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San Francisco in testa alla classifica della mobilità sostenibile. Indietro le italiane

Parigi ha cinque chilometri di pista ciclabile per km quadrato contro, per esempio, ai 2 circa di Milano e agli 0,2 di Roma: “Parigi ha tracciato la strada della rivoluzione urbana. Dopo anni di congestione e inquinamento, la città ha operato una trasformazione radicale sotto la guida della sindaca Hidalgo – commenta Federico Ucci, partner della società di consulenza strategica globale Oliver Wyman -. La simbolica rue de Rivoli, un tempo completamente dedicata alle auto, oggi ospita tre corsie per biciclette, con centinaia di ciclisti che la attraversano quotidianamente. Il traffico automobilistico è significativamente diminuito, lasciando spazio a forme di mobilità più dolce e rispettose dell’ambiente. Un cambiamento che non è solo infrastrutturale, ma rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale nella concezione degli spostamenti urbani”. Non è quindi un caso che la capitale francese si sia aggiudicata quest’anno il secondo posto nella nuova edizione della classifica Urban Mobility Readiness Index, stilata dall’Oliver Wyman Forum, il think tank di Oliver Wyman.

Lo studio ha considerato 70 metropoli nel mondo, analizzando 71 indicatori numerici tra i quali il numero di chilometri di piste ciclabili, lo stato dei trasporti pubblici, l’innovazione del sistema di trasporto, l’efficienza e i collegamenti aeroportuali e altri. A guidare la classifica è San Francisco, seguita da Parigi e Singapore. Le altre città europee in top ten sono Monaco, Amsterdam, Stoccolma, Berlino, Zurigo e Londra. Secondo il report, Milano (14esima su 19 città europee) ha lavorato bene per limitare le emissioni e ha un sistema di trasporto pubblico efficiente e green, ma la densità di stazioni è ancora inferiore rispetto ad altre città europee e – come il resto d’Italia – è molto indietro nell’adozione dei veicoli elettrici e degli spostamenti in bici ed e-bike. “A Milano serve solo la volontà di compiere il passo successivo – commenta l’esperto -. I francesi non sono secondi a nessuno nel ribellarsi e le resistenze sono state enormi, ma l’amministrazione ha avuto il coraggio di andare avanti. Milano, in particolare, è pronta: città contenuta, piatta, con un sistema di trasporto pubblico già molto efficiente. Oggi è ancora troppo sbilanciata, ma ha le potenzialità per diventare un modello di mobilità urbana”. E aggiunge: “Dobbiamo offrire piste ciclabili e aria respirabile, limitando gli spazi per le auto. Siamo stati pionieri con Area C, la prima zona a traffico limitato in Europa. L’associazione Via Libera ha recentemente mappato 60.000 auto in sosta irregolare a Milano, segno che la qualità dell’aria deve migliorare. Le amministrazioni temono spesso che le persone non siano pronte al cambiamento, ma abbiamo dimostrato con il Covid di saper adattarci. Perché non dovremmo poter trasformare la mobilità per il bene comune?”. Milano possiede un sistema di trasporto pubblico efficiente con circa 250 autobus a zero emissioni e punta a convertire l’intera flotta di 1.200 bus all’elettrico entro il 2030. Questo è un esempio convincente di come Milano stia adottando modalità di trasporto sostenibili per diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Il piano del 2020 di Milano include un limite di velocità di 30 chilometri orari per migliorare la sicurezza. L’attuazione a livello cittadino ha subito ritardi, ma l’obiettivo resta quello di completare la realizzazione di 100 strade scolastiche a 30 chilometri orari nel 2025.

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Roma si trova invece nella seconda metà della classifica, al 40esimo posto. La capitale, che in Europa “batte” solo Lisbona e Istanbul, ha dalla sua un trasporto pubblico conveniente, uno dei più economici d’Europa; inoltre, può diventare pioniera nella mobilità aerea urbana grazie al vertiporto di Fiumicino. “Fiumicino è un aeroporto molto efficiente e premiato e con un traffico in significativa crescita che sicuramente migliorare con l’ingresso di Ita in Lufthansa – spiega Ucci -. Inoltre è uno dei primi ad aver implementato un modello di urban air mobility”. L’uso massiccio delle auto private e la scarsa infrastruttura ciclabile, però, la rendono ancora dipendente da modalità di trasporto tradizionali, con un impatto significativo sull’ambiente e sulla qualità della vita urbana. “La mobilità pubblica a Roma necessita di un profondo ripensamento. Sviluppare trasporti più diffusi ed efficienti non è semplice, ma rappresenta una sfida cruciale. Il potenziale delle biciclette, soprattutto elettriche, è enormemente sottovalutato. La mobilità condivisa sta già dimostrando di funzionare e può essere la chiave per una trasformazione urbana sostenibile”.

Inquinamento

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Da San Francisco, prima in classifica, dovremmo mutuare la capacità di investire in innovazione e startup per il bene della città e dei suoi cittadini. La città infatti ha ottenuto ottimi risultati soprattutto in innovazione e classificandosi al primo posto nel sotto-indice di adozione tecnologica. San Francisco ha ingenti investimenti pubblici e privati nella mobilità, inclusi acquisti di veicoli elettrici e installazione di stazioni di ricarica. L’obiettivo è raggiungere il 25% di nuovi veicoli elettrici entro il 2030 e installare oltre 1.500 colonnine pubbliche, alcune delle quali gratuite. San Francisco sta promuovendo le tecnologie di guida autonoma e punta a essere un’anticipatrice delle nuove soluzioni di mobilità aerea urbana come i taxi volanti. Nell’agosto 2023 ha autorizzato per la prima volta operazioni commerciali di robo-taxi. Alcune aziende stanno progettando reti di mobilità aerea con veicoli elettrici a decollo verticale che potrebbero collegare San Francisco con altre città della Bay Area già entro la fine del 2025, riducendo i tempi di viaggio da 1-2 ore a 10-20 minuti.

L’Europa è avanti rispetto agli altri continenti in termini di mobilità efficiente e sostenibile: 7 delle prime 10 città dell’Urban Mobility Readiness Index sono europee. In Asia ci sono eccellenze come Tokyo o Singapore, ma in generale le altre città si collocano in basso nella classifica: “Molte sono caratterizzate da una in fase di costruzione: la loro crescita economica va di pari passo con quella di sistemi di mobilità più efficienti”, conclude Ucci.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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