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L’assottigliamento della calotta artica mette a rischio il sistema climatico del Pianeta

La possibilità che la Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC) subisca drastici cambiamenti nel prossimo futuro è un argomento caldo fra gli scienziati che si occupano di studiare il clima. La AMOC è il principale sistema di correnti dell’Oceano Atlantico ed è anche un importante componente del sistema climatico terrestre, dato che contribuisce a distribuire il calore dai tropici verso i poli, influenzando non solo la temperatura dei mari ma anche quella dell’atmosfera. Un nuovo studio su questo tema, appena pubblicato su “Journal of Geophysical Research Oceans”, mette in luce la possibilità che l’assottigliamento della calotta artica legato al riscaldamento globale possa portare a un massiccio rilascio di acqua dolce dal Mar Glaciale Artico, che a sua volta potrebbe avere un impatto negativo sulla AMOC.

Il ruolo della Beaufort Gyre

Nello specifico, gli autori e le autrici della ricerca hanno preso in considerazione la cosiddetta Beaufort Gyre (BG), un’importante corrente del Mar Glaciale Artico che dipende in larga misura dai venti associati al sistema di alta pressione noto come Beaufort High (BH). Immagazzinando o rilasciando acqua dolce, la Beaufort Gyre influenza le proprietà oceaniche non solo all’interno dell’Artico ma anche nell’Atlantico settentrionale. La circolazione delle correnti oceaniche, incluse quelle che fanno parte della AMOC, dipende infatti da due fattori: la temperatura e la salinità dell’acqua. L’acqua calda e poco salata è meno densa di quella fredda e con una salinità più elevata. Quest’ultima tende quindi ad inabissarsi nelle profondità dell’oceano in determinati punti del Pianeta, dopo aver rilasciato la quantità di calore necessario e raggiunto la “giusta” temperatura. Quando l’acqua fredda e salata si inabissa, quella più calda e salata prende il suo posto, in una sorta di perpetuo movimento.

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Se il ghiaccio scompare

Se la BG dovesse subire dei cambiamenti sarebbe come modificare uno dei parametri della complessa equazione che regola questo fenomeno. Per analizzare l’impatto che il riscaldamento globale potrebbe avere su questa corrente, il gruppo di ricerca ha utilizzato una serie di modelli basati sui possibili scenari di emissione di gas serra messi a punto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). La maggior parte dei modelli utilizzati prevede che entro la fine del XXI secolo la BG subirà un drastico indebolimento, legato a cambiamenti del Beaufort High e all’assottigliamento dello strato di ghiaccio presente nel Mar Glaciale Artico. Tra l’altro, oltre a influire sulla Beaufort Gyre e sulla salinità dell’acqua, l’assottigliamento del ghiaccio permette il passaggio di una maggiore quantità di calore dall’atmosfera e causa un ulteriore aumento della temperatura del mare, innescando così un circolo vizioso.

Gli effetti sulla AMOC

“Se le emissioni di gas serra non verranno ridotte con urgenza, questa proiezione suggerisce che la Beaufort Gyre si indebolirà e rilascerà l’acqua dolce che attualmente trattiene. Quest’acqua dolce potrebbe raggiungere l’Atlantico settentrionale ed eventualmente avere un impatto negativo sulla AMOC”, spiega Marylou Athanase, ricercatrice presso l’Alfred Wegener Institute, in Germania, e prima autrice della ricerca. “I risultati di questo studio – conclude Céline Heuzé, docente di climatologia presso l’Università di Göteborg (Svezia) e co-autrice della pubblicazione – ci fanno temere che la riduzione del ghiaccio marino nell’area possa portare a un punto di non ritorno in cui l’AMOC collassa”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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