consigliato per te

  • in

    Tumore al seno, nuova promettente combinazione di farmaci

    Sanihelp.it – L’azienda biotecnologica americana Seagen, impegnata nello sviluppo di terapie innovative contro il cancro, ha annunciato buoni risultati in uno studio di fase III per la sua molecola tucatinib (Tukysa) in combinazione con trastuzumab emtansine, un anticorpo-farmaco mirato anti HER2. Questa associazione ha raggiunto l’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione in pazienti con carcinoma mammario HER-2 positivo metastatico, precedentemente trattato con taxano e trastuzumab. Lo studio di fase III arruola centinaia o migliaia di pazienti, allo scopo di stabilire l’efficacia del farmaco, se offre qualche beneficio in più rispetto a quelli già in commercio e il rapporto rischio/beneficio.

    «Siamo incoraggiati da questi risultati per tucatinib in combinazione con Kadcyla (trastuzumab emtansine) nel carcinoma mammario HER2-positivo metastatico, anche nei pazienti con metastasi cerebrali», ha spiegato Roger Dansey, President of Research and Development and Chief Medical Officer di Seagen «Abbiamo in programma di presentare i dati a un prossimo meeting di medici e discutere i risultati con la FDA (Food and Drug Administration, l’agenzia governativa degli Stati Uniti responsabile della protezione della salute pubblica)».
    Tucatinib è un inibitore dell’enzima tirosin-chinasi, che agisce inibendo la fosforilazione di HER2 e HER3, un biomarcatore consolidato di esito negativo nei tumori gastrici, della mammella e del colon, cosa che porta a un’azione antitumorale nelle cellule tumorali che esprimono HER-2. Il farmaco ha già ricevuto l’approvazione della FDA e dell’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) per il trattamento del carcinoma mammario HER-2-positivo in pazienti che abbiano già ricevuto in precedenza un trattamento con anti HER2.

    Ora si ripongono molte speranze in questa associazione. LEGGI TUTTO

  • in

    Pietra di luna, come viene usata e perché

    Sanihelp.it – Si chiama Pietra di Luna ma il suo nome specifico sarebbe quello di adularia.

    È un cristallo trasparente di origine lavica molto utilizzato nella cristalloterapia per le sue caratteristiche.
    Vediamo quali sono e in che modo viene impiegata.

    Come riconoscere la Pietra di Luna

    Questa pietra è sì trasparente, ma ha anche dei riflessi che, però, non sono da confondere con quelli labradorite bianca, che è molto più variopinta.
    È una pietra economica, ed è per questo motivo che non sarà necessario pagare molto per poterla acquistare e utilizzare anche in autonomia.
    Gli impieghi della Pietra di Luna
    Nella cristalloterapia la Pietra di Luna viene usata soprattutto per le energie femminili.
    È collegata all’elemento acqua e al secondo Chakra, quello che si lega sempre agli organi riproduttivi.
    Ecco perché la si potrà impiegare per riequilibrare sia il chakra sia le funzioni collegate, portando armonia a livello dei cicli mestruali ma anche a livello emotivo.
    Per poterla utilizzare si potrà applicare direttamente sull’area da trattare, ad esempio sulla parte inferiore dell’addome, oppure si potrà portare con sé, in una collana o incastonata in un altro gioiello. LEGGI TUTTO

  • in

    Pillola universale contro tutti i tipi di tumore?

