Chiudete gli occhi e visualizzate uno stadio con 20.000 persone. Ora immaginate che per capriccio e desiderio, tutti i presenti siano rinchiusi in gabbie anguste, nascosti in valigie, stipati dietro scompartimenti segreti nei container sulle navi o avvolti nel cellophane senza nemmeno un buco da cui respirare. Ecco, è quello che l’umanità fa agli animali. In meno di un mese, dall’11 novembre 20024 al 6 dicembre, una gigantesca operazione dell’Interpol in tutto il mondo ha scoperto e sequestrato 20mila animali vivi commerciati illegalmente, quasi tutte specie protette o addirittura in via di estinzione. L’Operazione Thunder, così l’hanno chiamata, svela il volto terribile delle più becere azioni umane: si tratta della più grande operazione forestale e faunistica di sempre, un blitz globale che ha scoperto un commercio di fauna e flora inimmaginabile, in costante crescita, veicolato anche dalle vendite su internet e attraverso i social media. I numeri sono impressionanti: oltre alle migliaia di esemplari recuperati sono state arrestate 365 persone nei 138 Paesi dove si è svolta la mega operazione. A livello mondiale sono state anche identificate più di 100 aziende coinvolte nel traffico di specie protette e recuperate oltre 300 armi da fuoco, veicoli e attrezzature per il bracconaggio.
Sotto il coordinamento dell’Interpol e dell’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) centinaia di agenti, di forestali ed esperti di fauna selvatica hanno effettuato controlli negli aeroporti, nei porti e le dogane di tutto il mondo, ma anche negli allevamenti illegali o lungo le rotte del commercio di specie selvatiche. Sono almeno 12.427 gli uccelli in gabbia, pronti ad essere commerciati, recuperati dalle forze dell’ordine. Tantissime anche le tartarughe: si parla di 5.877 esemplari. E poi rettili (1731) e addirittura 18 grandi felini, 33 primati e 12 pangolini. Quasi tutte le specie erano protette dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (CITES) e si stima fossero in viaggio per essere trafficate illegalmente al fine di soddisfare la domanda sul mercato, per questioni di medicina tradizionale (come quella del sud-est asiatico e della Cina), oppure perchè considerati capricci e beni di lusso, o ancora “articoli da collezione” o animali da tenere in casa o da competizione. In Repubblica Ceca, all’interno di gabbie terribili, l’Interpol ha scoperto diciotto grandi felini tra cui alcuni cuccioli di tigre di pochi mesi. In Iraq hanno trovato mammiferi vari, come gli Oryx, che sono poi stati inviati ai centri di conservazione e riabilitazione. In Tanzania hanno individuato decine e decine di tartarughe vive, avvolte in una sorta di cellophane, pronte ad essere commerciate. In Marocco sono invece state recuperate teche con oltre 50 serpenti vivi, in Mozambico i pangolini. In Australia lo scanner termico ha individuato lucertole dalla lingua blu nascoste nelle valigie. In Cile e in Indonesia sono invece stati salvati diversi primati rinchiusi in minuscole gabbiette. Tra le scoperte più significative rientrano anche 6.500 uccelli canterini vivi rinvenuti in Turchia durante l’ispezione di un veicolo al confine siriano. Nelle valigie di un passeggero arrivato dalla Malesia a Chennai c’erano 5.193 tartarughe ornamentali dalle orecchie rosse.
Il rapporto
Non solo tigri: ecco il commercio illegale che uccide la natura
17 Dicembre 2020
Ogni animale recuperato è stato indirizzato a centri di conservazione e riabilitazione e, in molti casi, gli esperti hanno prelevato campioni di DNA prima di trasferire i vari esemplari. La raccolta del DNA, spiegano dall’Interpol, è un’azione chiave “poiché aiuta a confermare il tipo di specie e la sua origine o distribuzione, facendo luce su nuove rotte di traffico e tendenze emergenti”. Una di queste tendenze, purtroppo in crescita, è lo sviluppo del commercio via social. Le autorità hanno infatti indagato “anche sulle attività online e hanno scoperto che i sospettati utilizzavano più profili e account collegati su piattaforme di social media e marketplace per espandere la propria portata”. Tra le altre tendenze individuate, spesso per questioni legate al lusso o allo status, c’è il crescente traffico che ha coinvolto l’Europa “di specie provenienti dal Sud America”. Sono infatti stati segnalati moltiplici sequestri “sia di animali vivi sia di parti di specie feline come l’Ocelot (Leopardus pardalis) e il giaguaro Panthera nei paesi europei”. Un altro filone dell’inchiesta riguarda proprio le “parti” di animali o i “derivati”, soprattutto di mammiferi e pesci protetti, ma anche di alberi, piante, artropodi e vari organismi marini. Anche in questo caso i numeri raccontano nel dettaglio la tragedia: si parla di 5.738 “pezzi” di mammiferi di terra, di 6.899 legati agli uccelli, circa seicento agli anfibi e poi oltre 10mila alle piante, 9mila alle specie marine e quasi 50mila agli alberi (inteso come legname), per un valore pari a oltre 200 tonnellate.
Di queste, 134 tonnellate di legname dirette in Asia via mare sono state fermate in Indonesia, altre 41 in Kenya. In Nigeria sono state individuate 4.472 chili di scaglie di pangolini. Nelle dogane del Perù hanno scoperto 3.700 piante protette arrivate dall’Ecuador. Nelle valigie di un sospettato che si stava spostando tra Mozambico e Thailandia in Qatar hanno trovato otto corni di rinoceronte. Negli Stati Uniti invece c’era “una tonnellata di cetrioli di mare, considerati una prelibatezza ittica, contrabbandati dal Nicaragua”. Impressionante anche il sequestro di 973 kg di pinne di squalo essiccate, in arrivo dal Marocco con destinazione Hong Kong. A bordo di una nave indonesiana i contrabbandieri nascondevano invece centinaia di pelli di pitone reticolato, mentre sia in Australia che nel Regno Unito è stata trovata la bile dell’orso, quella che come le pinne di squalo o il corno di rinoceronte fa parte degli usi della medicina tradizionale asiatica.
In Italia hanno sequestrato giganteschi pezzi di corallo e prodotti in pelle di pitone. In Namibia pelli di leopardo. In Polonia hanno intercettato sia una pelliccia fatta di leopardo sia teche con cavallucci marini morti. In Messico le autorità hanno individuato una serie di 53 pezzi – tra artigli e teschi – di grandi felini. Come dice Valdecy Urquiza, segretario generale dell’Interpol, i numeri parlano chiaro: siamo davanti a una gigantesca strage, solo per fini commerciali. “Le reti del crimine organizzato traggono profitto dalla domanda di piante e animali rari, sfruttando la natura per alimentare l’avidità umana. Ciò ha conseguenze di vasta portata: determina la perdita di biodiversità, distrugge le comunità, contribuisce al cambiamento climatico e alimenta persino conflitti e instabilità. I crimini ambientali sono particolarmente distruttivi e l’Interpol, in collaborazione con i suoi partner, si impegna a proteggere il nostro Pianeta per le generazioni future”.