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Valditara: “Il nozionismo non interessa alla nuova maturità: l’importante è saper fare connessioni”

“Un grande in bocca al lupo agli studenti che stanno per affrontare la maturità e soprattutto serenità nel momento in cui si affronta questo esame. Quello che è importante è l’elasticità di riflessione. Cosa vuol dire? Possedere ciò che gli anni di scuola vi hanno lasciato, aver capito e compreso, saper fare delle connessioni. Non il nozionismo che non interessa alla nuova maturità”: lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a Giù la maschera con Marcello Foa su Rai Radio 1 dedicata al tema “Scuola un anno dopo: cosa cambia davvero?”.

“In aumento il tema della disabilità”

“È in aumento il tema della disabilità. Un tema serio che abbiamo voluto affrontare in modo deciso, consentendo alle famiglie di poter chiedere alla scuola se il ragazzo con problemi veri di disabilità si è trovato bene con l’insegnante di sostegno, e di chiedere così la continuità didattica”, ha continuato il ministro. “Perché cambiare ogni anno per il ragazzo l’insegnante di sostegno è un trauma notevole”.

“85 mila insegnanti di sostegno senza specializzazione”

“Attualmente ci sono 85 mila insegnanti di sostegno che non hanno la specializzazione. Abbiamo per questo avviato un percorso per garantire la specializzazione agli insegnanti di sostegno”, ha poi spiegato Giuseppe Valditara. “Abbiamo il dovere di includere i ragazzi che partono svantaggiati. La grande battaglia che abbiamo fatto è quella di aver investito 550 milioni di euro per agenda sud e agenda nord. Abbiamo scoperto che in alcune scuole della periferia di Milano c’è una dispersione scolastica superiore a quella della Campania”.

“I genitori dei bulli 60 anni fa si sarebbero comportati diversamente”

Nel corso dell’intervista il ministro Valditara si è soffermato sul tema del bullismo e sul “tema di trasformare le sospensioni: che senso ha se un ragazzo che picchia il suo compagno di banco e si comporta da bullo, lasciarlo a casa per 10 giorni? In realtà oggi gli si fa un regalo. 60 anni fa i genitori si sarebbero comportati diversamente. Per questo va impiegato in attività di cittadinanza per imparare la solidarietà verso gli altri”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml


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