    Sanihelp.it – I ricercatori del City Hope di Los Angeles hanno pubblicato sulla rivista Cell Chemical Biology i risultati di un loro studio su un farmaco, chiamato AOH1996, che sembrerebbe efficace nel bloccare la crescita di diversi tipi di tumore.Il meccanismo d’azione si basa sull’interazione con una proteina chiave chiamata PCNA(Proliferating Cell Nuclear Antigen), fondamentale per la replicazione del DNA delle cellule. AOH1996 agisce su una isoforma specifica di PCNA, presente solo nelle cellule tumorali, provocando la rottura del DNA e conseguentemente la morte della cellula tumorale. 
    La sperimentazione è stata eseguita su 70 diverse cellule tumorali, tra cui quelle del cancro al seno, prostata, cervello, ovaie, collo dell’utero, pelle e polmoni. Il farmaco è anche in grado di potenziare la chemioterapia.
    Attualmente è in atto la prima fase di sperimentazione clinica sull’uomo, detta fase 1, durante la quale il farmaco sarà somministrato a 8 pazienti, in dosi crescenti per valutarne la sicurezza e la dose massima tollerata.
    A questa fase seguirà la fase 2, durante la quale AOH1996 verrà somministrato a un gruppo più vasto di persone allo scopo di valutarne l’efficacia nella terapia dei tumori. 
    Nella fase 3, che si rivolge a molti più pazienti, infine, si valutano gli effetti del farmaco sui sintomi, sulla qualità della vita, sulla sopravvivenza, e viene fatto un confronto con i trattamenti standard esistenti, per capire se offra qualche vantaggio in confronto a questi.
    Tenendo presente che in diversi casi farmaci che si erano dimostrati promettenti nella fase 2 non hanno poi superato la fase 3, se anche andasse tutto liscio il percorso è ancora lungo. 
    È necessario infatti che l’azienda produttrice richieda l’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) alle Autorità regolatorie, come FDA negli Stati Uniti, EMA in Europa e AIFA in Italia, che potrà richiedere anche 10 anni.
    Per cui, sì alla speranza, no alle false aspettative. LEGGI TUTTO

  • in

    Fumaria, le caratteristiche e gli utilizzi della pianta

    Sanihelp.it – Un nome interessante per una pianta considerata infestante.La Fumaria, infatti, è una pianta comune, e forse per questo poco considerata da chi voglia utilzizare dei rimedi naturali.
    Eppure, è un ottimo vegetale soprattutto per chi abbia la necessità di aiutare il corpo nei processi di depurazione naturali.
    Vediamo, quindi, le caratteristiche della fumaria e i disturbi che si possono trattare con il suo impiego.
    Le proprietà della fumaria
    Questa pianta, della quale si utilizzano soprattutto le parti aeree, è ottima per le sue proprietà di regolazione del flusso biliare, disintossicanti e depuranti.
    Viene, per questo, spesso impiegata in coloro che debbano depurare il corpo, magari dopo l’uso massiccio di alcuni farmaci o un periodo di abuso di cibo e altre sostanze intossicanti.
    Per quali disturbi si impiega
    Come si può immaginare, la fumaria si può utilizzare per coloro che vogliano depurare il corpo, ma anche per chi soffra di disturbi digestivi e di digestione lenta.
    Anche per i problemi di acne, e quelli della pelle in generale, sarà un’ottima pianta.
    Si potrà assumere sia sotto forma di tisana, sia, per un effetto più incisivo, come estratto secco oppure idroalcolico.
    Le controindicazioni
    La fumaria è in genere una pianta molto ben tollerata, ma dovrà esserne evitato l’impiego in gravidanza e anche nel caso in cui si assumano farmaci per la riduzione della pressione sanguigna oppure sedativi.
    Infatti, il suo impiego può amplificare l’effetto di questi farmaci. LEGGI TUTTO

  • in

    Oltre il mare

    Sanihelp.it – Una pellicola che tratta di tumore al polmone in modo originale e insolito: è il film documentario Oltre il mare, realizzato da Sanofi con WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe) e RUFA (Rome University of Fine Arts, l’Accademia di Belle Arti di Roma), presentato alla 53esima edizione del Giffoni Film Festival. I protagonisti sono Aldo, Roberto e Carlotta e i loro caregiver, le cui storie si intrecciano pur essendo diverse. Aldo e Roberto, infatti, stanno ancora lottando contro la malattia, mentre Carlotta ne è uscita, ma ciononostante ora vede la vita con occhi diversi, anche nei piccoli gesti quotidiani. Il tumore al polmone è una delle forme più aggressive di cancro, e colpisce nel mondo 2 milioni di persone ogni anno e solo in Italia, nel 2022, oltre 43mila.Giffoni si interessa da sempre ad argomenti quali la salute, la prevenzione e la ricerca. Dopo la proiezione del docufilm, i ragazzi e le ragazze del festival si sono incontrati e confrontati con i produttori del film sulle tematiche legate alla patologia, apprendendo le corrette abitudini per praticare la prevenzione e per incentivare la diagnosi precoce. Fulvia Filippini, Responsabile delle Relazioni con Istituzioni e Associazioni pazienti Sanofi, ha dichiarato: «Siamo felici di aver preso parte al Giffoni Film Festival portando sotto i riflettori un progetto in cui crediamo così tanto. Siamo impegnati in oncologia da sempre a diversi livelli: lavorando nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche, realizzando progetti di sensibilizzazione verso questa realtà e anche collaborando con le associazioni nel supporto della comunità di pazienti e caregiver. Attraverso il cinema, abbiamo voluto raggiungere il pubblico, specie quello più giovane, per attivare in loro una maggior consapevolezza rispetto a cosa rappresenta l’ingresso del tumore nella vita di una persona e della propria famiglia». LEGGI TUTTO

