Gli occhi dei cittadini sull’ibis sacro. Perché quell’uccello dal lungo becco ricurvo, cui gli antichi Egizi si ispirarono per rappresentare la divinità Thot, dio della sapienza, della scrittura e della matematica, è in realtà un invasore alieno. E sta creando forti squilibri agli ecosistemi di casa nostra.Un nuovo progetto di citizen science, “Sacro a Sud”, chiama così a raccolta appassionati di birdwatching e semplici cittadini per il primo censimento della specie alloctona, originaria dell’Egitto e dell’Africa subsahariana, nel Sud Italia e nelle isole maggiori. Del resto, l’uccello è ben riconoscibile e per la verità anche particolarmente apprezzato dai non addetti ai lavori. Ma la sua storia, e le ultime evidenze, suggeriscono di correre ai ripari.
Già perché a partire dal primo nucleo, giunto in Italia nei primi anni ’90, probabilmente in seguito alla fuga di alcuni individui da parchi zoologici e giardini privati francesi, la specie si è gradualmente diffusa in lungo e in largo per il nostro paese. Dando vita, a partire dalle prime storiche nidificazioni nelle regioni del nord ovest, in prossimità di aree umide, anche artificiali, come le risaie di Novara e Vercelli, a popolazioni sempre stabili, proprio come avviene per le specie aliene di successo, granchio blu in primis. Una storia decisamente differente rispetto a quella del “cugino”, l’ibis eremita, a rischio estinzione e oggetto di un lungo e complicato percorso di reintroduzione in natura.
No, l’ibis sacro se la passa invece decisamente bene, anche troppo. Perché compete con specie autoctone, portando loro via spazio e risorse. Nel Nord Italia nel 2019 sono stati censiti 32 siti di nidificazione, con un numero di coppie stimato in 1249. Addirittura 11mila gli individui distribuiti in almeno diciannove dormitori diversi.
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Invadendo verso Sud
E nel Mezzogiorno? La mappa di Ispra (www.specieinvasive.ispraambiente.it) va certamente aggiornata. “Dallo scorso registriamo un notevole incremento delle osservazioni anche qui, dove la specie risultava praticamente assente”, spiega l’ornitologo Rosario Balestrieri, presidente dell’associazione Ardea, che ha promosso il progetto insieme con STORCAL (Stazione ornitologica calabrese) e SOA (Stazione Ornitologica Abruzzese), con il patrocinio del CISO, il Centro Italiano Studi Ornitologici. L’obiettivo è quello di monitorare la consistenza numerica, le preferenze ambientali e la dieta della specie: così, mentre gli esperti porteranno avanti le osservazioni sul campo, ai cittadini viene chiesto di collaborare, segnalando gli incontri con l’ibis sacro – una specie particolarmente semplice da riconoscere per via del lungo collo, del piumaggio candido e dell’inconfondibile testa nera con becco ricurvo – su un apposito form, caldeggiata è anche l’iscrizione al gruppo Facebook dedicato al progetto. E le adesioni sono subito state consistenti: oltre 200 nelle prime 24 ore dal lancio.
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Conoscere per intervenire
Il monitoraggio potrebbe consegnare ai decisori politici considerazioni nuove sull’opportunità di un’eradicazione della specie, che Ispra considera “tecnicamente fattibile, se opportunamente pianificata”, specificando tuttavia che è preferibile intervenire “su popolazioni non numerose e a uno stadio di insediamento precoce”. Potrebbe essere troppo tardi? “Conoscere resta un tassello fondamentale, gli uccelli alieni che si riproducono in Europa sono oltre 70 e quasi tutte sono giunte qui da noi come specie ornamentali, per poi evadere accidentalmente. – annota Balestrieri – Così sono tutte caratterizzate dalla particolare storia etnozoologica, da livree sgargianti e forme esotiche e dunque facilmente riconoscibili anche dai non esperti e adatte alla citizen science”. E del resto non è la prima volta che la citizen science scende in campo per aiutare gli esperti nel monitoraggio delle specie aliene, circa trecento in tutta Italia: particolarmente gettonato, per esempio, il progetto AlienFish, che prevede lo studio e il monitoraggio di specie ittiche rare e non-indigene nei mari italiani attraverso le segnalazioni di cittadini, in particolare sub e pescatori.