Infezioni
L’attore ha appena debuttato con il monologo che racconta la sua storia, compresa la malattia, un’encefalite da herpes, scoperta due anni fa.
Sanihelp.it – È andato per la prima volta in scena lo scorso 22 luglio, al Teatro d’Annunzio di Pescara, il monologo teatrale Lo Zingaro, scritto dall’attore Marco Bocci. Lo Zingaro è un ragazzo così chiamato perché da sempre appassionato di corse automobilistiche, senza avere la capacità e gli sponsor che gli permettano di mettere in pratica tale passione. Ed è proprio Marco Bocci, come lui stesso spiega in una recente intervista al Corriere della Sera: « Lo Zingaro sono io: mio padre era ex pilota e, sin da quando avevo 6 anni, mi portava alle corse, era un accanito fan di Senna e mi ha contagiato. Da allora è iniziata la mia fascinazione per il pilota di Formula 1, sia in maniera simbolica, sia sognando di eguagliarlo, emularlo, finché lo vedo morire davanti a me».
Il primo maggio del 1994, infatti, Bocci era ad Imola dove vede spegnersi la vita di Senna e nascere il suo mito. Esattamente 24 anni dopo, il 1 maggio del 2018, tocca allo stesso attore scendere in pista: nell’autodromo di Magione, in Umbria, partecipando a una gara. E, fatalità, ha un incidente che in qualche modo lo salva: «Proprio quell’incidente ha reso palese, ha slatentizzato la mia malattia, ne ha reso possibile l’accertamento e la diagnosi, herpes al cervello, che altrimenti avrebbe avuto un corso dall’esito irreversibile» rivela.
Ritornando alla cronaca di due anni fa,infatti, molti ricorderanno che l’attore venne ricoverato per alcune settimane a Perugia, nel reparto malattie infettive, con una febbre alta prolungata. La causa sarebbe stata proprio l’encefalite da herpes, complicanza rara dell’infezione erpetica (il virus responsabile dell’infezione labiale può raggiungere il cervello viaggiando attraverso le strutture nervose) che, se non individuata in tempo, può avere conseguenze anche molto gravi.
Un evento che ha comprensibilmente inciso sulla sua esistenza, tanto da meritare di essere messo in scena. «Quando sei in salute, o credi di esserlo, non ti rendi conto di quante cose dai per scontato e di quanto prendi solo il peggio della vita. Fai progetti per il futuro: io programmavo investimenti sul mio lavoro e a un certo punto, quando è crollato il pensiero di essere invincibile, ho capito di come, invece, sia importante vivere giorno per giorno» racconta nell’intervista già citata. «A me è venuta una rabbia, una voglia di vita che prima dell’incubo non avevo».