  • in

    Salute mentale: non più tabù per tanti sportivi

    Sanihelp.it – Gli atleti, soprattutto i campioni, quelli che gareggiano ad alti livelli e vincono, devono compiere un lavoro costante solo sul proprio corpo, mentre a livello mentale sono esposti a pressioni, anche auto-imposte, e aspettative esterne, che l’essere vincenti spesso incrementa. Reggere tale peso non è facile, ma lo è ancor meno ammettere quando paure e fragilità stanno avendo la meglio e il proprio benessere psicologico è incrinato.«A noi sembrano, e loro si sentono, dei supereroi, ma a quei livelli, i più alti, la crisi, prima o poi, arriva, è quasi inevitabile» ha spiegato tempo fa all’Ansa la psicologa Monica Vaillant, plurimedagliata con il Setterosa. «Bisogna considerare che un campione vive continuamente momenti di grande tensione, per l’impegno che deve mettere per arrivare e rimanere al top, portandolo a investire tutto su quel fronte, con l’ulteriore aggravio di vivere tale situazione da un’età molto giovane, in un momento di crescita, di sviluppo del senso del sé. Le basi su cui si costruisce, quindi, sono spesso precarie. Ma la crisi può arrivare anche dopo aver lasciato la ribalta. Tutto quello che si è per forza tralasciato o vissuto senza la dovuta attenzione, dal prepararsi per una attività lavorativa alla vita affettiva, possono avere un impatto pesante».

    Molti non ne vogliono parlare apertamente, ma negli ultimi anni anche tra quanti fanno sport a livello agonistico sta prendendo piede una maggiore consapevolezza dell’importanza di prendersi cura di sé anche a livello di psiche e, con essa, il coraggio di ammettere di avere bisogno di aiuto. Molti ricorderanno il grande passo compiuto in questo senso, nel 2021, dalla ginnasta statunitense Simone Biles, considerata tra le più forti al mondo e tra le vincitrici annunciate delle Olimpiadi di Tokyo, che proprio in quell’occasione diede forfait a causa di quelli che lei stessa definì «demoni nella testa», spiegando: «Devo fare ciò che è giusto per me e devo concentrarmi sulla mia salute mentale. Dobbiamo proteggere la nostra mente e il nostro corpo piuttosto che fare ciò che il mondo si aspetta da noi».
    Da allora non sono mancati altri casi illustri. A marzo di quest’anno è stato il nuotatore britannico Adam Peaty a fermarsi e a saltare i mondiali non per un infortunio fisico: «Come alcuni forse sapranno, ho lottato con la mia salute mentale negli ultimi anni e penso che sia importante essere onesti al riguardo. Sono stanco, non sono me stesso e non mi piace lo sport come mi piaceva negli ultimi anni».  E in questi giorni, proprio mentre Simone Biles torna alle gare dopo due anni, è Ricky Rubio, 32enne cestista dei Cleveland Cavaliers e della Spagna, ad aver preso la decisione «di fermare la mia attività professionale per dedicarmi alla mia salute mentale». LEGGI TUTTO

