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Maturità, i consigli dei prof per l’orale: “Arrivare riposati, ragionare e non avere paura di osare”

Se il riferimento musicale indiscusso per l’esame di maturità è Antonello Venditti, con la sua Notte prima degli esami, per l’orale è bene tenere presente anche Francesco De Gregori. “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore – canta in La leva calcistica del ’68 – non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Con il calcio di rigore in questione che diventa metafora perfetta dell’ultima prova d’esame.

“Il colloquio è un momento importante, ma rappresenta il coronamento di percorso. Si arriva con un passato alle spalle e bisogna essere tranquilli per il lavoro che si è fatto negli anni. Non ci si gioca tutto in questa situazione” spiega Ernesto Montanaro, docente di storia e filosofia al liceo classico Tito Livio di Milano e in questi giorni presidente di commissione al liceo Beccaria, che proprio per questo consiglia di “non caricare di aspettative eccessive l’orale, anche perché più lo si fa più si resta di rimanere schiacciati dall’ansia”.

Gestire l’agitazione

Proprio la gestione dell’agitazione, infatti, rappresenta un aspetto fondamentale, sia per chi arriva all’ultima parte dell’esame con qualche difficoltà sia, soprattutto, per chi si presenta con le possibilità e l’ambizione di fare bene. Consigli? “È importante arrivare al colloquio riposati, meglio quindi andare a letto presto piuttosto che fare nottata studiando”.

E guardando alle indicazioni pratiche, la prima è sicuramente quella di “prendersi il tempo necessario e concentrarsi per capire cosa chiede la commissione con il materiale proposto e per impostare quindi il percorso giusto” afferma Montanaro, che torna ancora a De Gregori, che a Nino spiegava che “un giocatore si vede dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”. “È bene evitare sia un atteggiamento di sfida, che tende ad indisporre la commissione, sia un troppo timoroso” aggiunge il professore, che invita invece “a guardare negli occhi l’interlocutore” e a giocare, appunto, anche di fantasia, “evitando di standardizzarsi su percorsi simulati e facendo emergere anche riferimenti alle proprie passioni ed esperienze, avendo un po’ il coraggio di osare”.

Controllo della situazione

Il centro del colloquio è il percorso di collegamenti da sviluppare partendo dal materiale (un testo, un’immagine, una citazione…) fornito dalla commissione, ragione per cui gli studenti si esercitano per affrontarlo pensando già a possibili connessioni. Ma attenzione: è importante mantenere il controllo della situazione. “Penso a Catone e al suo “rem tene verba sequentur” – afferma Annalisa Zanotti Fregonara, insegnante di greco e latino all’istituto Salvador Allende di Milano – Se si è studiato, le parole seguiranno. Non bisogna preparare percorsi preconfezionati e cercare di deviare verso quelli il proprio discorso. Meglio concentrarsi sui contenuti”.

Citare i testi

Tenendo presente un consiglio, valido per la maggior parte delle discipline: “A fare la differenza – aggiunge la docente – è la capacità di citare i testi. Che siano autori di italiano, greco, latino, lingua straniera, opere per filosofia o documenti per storia, permettono di dare un tocco di originalità”. Sì, perché – soprattutto per chi sarà interrogato tra gli ultimi – il rischio di annoiare la commissione con collegamenti già ripetuti decine di volte è decisamente concreto.

Detto questo, la necessità principale – condizione essenziale per potersi esprimere al meglio – resta rimanere tranquilli: “E’ semplicistico consigliare di non farsi prendere dall’ansia, ma è fondamentale cercare di dominarla per quanto possibile. Ai miei studenti prima di verifiche e interrogazioni ripeto che non si piange per la scuola, che ci sono sempre problemi più grandi dei nostri”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml


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