferi, motori, aviazione e gas. Settori fortemente esposti alla transizione climatica sostenuta dagli accordi globali siglati a Parigi e da cui l’amministrazione repubblicana si vuole chiamare fuori”, fanno notare Signorelli e Leonardi. Dunque “il Green Deal rappresenta una seria minaccia alle realtà americane che più esportano in Europa e che hanno sostenuto la campagna elettorale di Trump. Attraverso il Green Deal, l’Europa, grazie alla disponibilità di nuove tecnologie pulite e in particolare delle rinnovabili, sta costruendo la propria indipendenza, sicurezza energetica e competitività attraverso la progressiva sostituzione della dipendenza dalle fonti fossili”.

Stati Uniti

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09 Aprile 2025

Lo dicono chiaramente i numeri: se nel 2019 l’Unione Europea copriva circa il 60% del proprio fabbisogno energetico attraverso le importazioni, negli ultimi anni si è registrata una progressiva riduzione della dipendenza, scesa al 58% nel 2024, grazie alla crescita delle energie rinnovabili. L’obiettivo di Trump, ipotizzano quindi gli studiosi di Ecco, non sarebbe solo quello di “vendere il gas per ridurre lo sbilancio commerciale” ma imporre di acquistarlo nel lungo periodo impedendo così all’Europa di costruire la propria indipendenza energetica e competitività, anche rivolgendosi a nuovi fornitori sui mercati globali. Lo stesso vale per le tecnologie finali di uso delle fossili, come, ad esempio, per il settore auto… Gli obiettivi di decarbonizzazione del settore, infatti, escludono progressivamente le auto tradizionali e spostano il mercato europeo dell’auto elettrica da un prodotto di lusso, in cui Tesla è leader, a un prodotto di massa in cui gli Usa sono più deboli sia rispetto alla Cina sia all’industria europea sostenuta dalle politiche dell’Unione”. Ma ha senso importare ancora più gas, impegnandosi con contratti a lungo termine come auspica la Casa Bianca? Il rischio è duplice: legarsi a un fornitore (gli Usa) che non sta esitando ad usare la guerra commerciale come strumento di confronto geopolitico e continuare a investire in infrastrutture fossili (i rigassificatori, per esempio) i cui costi andranno ammortizzati in decenni di utilizzo, scoraggiando così un rapido passaggio a forme pulite di energia. Senza contare che la domanda di gas in Europa e in Italia si è ridotta del 18% negli ultimi 3 anni, passando da un totale annuo di circa 76 miliardi di metri cubi nel 2021 a meno di 62 nel 2024. In questo contesto Meloni vedrà Trump. “Sarà importante osservare quanto l’Italia vorrà difendere gli interessi del Green Deal quale metro dell’autonomia europea e delle politiche climatiche”, osservano da Ecco.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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