  • in

    Le piante dell’estate per il benessere

    Sanihelp.it – L’estate è un periodo particolare, nel quale molte piante crescono rigogliose, mentre altre stanno già sfiorendo.
    Esistono alcuni vegetali che è bene raccogliere in questo periodo per assicurarsi la loro presenza anche nelle stagioni più fredde.
    Vediamo quali piante far crescere, e raccogliere, in estate e come poterle utilizzare anche nelle stagioni successive.
    Le piante da raccogliere in estate
    Tipicamente in estate crescono molte piante aromatiche. Una di quelle sulle quali puntare è sicuramente il rosmarino. Questo vegetale si può utilizzare per aiutare la circolazione e ridurre i gonfiori.
    Lo si potrà raccogliere e far essiccare, oppure utilizzarlo in olio per preparare degli oleoliti da usare anche in autunno e inverno.
    Anche la menta cresce in questo periodo e potrà essere raccolta e fatta essiccare per poterla usare in tisane e decotti durante la stagione più fredda.
    La lavanda è un’ottima pianta che vi proteggerà, anche in estate, dalle zanzare. Potrete utilizzarla così com’è per creare dei cuscini rilassanti e aromatici, oppure potrete farla essiccare e metterla da parte per creazioni successive.
    Infine, abbiamo la salvia, una pianta dalle tantissime proprietà, da quelle antinfiammatorie a quelle puramente aromatiche.
    Raccoglietela durante il periodo estivo e usatela fresca per creare un’acqua che vi aiuterà a ridurre la sudorazione.
    Mettetene da parte una porzione per poterla essiccare. Potrete bruciarla per purificare l’ambiente e usarla per decotti e tisane. LEGGI TUTTO

  • in

    Cure più mirate per il tumore da amianto

    Sanihelp.it – Si chiama mesotelioma pleurico ed è strettamente collegato all’esposizione all’asbesto, meglio conosciuto come amianto.Questa neoplasia è rara nella popolazione generale, ma frequente in chi ha lavorato nelle miniere di asbesto o nelle fabbriche dove si lavoravano composti di amianto. 
    In Italia sono vietati sia l’uso sia l’estrazione di amianto dal 1992, ma tenendo conto che il tumore impiega moltissimi anni a manifestarsi, si parla di 10-30 anni e più, c’è la possibilità di riscontrare ancora qualche caso. 
    Le fibre di amianto sono pericolose soprattutto quando vengono inalate.
    I sintomi non si manifestano nelle fasi iniziali della malattia, ma con l’andar del tempo possono comparire dolore al torace, difficoltà respiratoria, tosse (anche con sangue), febbre, stanchezza, difficoltà a deglutire e dimagrimento.
    Il trattamento è basato sull’intervento chirurgico, sulla radioterapia e sulla chemioterapia, tuttavia questa neoplasia risponde poco alle terapie e la sopravvivenza va dai 12 mesi ai 3 anni dalla scoperta del tumore, a meno che non venga diagnosticato nelle fasi iniziali, caso in cui la prognosi è migliore.
    Oggi però uno studio italiano, condotto dagli scienziati del Laboratorio di Ricerca traslazionale e dell’Anatomia patologica dell’IRCCS di Reggio Emilia, offre speranze di cure più mirate ed efficaci.
    Questi risultati, come spiega Federica Torricelli, titolare del progetto di ricerca, è importante in quanto da una parte l’identificazione di biomarcatori (indicatori biologici correlati con una malattia, in questo caso il mesotelioma) consente di sviluppare una terapia più mirata per i pazienti, dall’altra il potenziamento dell’efficacia dell’immunoterapia per questa neoplasia ha portato qualche vantaggio nella clinica, ma per un numero limitato di pazienti.
    Lo studio italiano ha consentito di ottenere molte informazioni sulla composizione delle lesioni analizzate e sulle interazioni delle cellule all’interno del tumore, nonché di capire la dinamica dello sviluppo della malattia. L’amianto si deposita sulla pleura e causa una infiammazione cronica che rimodella la matrice extracellulare e provoca la secrezione di molecole infiammatorie, che attraggono all’interno del tumore delle cellule del sistema immunitario, che però vengono bloccate da inibitori specifici. Data l’inattività forzata del sistema immunitario la lesione diventa sempre più aggressiva.
    La speranza è che con cure più mirate si possano aiutare i pazienti affetti da questa malattia. LEGGI TUTTO